Domenica 21 gennaio secondo appuntamento con la programmazione LA DANZA CHE MUOVE, in scena alle 17:00 al Teatro Mecenate di Arezzo, Alcune Coreografie del coreografo, performer e videomaker Jacopo Jenna: un dialogo continuo tra la danzatrice Ramona Caia e una moltitudine di frammenti video montati in una sequenza serrata, spaziando nella storia della danza e della performance, attraversando il cinema e internet, in un viaggio concreto e virtuale che abbraccia i generi più lontani. In Alcune Coreografie la danzatrice incarna, trasforma, connette e riporta al presente il corpo dell’immagine, ne sonda la dinamica, la libertà e l’immediatezza linguistica senza un punto di vista privilegiato, lo sradica dall’immaginario nello svolgimento di una coreografia esatta. La danza tenta di liberarsi dalla forza dell’immagine, smettendo di riferirsi a qualcos’altro, per iniziare a rifarsi solo a se stessa. Nella seconda parte un video originale dell’artista Roberto Fassone offre una sequenza di coreografie visive, un paesaggio simbolico dove l’umano è assente ma che ancora cerca un rapporto con il corpo in scena e riflette su quella materia intangibile di cui la danza è fatta. Lunedì 22, come di consueto per la rassegna, lo spettacolo sarà presentato in replica matinée per le scuole, un appuntamento arricchito ...
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“IMA”: un inno alla rinascita e al rinnovamento
Nell’ambito degli spettacoli della Compagnia Sosta Palmizi, andrà in scena – prima in Italia, al Festival Danza Estate di Bergamo (25 giugno 2022), e poi in Germania, al COLOURS International Dance Festival, Theaterhaus di Stoccarda (1 e 2 luglio 2022)– IMA, coreografia di Sofia Nappi, con i danzatori Lara di Nallo, Valentin Durand, Evelien Jansen, Paolo Piancastelli e Gonçalo Reis. “Ima” è un termine giapponese che indica “il momento presente”; in aramaico ed ebraico “Ima” sta anche per “madre”, in riferimento a rinascita e rinnovamento. IMA è una creazione immaginata durante il periodo di distanziamento sociale dovuto all’emergenza da COVID-19. Siamo stati lasciati soli nella nostra vera casa, il nostro corpo, dove esiste solo la dimensione temporale del presente, dove il nostro esistere diventa più sensibile alle piccole cose, dove il bisogno di rapporto con l’altro, in assenza di contatto fisico, ci porta a raggiungere un profondo senso d’interconnessione e nostalgia di co-creazione. Essere soli con il nostro corpo ci fa percepire chiaramente che tutto, dentro e intorno a noi, non si è fermato, ma è in continuo divenire in una danza che è interconnessione di tutte le cose. L’universo è movimento fine a sé stesso, piacere di creare, vitalità ...
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