La figura dell’insegnante di danza è complessa, racchiude in sé una serie di sfaccettature che pongono l’accento sulla professionalità, sulla capacità comunicativa e sull’empatia reciproca che si crea con l’allievo.
La relazione tra maestro di danza e studente quindi va oltre l’asse spiegazione-comprensione per giungere a una condivisione non soltanto di competenze, ma anche di emozioni, toccando quindi la sfera psicologica di entrambi.
Il rapporto che si instaura con l’insegnante, dunque, incide molto sul rendimento in sala. Se l’allievo si sente a suo agio e stimolato imparerà molto più velocemente tecnica, sequenze e passi, e li eseguirà con maggiore sicurezza.
Come insegnanti, riversiamo il nostro cuore e la nostra anima nei nostri studenti. Ogni allievo è prezioso per noi, tuttavia quasi ogni relazione con lo studente arriverà prima o poi al capolinea.
E’ fisiologico, perché non importa quanto bravo possa essere un maestro. Nessuno può fornire a un ballerino tutto ciò di cui ha bisogno, ed è giusto che l’allievo abbia modo di sperimentare altri professionisti, altri stili e tecniche di insegnamento.
Per molti insegnanti, però, l’allontanamento di uno studente può essere difficile se non addirittura traumatico. Queste emozioni talvolta spingono inconsapevolmente il maestro a tentare di mantenere la presenza dell’allievo in sala stimolando una sorta di senso di colpa che costringe il ballerino a seguire le sue lezioni pur senza stimoli effettivi. Nulla di più sbagliato, il rapporto è controproducente per entrambi e per gli altri allievi.
Tuttavia, anche quando la relazione insegnante- allievo è buona e il danzatore cresce sotto l’ala artistica del suo maestro, a un certo punto il ballerino avvertirà il bisogno di provare altro. E questo è giusto, perché in fondo, il compito di un insegnante è guidare i suoi allievi finché questi non siano pronti per spiccare il volo. Quindi, non deve mettere eccessivamente in discussione le proprie abilità didattiche, a volte l’allievo sceglie semplicemente un’altra strada.
L’amore che il maestro prova per lo studente deve rimanere anche dopo che l’allievo ha deciso di andarsene. Non tanto per l’allievo in sé, che potrebbe smettere completamente di ballare per dedicarsi a uno sport o a un’altra attività, ma per ciò che impariamo dalla danza e che poi trasmettiamo agli altri: stima e autostima, autonomia, rispetto anche di ciò che non comprendiamo o condividiamo, e soprattutto insegniamo a incanalare le emozioni nell’arte che è condivisione e generosità. Questi valori sono intramontabili, l’allievo ne saggerà l’importanza tutti i giorni, anche se la sua vita si svolgerà lontano dal suo maestro.
Essere bravi insegnanti e veri danzatori, in definitiva, significa saper accettare qualche insuccesso, qualche allontanamento e qualche sconfitta, senza perdere mai la passione per il nostro lavoro, la forza e la voglia di continuare a condividere le nostre conoscenze con ogni allievo che busserà alla porta della nostra scuola di danza.
Stefania Napoli
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