A cura di Alessandro Di Giacomo Ci accingiamo ad intraprendere questo nuovo anno con la speranza di poter raccontare, quanto più possibile, di questa meravigliosa arte che è la Danza. E’ con questo spirito che il giornaledelladanza.com vuole dare il Benvenuto, in questo 2011, ai propri lettori, raccontando sogni, progetti e desideri per il futuro, dei grandi artisti del panorama internazionale della danza. I sogni nel cassetto di … Roberto Bolle “Spero di poter continuare a mantenere una crescita professionale. Bisogna costruire anche dopo anni l’introspezione di un personaggio e rimettersi in gioco ogni volta. La ricetta? Sacrificio e dedizione”. Gabriella Borni “Mi piacerebbe lavorare di più in Italia. Vorrei che qui tante cose cambiassero, che si potessero avere anche degli scambi culturali nei quali poter condividere opinioni e altro, crescendo sempre di più. Non basta Facebook, bisogna parlarsi a voce incontrarsi e soprattutto fare tanto”. Matilde Brandi “Sogno di poter rifare un grande varietà come si faceva in passato, ad esempio i grandi sabato sera di Rai Uno. Spesso in televisione guardo con piacere gli spezzoni dei vecchi varietà ed ogni volta spero di poter rivedere dei grandi show come sono stati quelli, con al seguito un grandissimo stuolo ...
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Maria Grazia Garofoli racconta la sua “Cenerentola”
Stasera al Teatro Filarmonico andrà in scena Cenerentola, che aveva già avuto una sua prima edizione nel 2006-2007. Che Cenerentola è quella che gli spettatori potranno vedere nell’allestimento della Fondazione Arena di Verona, qual è la chiave di lettura? Sì, si tratta di una riedizione a cui ho apportato solo delle piccole modifiche nella struttura che non intaccano la trama. È una storia che nulla toglie alla magia della fiaba, ma è più moderna. L’alone magico resta inalterato, sia nella coreografia che nell’impianto narrativo, ma tutto è meno barocco, meno lezioso e più moderno, più essenziale. Non ho voluto dare chiavi di lettura diverse dall’originale, l’unica rilettura personale riguarda la figura della Fata Buona, che ho immaginato come la madre di Cenerentola che dall’aldilà vede la figlia soffrire ed interviene in suo aiuto con un incantesimo attraverso il quale, non solo trasforma Cenerentola, ma fa ringiovanire il padre che diventerà poi il cavaliere che presenta Cenerentola alla festa. Ho voluto rappresentare così l’amore materno, sempre d’aiuto, soprattutto nei momenti più difficili, una figura sempre vicina. Alla fine tutto torna come prima, ma Cenerentola resta la principessa che è diventata. Molti coreografi si sono avvicendati nel raccontare in danza la ...
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