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Tag Archives: Manuel Paruccini

Famiglie all’Opera: al Teatro Nazionale “La leggenda del fiore di lino”

Una magica commedia musicale, in due repliche appositamente dedicate alle famiglie: La leggenda del fiore di lino è in scena sabato 15 e domenica 16 novembre al Teatro Nazionale dove, appunto, si raduneranno gruppi familiari pronti a vivere emozioni speciali targati Teatro dell’Opera di Roma. La leggenda del fiore di lino, commedia musicale che vede la regia di David Haughton, le musiche di Adriana Del Giudice e i testi di Rosa Stipo, torna con una grande novità rispetto alle versioni precedenti: la danza. La coreografia è affidata a Manuel Paruccini, primo ballerino dell’Opera di Roma, aiutato dall’interpretazione di 14 allievi della Scuola di Ballo del Teatro Capitolino. “Dire che La leggenda del fiore di lino è una fiaba per bambini è riduttivo – spiega il regista David Haughton – è divertente per i piccoli ma il lato poetico la rende attraente anche per i più grandi. È la parabola di un’orchestra composta da animali comici ma determinati, che da simbolo della diversità diventa emblema di bellezza e forza. Tutto grazie alla magia associata con la musica, all’armonia che nasce proprio dalle diversità”. Nel cast, accanto ai giovani ballerini dell’Opera di Roma, sette attori – cantanti di grande esperienza quali Attilio ...

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Dentro la Danza: W L’OPERA 1 – W L’OPERA 2 – PROMOSSO – NEMO PROPHETA IN PATRIA

La rubrica del giornaledelladanza.com, Dentro la Danza, è un mix di notizie a volte importanti altre piccanti, divertenti, raccontate con ironia e leggerezza per svelare cosa avviene dietro le quinte del mondo della danza e del balletto. Anche i nostri lettori possono diventare protagonisti delle news del giornale scrivendoci all’indirizzo mailto:redazione@giornaledelladanza.com specificando nell’oggetto Dentro la Danza e raccontandoci in anteprima le indiscrezioni di cui sono a conoscenza.   W L’OPERA 1         Al Teatro dell’Opera di Roma è già cominciato il toto-nomi per il post Micha. L’attuale direttore del corpo di ballo non ha ancora ultimato il quinquennio previsto per il suo incarico che già si pensa a fargli le scarpette. Tra i candidati più gettonati spunta il nome dell’étoile Mario Marozzi, da poco ritiratosi dalle scene, per la cui candidatura è stata indetta addirittura una raccolta di firme online. Marozzi, splendido danzatore, si è detto lusingato dall’iniziativa e siamo sicuri che, con la classe e lo stile che lo hanno sempre contraddistinto, sarebbe in grado di dirigere egregiamente l’ente romano. W L’OPERA 2         Rimaniamo nell’ente lirico capitolino dove oltre a quelli che lavorano pensando già al futuro, c’è chi invece continua a vivere il presente. È stata di recente ...

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Il Natale all’Opera di Roma all’insegna de “Lo Schiaccianoci”

Il clima natalizio comincia a farsi sentire e nel fiore all’occhiello della capitale, il Teatro dell’Opera di Roma, si lavora strenuamente alla messa in scena del balletto Lo Schiaccianoci. Il balletto, in due atti, tratto dal racconto di Hoffman, sarà in cartellone dal 20 al 30 dicembre con la coreografia curata da Slawa Muchamedow e portato in scena dal corpo di ballo del teatro capitolino. Nel 1891 Marius Petipa scrisse la trama di questo balletto che successivamente venne messo in musica da Cajkovskij. Il soggetto si basava sulla famosissima favola di Hoffmann adattata per i bambini e trasformata in un balletto ed è stato messo in scena nel 1892 da Lev Ivanov, secondo maître de ballet del Teatro Mariinskij, con un esito non del proprio fortunato. Nel 1934 venne presentato al Teatro di Kirov con la coreografia di Vajnonen mentre il debutto in Italia avenne successivamente, nel 1938, al Teatro alla Scala con la coreografia di Margherita Froman. Tra le tante rappresentazioni succedutesi negli anni si ricorda particolarmente quella di George Balanchine, del 1954, che decise di dividere il balletto in due parti, la realtà ed il sogno. La favola misteriosa de Lo Schiaccianoci rapisce da sempre l’attenzione del pubblico, ...

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Alla Corte Malatestiana di Fano va in scena “D’Amore è Luce” tratto da “La Bottega dell’Orefice” di Karol Wojtyla

Il 4 settembre, alla Corte Malatestiana di Fano, debutterà lo spettacolo D’Amore è Luce, coreografia di Manuel Paruccini, regia di Arianna Salzano su musiche originali di Adriana Del Giudice, che prende spunto dal romanzo La bottegha dell’orefice scritto da Karol Wojtyla. Attraverso l’uso della danza della recitazione e delle video proiezioni, realizzate appositamente per l’occasione, si racconta la storia di tre coppie in un momento di riflessione sulla loro vita e sul legame del matrimonio. L’Orefice, la cui bottega fa da filo conduttore all’intero dramma, rappresenta la voce della coscienza; la sua vetrina è il luogo in cui si specchiano gli affanni, i dubbi, i desideri e le paure dei vari personaggi. L’intento dello spettacolo e quello di dare voce alle parole di Karol Wojtyla come uomo e non come religioso. Lo spettacolo è andato in scena nel Palazzo della Cancelleria del Vaticano lo scorso anno dove ha riscosso innumerevoli consensi. I costumi sono a cura di Anna Biagiotti, scene e video grafica di Michele della Coppa, realizzazione video: Giordano Cagnin. Lorena Coppola

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Le dichiarazioni di Yannick Boquin, Mariafrancesca Garritano e Manuel Paruccini a favore del Prof. Alberto Testa

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Yannick Boquin – Come si può trattare così male il Prof. Alberto Testa? Un personaggio così grande che ha fatto tantissimo per la danza in Italia. Che vergogna! Mariafrancesca Garritano – Gentili Signori, mi chiamo Mariafrancesca Garritano, Mary Garret nel mondo virtuale, sono una danzatrice solista del Corpo di Ballo della Scala ed apprendo dal vostro portale tutta l’evoluzione del “Caso Positano” senza Alberto Testa. Non conosco il Sig. Testa personalmente, ma di fama, e conosco poco il Premio Positano, nelle sue specificità.  Ciò che sento di scrivere al riguardo, nonostante il mio parere non sia di aiuto al Prof. Testa, è che la storia torna a ripetersi ciclicamente con le modalità squallide di sempre. L’essere umano spesso non ha la cultura del rispetto e della valorizzazione di un Talento, di qualsiasi disciplina si parli, e pecca di presunzione nel considerare il passare del tempo come un palliativo per non dover riconoscere il valore del passato. L’essere umano a volte dimentica facilmente e non sa riconoscere i meriti dell’altro, valorizzandoli come è di dovere, a causa dell’invidia e dell’ignoranza…: succedeva a “Petipa”, e nel libro Memorie di Valentina Bonelli è spiegato molto bene, ma, senza andare così lontano, basta ...

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