Nuove stagioni, tempo di novità. Dopo la nomina di Francesco Ventriglia come direttore artistico del New Zealand Ballet, due nuovi progetti scuotono altre due compagnie: il Miami City Ballet e il Pennsylvania Ballet.
Il Miami City Ballet apre la ventottesima stagione in cerca di una nuova energia dopo il quasi completo turnover messo in atto dalla direttrice artistica nominata due anni fa Lourdes Lopez.
È stato questo un periodo di assestamento, durante il quale la compagnia ha sperimentato nuovi titoli da portare in repertorio, che da questa stagione saranno riproposti; in due anni, dopo il cambiamento al vertice sia artistico sia accademico che ha visto lasciare questi due ruoli i coniugi Villella, la compagnia ha subito una trasformazione che l’ha portata ad essere più simile a un’istituzione che a una compagnia dall’atmosfera famigliare, perdendo così alcuni lati di spontaneità, ma guadagnando in considerazione sul piano nazionale e non solo. La sfida degli ultimi tempi è stata variare appunto anche il repertorio, introducendo uno stile più contemporaneo già in accademia e creando un repertorio più misto, più simile a quello delle altre compagnie statunitensi. Dei cinquanta danzatori stabili di questa nuova stagione, otto sono i nuovi danzatori in arrivo da altre compagnie nazionali e internazionali, mentre a quelli già presenti si richiede un lavoro più specifico sulla tecnica e sulla versatilità, lasciando un po’ da parte la musicalità e l’energia che li contraddistinguevano.
Novità un po’ destabilizzanti anche sul piano della direzione, con nuovi amministratori, che in due anni hanno ridotto il debito della compagnia e che hanno aumentato i fondi a disposizione, ma che puntano a creare una nuova consapevolezza tra i finanziatori della compagnia e a trovarne di nuovi; questo compito tocca al nuovo direttore esecutivo, che proviene proprio dal Pennsylvania Ballet: Michael Scolamiero, che dopo aver fatto un ottimo lavoro approda a Miami due mesi fa e già ha imposto la propria strategia per creare una istituzione della danza e dell’arte coreutica in generale in una città che nemmeno l’immaginava prima della creazione della compagnia.
E cambia quindi anche il rapporto con il pubblico (che viene ringraziato sempre prima dello spettacolo), cercando di essere presenti in eventi che possano attirare l’attenzione del grande pubblico sulla danza: non disdegnando anche modalità popolarissime come i flash mob, ma collaborando anche con altri esponenti del mondo dell’arte come l’orchestra New World Symphony che ha eseguito per loro la partitura per un passo a due creato da Peck, e programmando con la Fondazione YoungArts un evento speciale in collaborazione con il drammaturgo Alvin McCraney per il prossimo 20 gennaio.
Per questa stagione, il Miami City Ballet riduce il numero di balletti di Balanchine (tanto amato da Villella), portandoli a tre (nonostante anche la Lopez abbia una formazione balanchiniana, dato che ha danzato per il New York City Ballet) tra i quali c’è anche Episodes, balletto raramente eseguito e che, secondo la Lopez, ha portato una nuova consapevolezza tra i ballerini. In programma, insieme ai grandi classici come Romeo e Giulietta nella versione di Cranko e Lo Schiaccianoci, tre proposte di balletto “a tema”: il tema Hear the dance che prevede Mercury Tidings di Paul Taylor, Nine Sinatra Songs della Tharp (e non solo) e Symphony in three movements di Balanchine; il tema Passion and Grace con Carmen, Sweet Fields e Allegro Brillante; e Points of Departure con Raymonda Variations, The Concert di Robbins e la prima mondiale della coreografia commissionata a Peck con la collaborazione dello street artist Shephard Fairey.
Scossoni alla sezione direttiva anche al Pennsylvania Ballet, con il nuovo direttore artistico, ex-ballerino, Angel Corella, che ha iniziato il proprio mandato il 20 di agosto e ai primi di settembre aveva già rivoluzionato molte cariche della compagnia: dai “ballet masters” come Jeffrey Gribbler (che era con la compagnia dal 1975), ai dipartimenti di marketing e fund raising. Corella ha quindi nominato la nuova “ballet mistress” Julie Diana, ex principal dancer della stessa compagnia, e il marito, Zachary Hench, come “ballet master”. A dirigere la scuola Arantxa Ochoa.
Per quanto riguarda la stagione, invece, al contrario del Miami City Ballet, tanto Balanchine e qualche coreografo contemporaneo, con il debutto-riassunto della stagione il 16 ottobre con lo spettacolo Press Play: The Directorial Debut of Angel Corella che ha in programma Allegro Brillante di Balanchine, Liturgy di Wheeldon e Jeu de Cartes di Ratmansky. Parliamo di “riassunto della stagione” perché sono previsti altri due titoli di Balanchine (tra cui l’ormai onnipresente in ambito anglosassone Lo Schiaccianoci) e due di Wheeldon. A variare un po’ la proposta, la serata dedicata a Jerome Robbins che mette in scena, dal 7 al 10 maggio, In G Mayor, The Concert e Fancy Free; e la serata dedicata ai due coreografi Forsythe e Fonte, quest’ultimo autore di una nuova coreografia al debutto proprio l’11 giugno. Altro debutto mondiale, la coreografia di Matthew Neenan, inserito nello spettacolo Prodigal Son tra Balanchine e Wheeldon.
Greta Pieropan
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