La tecnica coreutica non risiede solo nel potenziamento dei muscoli e nell’aumento della mobilità articolare. Ogni correzione e variazione attivano un profondo cambiamento nell’encefalo. La neuroplasticità consiste nella capacità del sistema nervoso di riorganizzarsi funzionalmente e strutturalmente, ossia predisporre la propria struttura in risposta all’esperienza, immagazzinare nuove informazioni e competenze, e riprendersi da un danno. Danzando si rafforzano circuiti neurali già esistenti e si eliminano connessioni sinaptiche inutilizzate da tempo per lasciare spazio a nuove informazioni. Interiorizzando correzioni posturali, coordinando movimento e respiro, raffinando complessi pattern motori come assi, equilibrio e velocità, si attiva la neuroplasticità che permette al cervello di cambiare, adattarsi e perfino reagire a un trauma. Il cervello infatti non migliora con la perfezione, ma con le difficoltà, gli sforzi, gli errori e i riaggiustamenti. Introducendo in una sequenza elementi inaspettati, come una variazione di ritmo o di utilizzo dello spazio, il sistema nervoso viene stimolato a trovare nuove soluzioni, perché piccoli cambiamenti creano enormi riadattamenti cerebrali. L’encefalo non è una struttura fissa e immutabile, è una materia viva, dinamica, che si rimodella di continuo per adattarsi alla pratica artistica. L’obiettivo delle lezioni di danza non è ripetere come marionette quanto imparato, ma esercitare l’abilità di apprendimento. ...
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