Julien Favreau ha studiato danza classica e contemporanea presso la “National Dance School” di La Rochelle sotto la direzione di Colette Milner. Nel 1994, è entrato a far parte di “Ecole-Atelier Rudra Béjart Lausanne”, poi è entrato a far parte della compagnia “Béjart Ballet Lausanne” nel 1995. Maurice Béjart ha creato ruoli importanti per lui, in particolare in “Zarathoustra, le chant de la danse”, “L’Amour-la Danse”, “Elton Berg ou La Route de la Soie”. Gli affida diversi ruoli principali, tra gli altri in “Le Sacre du Printemps”, “Serait-ce la Mort?” e “La Flûte enchantée”. Negli anni assume ruoli importanti in “Boléro”, “Light”, “Le Concours”, “Suite Barocco” e “Le Marteau sans maître”. Nel 2006 ha ricevuto il “Prix des Etoiles de Ballet 2000” a Cannes e, nel 2012, il “Premio Positano Leonide Massine per la danza”. Nel 2018 ha danzato il “Boléro” di Maurice Béjart sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano. Nel febbraio 2024 Favreau è stato nominato Direttore Artistico del “Béjart Ballet Lausanne”. Congratulazioni Julien! Con questa nomina si chiude in qualche modo un cerchio: sei entrato nel mondo di Béjart da allievo ed oggi giungi alla Direzione artistica del “Béjart Ballet Lausanne”. Quali sono le tue ...
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Ballet Nacional de España: la nuova stagione tra tradizione e innovazione
La stagione 2022/2023, che il Ballet Nacional de España inaugurerà a settembre 2022 a Madrid, sarà caratterizzata dal connubio tra tradizione e innovazione. Il Direttore, Rubén Olmo, rivendica la necessità di recuperare i classici della danza spagnola, senza tuttavia perdere di vista le nuove tendenze attraverso la presentazione di tre prime mondiali e il recupero di tre opere del repertorio, oltre a proseguire la tournée de La Bella Otero, che ha debuttato in anteprima nel 2021. Il nuovo programma che debutterà al Teatros del Canal di Madrid dall’8 al 10 settembre 2022 è una proposta mista, che si basa sulla tradizione della danza spagnola e riflette anche l’evoluzione delle proposte sceniche attraverso tre generazioni di coreografi. Il programma include uno dei titoli di classico spagnolo più amati, Ritmos, di Alberto Lorca, su partitura di José Nieto, e Grito, la personale interpretazione flamenca creata da Antonio Canales nel 1997. L’opera di Alberto Lorca, presentata per la prima volta nel 1983, è uno spettacolo visivo in cinque movimenti dedicato a Encarnación López, “La Argentinita”, mentre in Grito è un viaggio attraverso i diversi palos del Flamenco: Seguirillas, Soleá, Alegrías, Tientos, Tangos. Il programma è completato da tre assoli in prima assoluta, firmati ...
Read More »La scena rivela la verità su chi si è: intervista a Lorena Baricalla
Artista internazionale dai molteplici talenti Lorena Baricalla è Etoile, Cantante ed Attrice nonché Coreografa, Writer e Produttrice. Ha sviluppato la sua carriera in più di 35 paesi nel mondo, in teatro e televisione. Nata da una famiglia di Monaco da più di cinque generazioni con origini italiane, francesi, ceche e tedesche, vive da sempre a Monte-Carlo. Lorena Baricalla scopre la danza all’età di quattro anni quando incontra la grande maestra russa Marika Besobrasova, della quale sua madre era stata l’allieva, ed esprime da quel momento il suo desiderio di danzare. È per lei del tutto naturale decidere a dodici anni di farne una carriera e segue per questo una formazione professionale all’Accademia di Danza Classica “Principessa Grace” di Monte-Carlo diretta da Marika Besobrasova. Si diploma giovanissima, a diciassette anni, ottenendo il massimo dei voti “Mention Très Bien”. Sulle scene dall’età di quattro anni, ottiene a dieci anni il suo primo contratto professionale per una serie di spettacoli alla “Salle des Etoiles” di Monte-Carlo. Dai quattordici ai sedici anni lavora anche nei balletti delle Stagioni Liriche dell’Opera di Monte-Carlo. Partecipa ai numerosi spettacoli organizzati dall’Accademia nel Principato, in Italia e in Francia danzando il repertorio classico. A conclusione dei suoi ...
Read More »Esce in edizione limitata “La danza vola al di sopra delle spade”
Tre secoli di storia, tre secoli di danza. Nella Russia dello zar Pietro il Grande caratterizzata dall’arte effimera di Stravinskij e Diaghilev. Il nuovo, ed ultimo, lavoro di Gianni Secondo (1925- 2011) dottore in medicina e chirurgia, storico e critico di danza, verte su questi argomenti. Pubblicato postumo per Edizioni Angolo Manzoni, il volume, intitolato “La danza vola al di sopra delle spade”, è considerato il nuovo monumento artistico della danza per la grande varietà di documentazioni che presenta al suo interno. Uscito in edizione limitata è ambientato in una Russia ancora di impianto zarista. Qui l’autore qualifica il modo con cui la danza veniva intesa e sperimentata e riflette sull’importanza che già aveva allora. Tutto questo, racchiuso in un libro contornato da cofanetto, è accompagnato inoltre da una serie di tavole colorate che illustrano vivacemente le dinamiche degli argomenti trattati. “La danza vola al di sopra delle spade” è sicuramente il titolo più appropriato per descrivere quanto la danza fosse importante già allora, a tal punto da impressionare e coinvolgere una delle figure più imponenti e dissolute di tutti i tempi: lo zar. Antonia Nedelcu
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