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Ricordiamo Olivia Newton-John nel giorno della sua nascita

Il 26 settembre si celebra l’anniversario della nascita di Olivia Newton-John, icona senza tempo della musica, del cinema e – meno ricordato ma profondamente significativo – della danza.

Nata nel 1948 a Cambridge, in Inghilterra, e cresciuta in Australia, Olivia è stata un’artista poliedrica capace di fondere voce, espressività e movimento in un connubio unico che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura pop del Novecento.

Molti associano immediatamente il nome di Olivia Newton-John al personaggio di Sandy in Grease (1978), un film che ha definito una generazione. Ma al di là della voce cristallina e dell’indimenticabile duetto con John Travolta in You’re the One That I Want, ciò che ha incantato il pubblico è stata anche la sua capacità di muoversi con grazia e naturalezza, trasformando la danza in un linguaggio universale.

Olivia non è mai stata una ballerina nel senso tecnico e accademico del termine. Eppure, nella sua danza c’era verità, libertà e energia positiva – qualità che l’hanno resa immediatamente riconoscibile.

I suoi passi erano un’estensione del suo spirito: spontanei, sensuali, accessibili. Non cercava mai la perfezione formale, ma quella connessione emotiva con chi la guardava.

Nel 1980, con il musical Xanadu, Olivia Newton-John porta sullo schermo uno stile di danza ispirato alla cultura roller-disco dell’epoca. Il film, nonostante la critica tiepida iniziale, è oggi un cult proprio grazie alla sua estetica visionaria e alla straordinaria performance fisica di Olivia, che danza su pattini a rotelle con una leggerezza che sfida la gravità.

In Xanadu, Olivia dimostra che si può essere eteree e terrene, sofisticate e popolari allo stesso tempo. Il suo corpo racconta una storia, si muove tra sogno e realtà, in un mondo dove la danza è veicolo di speranza e creatività.

Dopo l’inizio della malattia negli anni ’90, Olivia ha continuato a esibirsi e a danzare, anche in modo semplice, nei concerti e nelle sue apparizioni pubbliche.

La sua relazione con la danza è diventata più intima, quasi spirituale. Per lei, muoversi era una forma di guarigione, un modo per riaffermare la propria vitalità e femminilità.

In alcune interviste, parlava della danza come “il momento in cui il corpo prende il posto della mente”.

Anche negli ultimi anni prima della prematura scomparsa, Olivia conservava quella naturalezza nel muoversi che la rendeva luminosa, elegante, con quel sorriso che danzava ancora prima dei piedi.

Nel giorno in cui ricordiamo la sua nascita, non celebriamo solo una cantante o un’attrice, ma una donna che ha saputo danzare la propria vita – con leggerezza, coraggio e stile.

“La danza è una canzone del corpo. E il corpo di Olivia cantava sempre.”

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

©️ Riproduzione riservata

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