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Le Kessler: l’ultima uscita di scena di due vite danzate

Quando la notizia della morte delle gemelle Kessler ha iniziato a circolare, il mondo dello spettacolo ha avuto la sensazione che si fosse spenta un’intera epoca. Non due artiste, ma un gesto, un ritmo, un modo di stare sul palco che non apparteneva più a nessuno. Alice ed Ellen se ne sono andate insieme, così come avevano vissuto: sincronizzate, complementari, inseparabili. La loro storia, prima ancora che fatta di canzoni, lustrini e prime serate, è una storia di danza. Non la danza come ornamento, ma come spina dorsale di un percorso artistico che ha definito la loro identità. Le Kessler non si sono limitate a “battere il tempo”: l’hanno scolpito, gli hanno dato una forma. Sin da bambine, la danza fu la loro prima lingua. Non imparavano solo passi, imparavano disciplina, equilibrio, ascolto reciproco. Chiunque abbia provato a muoversi in perfetta simmetria con un’altra persona sa quanto questo richieda fiducia totale. Per le Kessler, la danza era questo: un patto. Un patto che sarebbe durato tutta la vita. Quando da ragazze attraversarono i confini della Germania per cercare un futuro nel mondo dello spettacolo, non portarono con sé che una valigia e la loro formazione classica. Ma quella formazione, che ...

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Gli effetti a lungo termine della danza: un cambiamento che permane

La danza non abbandona il danzatore nemmeno quando smette di danzare. Non si tratta di nostalgia o di ricordi piacevoli che rimangono, è una questione neurobiologica. Lungi dall’essere una ‘semplice’ disciplina artistica, la danza produce effetti che si estendono oltre il periodo in cui viene praticata. Anni di allenamento e ripetizioni di movimenti modificano in modo duraturo la chimica cerebrale e persino l’identità. Il cervello, sottoposto a costante esercizio moto-sensoriale, crea connessioni profonde e persistenti. Anche dopo la cessazione della pratica, basta uno stimolo sensoriale minimo, una melodia, un ritmo, l’odore del legno che ricorda il parquet della sala, per riattivare quei circuiti, dimostrando che le trasformazioni sono strutturali. Il cervello e il sistema nervoso infatti rimangono impostati su schemi appresi, pronti a riattivarsi. In particolare, chi inizia a danzare da bambino sviluppa una forte associazione tra la disciplina e la sensazione di appartenenza, l’impegno e la realizzazione personale, il lavoro e la gratificazione emotiva e sociale. La corteccia cerebrale e il cervelletto raggiungono una sincronizzazione tale da rendere naturale la concentrazione e la calma, qualità che si riflettono anche nella vita quotidiana. Il patrimonio neurobiologico ereditato dalla danza rimane radicato e influenza positivamente la gestione dello stress e la ...

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La danza è uno strumento di pace, comunicazione profonda ed empatia

La danza è una risorsa per la soluzione dei conflitti interpersonali, intercomunitari, e addirittura nazionali e globali. Il riconoscimento dell’identità e le relazioni con l’altro sono le componenti chiave per la conclusione positiva di un conflitto innescato da pregiudizi culturali radicati. Costruire la pace richiede la necessità di ampliare e trasformare le visioni del mondo. Le arti generano nuove prospettive e si diffondono attraverso culture e visioni differenti. Il percorso creativo facilita la comprensione, l’identità e la costruzione di relazioni tra i gruppi in conflitto. Danzare dunque rappresenta una grande risorsa per la costruzione della pace e le relazioni con l’altro. Lavorando sul movimento, la danza attiva le aree frontali del cervello e i neuroni mirror fondamentali nella comunicazione non verbale e per entrare in empatia con gli altri, migliorando le funzioni dell’asse affettivo relazionale, motorio e cognitivo. Riproducendo la gestualità del soggetto che con cui stiamo comunicando, l’attività di mirroring esercitata attraverso la danza permette dunque di amplificare la comunicazione efficace. La comunicazione verbale, infatti, trasmette solo un significato limitato. In quanto forma di comunicazione primaria, il movimento è più convincente dei messaggi verbali, perché la maggior parte della comunicazione umana è di natura non verbale,  e l’arte di per ...

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Chi è l’insegnante di danza? Una cosa è certa, non ci si improvvisa maestri

Chi è l’insegnante di danza? Un ballerino di talento che a fine carriera decide di dedicarsi all’insegnamento? Un forte conoscitore della danza, che ha studiato con molti insegnanti diversi e ha letto ogni libro esistente di tecnica coreutica? O è qualcosa di più? Una cosa è certa, non ci si improvvisa insegnanti di danza. Se è vero che la padronanza della disciplina insegnata, della fisiologia umana e dell’anatomia del movimento sono indispensabili quando si lavora con il corpo di altre persone, è vero anche che il maestro deve aver sviluppato altre due qualità oltre al talento: deve saper comunicare e possedere la rara dote dell’empatia. Il maestro, infatti, deve conquistare la classe, trovare il giusto canale di comunicazione con ogni allievo, diverso per provenienza, storia e prospettive future, quindi motivazione. Deve avere una forte consapevolezza di ciò che insegna perché, come ci siamo ripetuti molte volte, la danza non è solo passi e tecnica, ma è  disciplina, dedizione, umiltà, rispetto per gli altri e confronto con se stessi. L’insegnante quindi deve saper spiegare anche il comportamento da tenere in sala, il motivo di un certo tipo di abbigliamento, in un continuo ed efficace interscambio comunicativo con i propri allievi. Deve ...

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Che cosa significa essere un ballerino? Cosa vuol dire amare la danza?

Che cosa significa essere un ballerino? Lavorare professionalmente in una compagnia o come insegnante? Possedere un determinato livello di competenza tecnica? Oppure è sufficiente provare quella passione e quell’amore per la danza che non si spegneranno mai, indipendentemente dalle nostre scelte di vita e dall’aver deciso o dovuto rinunciare a ballare? Si smette mai di essere un ballerino? Martha Graham sosteneva che ‘I più grandi ballerini non sono grandi per il loro livello tecnico, sono grandi per la loro passione’, secondo Rudolf Laban ‘Ogni essere umano porta dentro di sé un danzatore’. Un altro adagio cita: ballerino una volta, ballerino per sempre. Perché si può smettere di ballare per svariate ragioni, ma la danza resta parte di chi è cresciuto con i suoi insegnamenti e rappresenta un enorme supporto nei momenti di difficoltà e nella gestione degli imprevisti. Possiamo trovare le tracce della danza ovunque, nel ricordo della prima volta che siamo entrati in una sala o che abbiamo indossato le scarpette da punta, negli spettacoli in cui ci siamo esibiti, nelle lezioni che abbiamo imparato e nei passi che non dimentichiamo. Imparando a ballare non ci siamo neppure resi conto di quanto abbiamo appreso di noi stessi e delle ...

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