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Petros Gallias: “L’Arte deve mostrare la giusta strada, il modo per uscire dalla crisi. Questo è il significato di creare Arte”

 

Dopo aver studiato danza, hai vissuto l’esperienza del cinema, nel film End of an Era diretto da Antonis Kokkinos e la tua carriera si è sviluppata sia come danzatore che come attore. L’Arte è dunque per te un concetto dalle varie sfaccettature?

Per me l’arte è unità, con differenti espressioni ma fondamentalmente unità. È una necessità della creazione. Per la comunicazione. Danza – musica – teatro – pittura – sono tutt’uno: poesia. Quando lavoro ad un tema non penso alla differenza dei materiali che ho a disposizione, mi focalizzo sul desiderio di creare che mi guida allo stato puro. Ciò di cui ho bisogno è comunicare col pubblico, quindi senza alcun “tipo” di restrizione. Le parole, il movimento, il suono, la musica si alternano, coesistono in ogni momento illuminando il lavoro da differenti angolazioni.

Cos’è esattamente la danza per te?

La danza è tutto ciò che ho detto prima, insieme. L’ultima espressione: poesia. È l’incarnazione del pensiero umano.

La tua esperienza come coreografo

È così importante ed affascinante lavorare e creare attraverso le esperienze del dialogo con artisti e poeti. Per accedere all’ispirazione e gestire le proprie percezioni, per avere la possibilità di comunicare i propri pensieri al pubblico. Sono grato di aver avuto l’opportunità in tutti questi anni di collaborare nell’ambito del teatro lirico, del teatro in generale e della danza, con grandi artisti internazionali quali Eike Gramms, Gotfrild Piltz, Michael Hampe, Agnes Baltsa, Inga Nilsen, Nadine Secunde, Marlis Petersen, Irene Papas, Michalis Kakogianis, Nikos Tsouchlos, Nikos Petropoulos ed altri e con le mie carissime Carmen Rouggeri e Sofia Kakarelidou.

In che modo vedi te stesso come un artista?

Vivo in un contesto multiculturale e lavoro con i contrasti, i dialoghi e le contraddizioni che appaiono nella mia vita. Ogni momento è unico ed è un motivo per creazione, per scambiare esperienze, per iniziare un nuovo dialogo, con me, con i  miei amici, con i miei colleghi e con il pubblico. Ricerco, cerco di capire, mi confondo… mi dissolvo… risolvo… e… così vado avanti…

Nel 1993 hai fondato il Dance – Theater Group Iros Aggelos (Harbinger of Spring), raccontami di ques’idea e del modo in cui l’hai sviluppata

Il gruppo è costituito da 28 artisti (danzatori, attori, musicisti, pittori, poeti, etc.) per cercare di sviluppare delle modalità di coesistenza e dialogo con la danza, la musica ed altre forme d’arte.

A novembre hai tenuto uno stage in Italia per un progetto di scambio artistico e culturale tra la Grecia e l’Italia promosso da “Altri Orizzonti”, rassegna curata da Antonello De Rosa, Claudio Malangone e Anna Nisivoccia. Era la prima volta che venivi in Italia?

No, sono stato in Italia molte volte, come coreografo, come direttore, come danzatore, come attore e, naturalmente, come viaggiatore. Firenze, Venezia, Roma, Napoli, Salerno, Sicilia, Siracusa… l’Italia è l’unico Paese in cui potrei vivere oltre la Grecia.

In quel contesto hai presentato “in readiness V”…

Il progetto in readiness sarà completato in sette parti. Ciascuna parte è un’opera di teatro-danza indipendente con il suo tema. Il fulcro principale sono le grandi domande senza risposta. L’ispirazione per ognuna di queste opere è tratta da testi e poesie di grandi personalità, scrittori e poeti europei.

Con la danza, la musica dal vivo, la voce narrante e la video art, in readiness V è una sorta di viaggio nei ricordi, un atto di equilibrismo tra i limiti umani, la bellezza della vita e il punto in cui l’uomo guarda, rifiuta o incontra il Divino. Abbiamo per questo utilizzato dei frammenti dei diari di Nijinsky.

I tuoi progetti futuri?

Il prossimo progetto sarà in readiness VI. In quest’opera cercheremo di parlare dell’amore, il cui concetto è basato su Romeo e Giulietta di Shakespeare.

Romeo è qui… Romeo guarda ai fatti… sono accaduti? Non sono accaduti? E Giulietta?

Un messaggio finale…

Viviamo in un momento di transizione molto critico. Dobbiamo realizzare che l’unico modo di andare avanti è collaborare, comunicare, scambiarsi esperienze e comprendere. L’Europa è stata costruita su un fondamento completamente errato. I politici aspirano ad un’unione economica, non hanno pensato, o meglio non vogliono pensare, alla cosa più importante: che l’Europa è fatta di esseri umani, nature, paesaggi, tradizioni e culture. Nella loro visione tutto si basa su un’unione economica plastica ed ora stiamo vedendo i risultati disastrosi della loro… visione. L’Europa versa in un’incredibile stato di crisi. Insicurezza, paura, sgomento: queste sono le parole per esprimere ciò che stiamo vivendo. L’Arte è qui per sottolineare questo  crimine. L’Arte deve mostrare la giusta strada, il modo per uscire dalla crisi. Questo è il significato di creare Arte.

 

 

Lorena Coppola

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