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“Afanador”: Premio Godot 2024 per la migliore coreografia di danza spagnola

Il Premio Godot 2024 per la migliore coreografia di danza spagnola e flamenco è stato assegnato a Marcos Morau & La Veronal, Lorena Nogal, Shay Partush, Jon López e Miguel Angel Corbacho per Afanador. Il Ballet Nacional de España, che ha commissionato quest’opera, ha annunciato la notizia sui canali social. Sul profilo Facebook della compagnia diretta da Rubén Olmo si legge: Alla terza edizione del Premio Godot è stato assegnato il premio per la miglior coreografia di danza spagnola e flamenco a Marcos Morau & La Veronal, Lorena Nogal, Shay Partush, Jon López e Miguel Angel Corbacho per Afanador. Siamo molto entusiasti di questo riconoscimento per il lavoro svolto in questa nuova produzione del Ballet Nacional de España. Speriamo che questo spettacolo continui a piacere e ad avere il successo di pubblico e critica che stiamo riscuotendo in questo momento. Afanador ‒ ideazione, direzione artistica e coreografia di Marcos Morau ‒  è uno spettacolo ispirato alle immagini del fotografo Ruvén Afanador, apprezzato fotografo di moda colombiano, noto anche per i suoi ritratti di celebrità del cinema e della musica, che da anni mantiene uno stretto rapporto con il flamenco. Afanador unisce fotografia, flamenco e danza in un unico spettacolo. Ispirato ...

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“Siena”: La Veronal danza la bellissima città toscana

La Veronal, una delle compagnie più in voga della scena internazionale guidata dal coreografo Marcos Morau, sceglie di intitolare il proprio spettacolo con il nome di una delle più belle città italiane per portare in scena, oltre al patrimonio storico e artistico, una concezione dell’essere umano che affonda le sue radici nel Rinascimento -un periodo storico in cui l’uomo riacquisisce consapevolezza di sé stesso-  per estendere i suoi rami fino alla contemporaneità. Perché proprio l’uomo e il suo sistema di percezione e di autorappresentazione sono il fulcro dell’opera della formazione spagnola. Nella sala di un museo una donna seduta osserva un quadro, la celeberrima “Venere di Urbino” nuda e carnale sovrasta la scena. Vicino alla porta un uomo in piedi osserva la scena. Questo è il punto di partenza che ci porta fino alla città italiana di Siena per iniziare una riflessione sul corpo umano. Proprio da questo esercizio di osservazione e contemplazione e dalla sottile differenza tra i due termini si sviluppa Siena. In uno spazio dedicato allo sguardo, il corpo umano è connessione tra passato e futuro. Qui esso si impone nella sua narcisistica singolarità, pronto a riconoscersi in qualunque sua forma di rappresentazione materiale o immateriale. Un ...

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