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Relazione tra danzatore e spettatore: un’esperienza dinamica, performativa ed empatica

Il mondo delle arti sceniche e quello della scienza hanno iniziato a interagire attraverso le neuroscienze cognitive, branca delle neuroscienze che studia le basi cerebrali del pensiero, e permette di evidenziare i cambiamenti che avvengono nel cervello. I primi approcci finalizzati a indagare la relazione fra artista e pubblico sono iniziati negli anni Ottanta e Novanta e hanno dato vita a quella che viene definita antropologia teatrale. Questa disciplina individua nel teatro ‘l’arte dello spettatore che percepisce attraverso tutti i sensi ciò in cui è coinvolto’ e identifica i principi che l’artista mette in atto per permettere l’attivazione percettiva dello spettatore. Le neuroscienze dimostrano l’esistenza di meccanismi nervosi che consentono di accedere a un livello imitativo del comportamento altrui e dipingono l’esperienza dello spettatore come performativa e non solamente percettiva. Esiste, infatti, una connessione diretta fra la percezione sensoriale e il sistema motorio. Lo spettatore quindi non fruisce passivamente delle scelte coreografiche e scenografiche, ma partecipa e assorbe l’atto performativo a lui dedicato. Di fronte ai danzatori, infatti, il cervello dello spettatore ricostruisce immediatamente un legame emozionale che lo porta a riconoscere empaticamente ciò che sta osservando. La presenza in scena è un’esposizione del corpo e dell’emozione generata dalla danza, ...

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Perché la danza è l’attività migliore che si possa scegliere per il proprio benessere

La danza aiuta a bruciare calorie e comporta numerosi altri benefici per la salute fisica e mentale. Secondo un rapporto dell’Università di Brighton nel Regno Unito, anche stili di danza relativamente blandi bruciano circa lo stesso numero di calorie di una corsa in bicicletta, una nuotata o una corsa veloce. Danzare richiede, infatti, una grande quantità di energia perché comporta movimenti in tutte le direzioni. Mentre la corsa, il nuoto e altre forme propulsive di attività fisica utilizzano il ritmo e lo slancio per mantenersi in movimento, nella danza ci sono continue accelerazioni e decelerazioni che stimolano la il metabolismo a bruciare più calorie. Se correre è come guidare su un’autostrada, ballare è più simile ad attraversare una città trafficata. Tutte le partenze, le fermate e cambi di direzione richiedono più carburante, anche se si copre un’area più limitata. Naturalmente, la quantità di energia che si spende varia a seconda dell’impegno che ci si mette. Marcare i passi e ballare senza dare il massimo non producono lo stesso effetto. Bruciare calorie non è l’unico vantaggio del ballo. Così come la corsa o la bicicletta impegnano maggiormente articolazioni e muscoli della parte inferiore del corpo, i movimenti multi direzionali della danza ...

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I processi di apprendimento e memorizzazione nella danza

La danza utilizza il corpo come mezzo di comunicazione per raccontare un’idea, una storia o un’emozione. In quanto tale, richiede la memorizzazione di un’elevata quantità di movimenti precisi nell’esecuzione, nel ritmo e nella modalità espressiva. In una lezione di novanta minuti, i danzatori memorizzano combinazioni di circa un minuto, costituite da una settantina di movimenti diversi eseguiti in forma successiva, alternata, simultanea o con ritmi differenziati e che impegnano tutti i segmenti corporei. Accade spesso che, oltre alla complessità dei movimenti, vi siano difficoltà anche nella memorizzazione delle sequenze. Si parla di interferenza retroattiva quando elementi coreografici simili ad altri già acquisiti interferiscono nell’elaborazione mnemonica, ostacolando la riproduzione della prima combinazione di movimenti. Si parla invece di errore di offuscamento quando il danzatore memorizza la sequenza in maniera eccessiva automatizzata, ottenendo l’opposto di ciò che desidera, ossia facilitando il peggioramento della memoria motoria anziché il suo miglioramento. All’interno di questo discorso, è interessante notare come la correzione di errori già stabilizzati sia spesso più problematica dell’apprendimento ex novo de gesto tecnico, vediamo perché. L’ippocampo è la struttura cerebrale deputata al controllo delle emozioni e a filtrare gli stimoli esterni da trasferire alla memoria. In coreografia i gesti diventano i significanti ...

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