“Tra storia e tecnica della danza” Nei due articoli precedenti, “La Pirouette delle origini” e “La nascita delle punte della danza accademica”, avevamo posto l’accento sulle grandi trasformazioni avvenute nel mondo accademico francese nell’ultimo decennio del Settecento a seguito dei rivolgimenti sociali e culturali che avevano scosso non solo la Francia ma l’intera Europa. Il Neoclassicismo incalzante e il gusto greco dilagante avevano imposto l’estetica classica in tutte le arti e avevano fornito modelli non solo alla pittura e alla scultura ma anche al balletto accademico. Le pubblicazioni sui reperti archeologici di Ercolano e Pompei, prodotte a partire dagli anni Cinquanta del Settecento, avevano restituito un repertorio di Menadi danzanti e di Centauri in atteggiamenti vigorosi, rappresentandoli in una dimensione fantastica con sfondi astratti e posizioni dei corpi sospesi nell’aria. Altre figure danzanti e personaggi di scene teatrali si mostravano anch’essi negli atteggiamenti più disparati tra cui alcuni con la schiena rivolta allo spettatore. Se già Raffaello, in seguito agli scavi realizzati alla fine del Quattrocento nelle ville imperiali romane, aveva ampiamente attinto a questo eterogeneo repertorio antico per istoriare le Logge Vaticane, Antonio Canova aveva fatto dei documenti classici un modello di varietà e di gusto. Le sue Danzatrici ...
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