Questo titolo tersicoreo è famoso per essere stato il primo a portare in scena la danza sulle punte. “Flore et Zéphire” è un balletto-divertissement in un atto su coreografia di Charles Didelot e musica di Cesare Bossi. Il debutto avvenne a Londra presso il King’s Theatre (7 luglio 1796) con M.me Hilligsberg (la ninfa Cleonice), Rose Didelot (la ninfa Flora), Charles-Louis Didelot (Zefiro), Ménage (Cupido), Miss Hill (un amorino). La trama narra la storia di Zefiro, divinità che incarna il volubile vento dell’ovest, e di sua moglie Flore, ninfa dei fiori e della primavera. Nel 1795, Didelot creò il balletto “La Métamorphose” per Lione e, nel 1796, revisionò questa sua opera coreografica con il titolo “Flore et Zéphire” in cui vennero utilizzate “macchine volanti” dove i ballerini erano appesi a fili quasi invisibili per dare l’impressione di volare. Danzatore e coreografo (Stoccolma 1767-Kiev 1837) Didelot studiò a Parigi con Auguste Vestris, iniziando una brillante carriera che lo portò in Inghilterra e in Russia dove lavorò e visse per molti anni. Considerato il fondatore della scuola russa di danza, anticipò il romanticismo nell’arte del balletto, dando vita per il suo capolavoro “Flore et Zéphire” allo “style volant”. La scena si svolge sul Monte ...
Read More »Tag Archives: Diaghilev
2024 un anno di danza e balletto
Molti gli spettacoli di danza e balletto in tutto il mondo che hanno accompagnato il pubblico lungo il 2024 passando dall’accademismo al contemporaneo. Per ragioni di spazio è impossibile stilare una lista completa ma di seguito citiamo una nutrita selezione degna di nota in ordine sparso: il “Balletto dell’Opera di Tblisi” con l’incantevole edizione del titolo forse più noto e amato dell’intero repertorio “Il lago dei cigni” nella messa in scena di Alexei Fadeechev e Nina Ananiashvili (quest’ultima GD Awards 2024). Per passare ad una serata contemporanea voluta dal Direttore del Ballo alla Scala, Manuel Legris con tre firme (Garrett Smith / duo Sol León e Paul Lightfoot / Simone Valastro) appartenenti a differenti generazioni e universi creativi con una ripresa e inediti debutti. Il Teatro Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko di Mosca ha riproposto un classico del repertorio sovietico oggi meno frequentato: “Il fiore di pietra” su musica di Sergej Prokof’ev con la coreografia di Jurij Grigorovič. Un altro momento importante si è visto grazie al Direttore Frédéric Olivieri (GD Awards 2024) con il “Gala della Scuola di Ballo della Scala” che ha unito la tradizione e l’innovazione per illuminare gli elementi dei corsi accademici ancor prima del diploma confermando la ...
Read More »Raymonda (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama
Uno degli ultimi grandi titoli del glorioso periodo dei “Balletti Imperiali” ha visto la luce in tre atti e quattro scene, su musica di Aleksandr Konstantinovič Glazunov con la coreografia originale di Marius Petipa. Il libretto fu scritto dallo stesso Petipa insieme alla contessa Lydia Pashkova; le scene furono allestite da Oreste Allegri, Pyotr Lambin e Konstantin Ivanov. Rappresentato a San Pietroburgo per la prima volta dal “Balletto Imperiale” al Teatro Mariinskij il 19 gennaio 1898 con la direzione orchestrale di Riccardo Drigo vide interpreti d’eccezione Pierina Legnani (Raymonda), Sergej Legat (Jean de Brienne), Olga Preobrazhenskaya (Henriette), Claudia Kulichevskaya (Clemence), Nikolaj Legat (Béranger), Pavel Gerdt (Abderakhman), Georgy Kyaksht (Bernard) e Giuseppina Cecchetti (Contessa Sibilla). Il successo al debutto fu eccezionale, in gran parte a favore della Legnani (che nel secondo atto eseguì una straordinaria sequenza di “entrechats quatre done sur la pointe”), della coreografia di Petipa (l’argomento semplice servì a creare numerosi numeri di danza per mettere in luce le abilità e le capacità dei ballerini solisti) e della partitura di Glazunov (la cui affabile musica su temi aggraziati riecheggiò l’arte di Čajkovskij). Apoteosi dello stile di Marius Petipa, il balletto è una commistione di generi che non risente di ...
Read More »Intervista a Julien Favreau: nuovo direttore artistico del Béjart Ballet Lausanne
Julien Favreau ha studiato danza classica e contemporanea presso la “National Dance School” di La Rochelle sotto la direzione di Colette Milner. Nel 1994, è entrato a far parte di “Ecole-Atelier Rudra Béjart Lausanne”, poi è entrato a far parte della compagnia “Béjart Ballet Lausanne” nel 1995. Maurice Béjart ha creato ruoli importanti per lui, in particolare in “Zarathoustra, le chant de la danse”, “L’Amour-la Danse”, “Elton Berg ou La Route de la Soie”. Gli affida diversi ruoli principali, tra gli altri in “Le Sacre du Printemps”, “Serait-ce la Mort?” e “La Flûte enchantée”. Negli anni assume ruoli importanti in “Boléro”, “Light”, “Le Concours”, “Suite Barocco” e “Le Marteau sans maître”. Nel 2006 ha ricevuto il “Prix des Etoiles de Ballet 2000” a Cannes e, nel 2012, il “Premio Positano Leonide Massine per la danza”. Nel 2018 ha danzato il “Boléro” di Maurice Béjart sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano. Nel febbraio 2024 Favreau è stato nominato Direttore Artistico del “Béjart Ballet Lausanne”. Congratulazioni Julien! Con questa nomina si chiude in qualche modo un cerchio: sei entrato nel mondo di Béjart da allievo ed oggi giungi alla Direzione artistica del “Béjart Ballet Lausanne”. Quali sono le tue ...
Read More »Ballet Nacional de España: la nuova stagione tra tradizione e innovazione
La stagione 2022/2023, che il Ballet Nacional de España inaugurerà a settembre 2022 a Madrid, sarà caratterizzata dal connubio tra tradizione e innovazione. Il Direttore, Rubén Olmo, rivendica la necessità di recuperare i classici della danza spagnola, senza tuttavia perdere di vista le nuove tendenze attraverso la presentazione di tre prime mondiali e il recupero di tre opere del repertorio, oltre a proseguire la tournée de La Bella Otero, che ha debuttato in anteprima nel 2021. Il nuovo programma che debutterà al Teatros del Canal di Madrid dall’8 al 10 settembre 2022 è una proposta mista, che si basa sulla tradizione della danza spagnola e riflette anche l’evoluzione delle proposte sceniche attraverso tre generazioni di coreografi. Il programma include uno dei titoli di classico spagnolo più amati, Ritmos, di Alberto Lorca, su partitura di José Nieto, e Grito, la personale interpretazione flamenca creata da Antonio Canales nel 1997. L’opera di Alberto Lorca, presentata per la prima volta nel 1983, è uno spettacolo visivo in cinque movimenti dedicato a Encarnación López, “La Argentinita”, mentre in Grito è un viaggio attraverso i diversi palos del Flamenco: Seguirillas, Soleá, Alegrías, Tientos, Tangos. Il programma è completato da tre assoli in prima assoluta, firmati ...
Read More »La scena rivela la verità su chi si è: intervista a Lorena Baricalla
Artista internazionale dai molteplici talenti Lorena Baricalla è Etoile, Cantante ed Attrice nonché Coreografa, Writer e Produttrice. Ha sviluppato la sua carriera in più di 35 paesi nel mondo, in teatro e televisione. Nata da una famiglia di Monaco da più di cinque generazioni con origini italiane, francesi, ceche e tedesche, vive da sempre a Monte-Carlo. Lorena Baricalla scopre la danza all’età di quattro anni quando incontra la grande maestra russa Marika Besobrasova, della quale sua madre era stata l’allieva, ed esprime da quel momento il suo desiderio di danzare. È per lei del tutto naturale decidere a dodici anni di farne una carriera e segue per questo una formazione professionale all’Accademia di Danza Classica “Principessa Grace” di Monte-Carlo diretta da Marika Besobrasova. Si diploma giovanissima, a diciassette anni, ottenendo il massimo dei voti “Mention Très Bien”. Sulle scene dall’età di quattro anni, ottiene a dieci anni il suo primo contratto professionale per una serie di spettacoli alla “Salle des Etoiles” di Monte-Carlo. Dai quattordici ai sedici anni lavora anche nei balletti delle Stagioni Liriche dell’Opera di Monte-Carlo. Partecipa ai numerosi spettacoli organizzati dall’Accademia nel Principato, in Italia e in Francia danzando il repertorio classico. A conclusione dei suoi ...
Read More »Esce in edizione limitata “La danza vola al di sopra delle spade”
Tre secoli di storia, tre secoli di danza. Nella Russia dello zar Pietro il Grande caratterizzata dall’arte effimera di Stravinskij e Diaghilev. Il nuovo, ed ultimo, lavoro di Gianni Secondo (1925- 2011) dottore in medicina e chirurgia, storico e critico di danza, verte su questi argomenti. Pubblicato postumo per Edizioni Angolo Manzoni, il volume, intitolato “La danza vola al di sopra delle spade”, è considerato il nuovo monumento artistico della danza per la grande varietà di documentazioni che presenta al suo interno. Uscito in edizione limitata è ambientato in una Russia ancora di impianto zarista. Qui l’autore qualifica il modo con cui la danza veniva intesa e sperimentata e riflette sull’importanza che già aveva allora. Tutto questo, racchiuso in un libro contornato da cofanetto, è accompagnato inoltre da una serie di tavole colorate che illustrano vivacemente le dinamiche degli argomenti trattati. “La danza vola al di sopra delle spade” è sicuramente il titolo più appropriato per descrivere quanto la danza fosse importante già allora, a tal punto da impressionare e coinvolgere una delle figure più imponenti e dissolute di tutti i tempi: lo zar. Antonia Nedelcu
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