Alla vigilia di Natale, quando l’orologio segna la mezzanotte, la bambola Schiaccianoci di Clara prende vita e si trasforma in un aitante principe. Inizia allora una grande avventura che la bambina non scorderà. Ecco la sinossi di questo celebrato spettacolo per famiglie che è stato presentato – ad inaugurazione della Stagione Danza sul palcoscenico dello storico Teatro Municipale di Piacenza diretto da Cristina Ferrari – in una nuova produzione del Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto di Tirana in due atti con le coreografie di Edi Blloshmi. Una viva testimonianza del fascino duraturo delle arti e della capacità del pubblico di apprezzare le opere storiche nel tempo attuale.
L’emblematico balletto di Natale, con l’inimitabile melodia ha portato in Italia la sua calda atmosfera nel freddo gennaio alla vigilia dell’Epifania, quasi a chiusura delle festività, in una rilettura ispirata da Vasilij Vainonen e Lev Ivanov. A dicembre, è probabile che, ovunque vi troviate, ci sia una nutrita parata di rappresentazioni dello “Schiaccianoci” sempre esaurite in ogni ordine di posto. Ciò è accaduto anche al Municipale di Piacenza nel suo primo appuntamento “sulle punte” del 2025 per ricordare gli inizi dell’Arte Coreutica e il suo “viaggio” fino a consolidarsi in un gioiello immancabile del patrimonio culturale capace di accomunare le genti. La ricca storia di questo balletto porta anche a curiosità poco note come il titolo che originariamente avrebbe dovuto essere “L’albero di Natale” o “L’Abete”. L’idea di chiamarlo definitivamente “Lo Schiaccianoci” venne in quanto simbolo di buon auspicio nel sapere popolare tedesco e quale fonte di protezione per le abitazioni. Ecco il motivo per cui Clara ne riceve uno in dono per il Santo Natale.
“Lo Schiaccianoci” è un classico ed è una delle opere coreografiche più celebri, grazie al fascino festoso (nella edulcorata traduzione di Dumas basata sulla fiaba più oscura di Hoffmann) e alla accessibilità per tutte le età. Porta con sé l’attrattiva del passato nel nostro presente. Sicuramente è in cima alla lista delle famiglie che vogliono condurre i loro bambini a vedere un balletto per la prima volta. La storia è facile da seguire, è magica, ben si adatta alla stagione invernale e, cosa più importante, la musica è trascinante.
In scena a Piacenza, oltre ai danzatori del “Balletto Nazionale dell’Albania”, sono apparsi anche i giovani ed ordinati allievi provenienti dalle Scuole di danza Accademia di Danza “Domenichino da Piacenza”, Artedanza, Choros Il Balletto di Piacenza, Dance Art Academy, Step by Step.
La fascinazione dello “Schiaccianoci” rimane intatta anche per qualcuno come il sottoscritto che ha scritto numerose recensioni a tal proposito, ma ad ogni occasione un dettaglio, una performance, una sfumatura, una differente scenografia o un cambio di costumi lo trasforma come fosse la prima volta. Due elementi sono imprescindibili e rifuggono la noia della ripetitività e mi fanno continuare ad amare “Lo Schiaccianoci”: la partitura e le diverse interpretazioni, non solo esecutive ma anche drammaturgiche. Certo avere un’Orchestra dal vivo è il valore aggiunto che completa il quadro perché quando il direttore alza la bacchetta l’emozione si ripete intatta. L’edizione del “Balletto Nazionale Albanese” è stata danzata su musica registrata ma l’incisione proposta è risultata di ottimo livello e ha fatto dimenticare presto l’assenza degli orchestrali in buca.
Questa coreografia fonde la tradizione con il linguaggio neoclassico, nella rivisitazione di Edi Blloshmi il quale si prende delle libertà narrative variando a tratti la tradizione. Dal Galop dei bambini fino al Valzer dei fiori passando per quello della Neve (peccato che nemmeno un fiocco sia sceso dalla graticcia), i quadri musicali sono la colonna sonora che donano un’attrattiva a tratti nostalgica seppur ammaliante. Il modo giusto per inaugurare o concludere la stagione delle feste. Il Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto di Tirana, fondato nel 1953, è il principale istituto culturale dell’Albania dedicato alla diffusione delle arti. Edi Blloshmi, oltre ad essere il coreografo del presente allestimento, è il direttore artistico della Compagnia e le sue creazioni riflettono un approccio innovativo.
Ambientata presso la casa degli Stahlbaum (interpretati da Alisa Gjoni ed Ervis Koceku), una famiglia tedesca durante la vigilia di Natale, vede la trama incentrata su Clara e i suoi fantastici giocattoli che prendono vita dopo il tramonto. Il mistero inizia nel primo atto quando il padrino Drosselmeyer (Kevin Lila) visita la famiglia, portando a Clara (Ema Fetahu) e a suo fratello Fritz (Ergi Imeraj) una serie di regali e intrattenendo gli ospiti con le magie e pupazzi meccanici tra cui la Bambola Arlecchino (Enea Qirici), la Bambola Colombina (Elda Paco) e la Bambola Soldatino (Eltion Merja). L’intreccio aumenta quando si scopre che una delle bambole può rompere le noci. Fritz, geloso dell’interesse di Clara mostrato per lo Schiaccianoci, rompe la bambola lasciandola a terra in pezzi. Fortunatamente Drosselmeyer riesce a riparare il soldatino e, mentre tutti dormono, lancia un incantesimo sui giocattoli. Clara dopo essersi addormentata sul divano del salone – al fianco dell’illuminato albero natalizio che presto si innalzerà – assiste ad una visione a dir poco surreale di danze e battaglie che prendono vita. Il Re dei Topi dichiara guerra al Principe Schiaccianoci (Armando Meci) che raduna un esercito, questo aiutato da Clara distrae il Re dei Topi (Dion Gjinika), e riesce a vincere. Trasformato in un bellissimo principe, lui e Clara vengono catapultati su una slitta agghindata con gli orsacchiotti di marzapane in uno scenario innevato, circondati da danzanti fanciulle. In un batter d’occhio il palco si riempie di artisti spagnoli per l’omaggio al cioccolato (Rovena Shqefi, Dion Gjinika), arabi in tributo al caffè (Elda Paco, Denada Hristic, Vanesa Barushi, Kevin Lila, Enea Qirici), russi in ricordo dei bastoncini di zucchero con evoluzioni cosacche (Jonida Qafmolla, Livia Lara, Enred Miolli), cinesi a raffigurare il tè (Loreta Bala, Renato Lleshi) per l’immancabile divertissment. Clara viene trasportata assieme al pubblico in una delle danza fiabesca al fianco della Fata Confetto (Ambra Troplini) e del suo Cavaliere (Ervis Koceku) per concludere con il “pas de deux” nella canonica forma di Entrée, variazione maschile e variazione femminile, coda e Valzer finale con Apoteosi prima della ripartenza della slitta con Clara e il suo Principe (verso il mondo reale) che chiude la rappresentazione e lo splendido sipario.
In questa produzione è evidente una discrasia tra il primo atto (molto bello e ricco a livello di allestimento e di presentazione tecnica e scenica (a cura di Tkob) malgrado Clara bambina rimanga inusualmente in palcoscenico al fianco della Clara adulta per tutto lo spettacolo) e il secondo atto ambientato nel palazzo fiabesco (dove l’attenzione è apparsa più come vetrina e meno nello sfruttamento delle infinite possibilità della danza, e il livello scenografico è risultato semplicistico e sottotono). Una ridda di emozioni e fantasie che hanno trasformato la performance più in una sfilata vivace di colore, meno sul piano della creazione coreografica e talvolta della prestazione tecnica. I costumi di Edlira Qyshka sono apparsi funzionali e rappresentativi in ogni passaggio, rendendo facile distinguere i singoli personaggi. Le sequenze pantomimiche hanno convinto come intermezzi di danza.
Da menzionare gli altri personaggi di contorno, tra cui il Re e la Regina delle Nevi (Lurdi Dodgjini ed Eles Resuli), Bonbon le Gourmand che appare al palazzo fiabesco contornato da tanti piccoli angioletti (Andi Vrapi). Il “pas de trois” (Eles Resuli, Armando Meci, Graciela Sallaku). I Fiocchi di neve (Ambra Troplini, Elda Logo, Sabina Maklekaj, Elona Beqiraj, Erisa Gina, Rovena Shqelfi, Jonida Qafmolla, Loreta Bala, Livia Lara, Graciela Sallaku, Vanesa Barushi, Sindi Sheshi). I Solisti del Valzer dei fiori (Lurdi Dodgjini, Eles Resuli). I Ballerini del Valzer dei fiori (Erisa Gina, Jonida Qafmolla, Livia Lara, Loreta Bala, Elona Beqiraj, Sbaina Maklekaj, Vanesa Barushi, Sindi Sheshi). Gli ospiti della festa (Denada Hristic, Livia Lara, Vanesa Barushi, Elda Logo, Fatjon Lito, Enred Miolli, Lurdi Dodgjini, Andi Vrapi). Da citare inoltre gli allievi delle scuole piacentine (Linda Bortolotto, Clementina Guglielmetti, Arianna Molinaroli, Pietro Piras, Jacopo Bettella, Carola Biasini, Camilla Malvisi, Maria Ginevra Veca, Valeria Ferrari, Davide Forzo, Laura Pisani, Irene Valente, Yamileth Maite Anguizaca Tenesaca, Gaia Baldanti, Giulia Boglioli, Gabriele Zucconi, Giulia Corchia, Camilla Mendoza, Emma Turini, Alice Zurla).
Come sempre se “tutto il mondo è un palcoscenico” è facile immaginare che il pubblico con i suoi generosi applausi si sia sentito partecipe di ciò che la scena gli ha trasmesso.
Michele Olivieri
Foto: Mauro Del Papa
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