
Roberto Bolle, con la compostezza che lo contraddistingue, ha ricevuto la laurea magistrale honoris causa in Pratiche, linguaggi e culture della comunicazione dall’Università di Firenze.
Il suo discorso dí ringraziamento si è trasformato in una dichiarazione d’amore: alla danza, alla cultura, alla dedizione e alla famiglia.
Bolle racconta il suo percorso come un viaggio di responsabilità e di passione. «Ricevere questa laurea è un’emozione profonda — dice — perché la mia missione è sempre stata quella di portare la danza a tutti, di farla uscire dai palcoscenici d’élite per renderla un linguaggio universale».
Ricorda gli inizi, la solitudine, le prove estenuanti, la paura prima di salire sul palco. «Prima di ogni esibizione c’erano momenti di panico, ma dentro di me una voce diceva: dai il massimo. È quella voce che mi ha accompagnato sempre».
Poi il pensiero corre ai genitori: «L’etica del lavoro, la serietà, la dedizione… sono lezioni che ho imparato da loro. Hanno lavorato instancabilmente per me e i miei fratelli. Quella loro generosità silenziosa è impressa nel mio cuore».
Bolle parla della Fondazione che porta il suo nome e del progetto con le scuole, dove la danza diventa strumento educativo e sociale. «La danza insegna disciplina, consapevolezza, rispetto degli altri e dello spazio. È un linguaggio che educa alla vita».
Per l’étoile la cultura non è un lusso, ma una responsabilità condivisa. «Il mio sogno — conclude — è che la danza entri nelle scuole, nelle periferie, nei luoghi dove non si pensa possa esistere. Perché la bellezza non deve restare privilegio di pochi, ma diritto di tutti».
Michele Olivieri
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