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Audizioni per Lugano Junior Ballet: nuova frontiera del talento

Nel cuore di Lugano è nata una realtà che promette di cambiare il percorso dei giovani danzatori europei: Lugano Junior Ballet, un progetto che combina la solidità di una scuola strutturata con la dinamicità di una compagnia emergente. Il suo obiettivo è preciso e prestigioso: accompagnare i giovani ballerini dalla sala prove al palcoscenico professionale, offrendo quel passaggio intermedio che spesso manca tra l’accademia e le compagnie affermate. Un centro creativo nel cuore della Svizzera italiana La base operativa della nuova compagnia è ospitata all’interno dell’Ashkenazy Ballet Center, una struttura luminosa e moderna situata a Lugano. 
Questo contesto non è solo una “casa”, ma un vero ecosistema coreutico: sale danza attrezzate, insegnanti con esperienza internazionale, programmi di perfezionamento e una rete di collaborazioni che si sta ampliando rapidamente. Lugano, con la sua posizione strategica, diventa così il luogo ideale per attrarre giovani talenti provenienti da più Paesi, senza la pressione delle grandi capitali della danza. Chi può entrare: un programma che guarda al futuro Lugano Junior Ballet si rivolge a danzatori giovani ma già formati, generalmente tra i 16 e i 26 anni. 
Non si tratta di un’accademia di base, ma di un percorso di transizione professionale, pensato per chi ...

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La danza è un’amica silenziosa che non ci lascia mai soli

Ci sono passioni che si vivono a fasi, altre che si dimenticano, e poi c’è la danza: una presenza discreta e costante che, senza clamore, diventa compagna di vita. Non è solo movimento, non è solo arte: è un linguaggio universale che ci accompagna nei momenti di gioia, nelle difficoltà, nelle pause del quotidiano. Danzare è come parlare senza parole. Quando il mondo è rumoroso e confuso, la danza ci offre uno spazio personale dove ascoltare il nostro respiro, il battito del cuore, i pensieri nascosti. Ogni gesto diventa un ponte tra ciò che sentiamo e ciò che possiamo esprimere, un dialogo intimo che solo noi possiamo comprendere fino in fondo. Con il tempo, la danza insegna a conoscere il corpo, a rispettarlo, a sorprenderci delle sue possibilità. Ci mostra che la vita non è solo direzione e controllo: è anche ritmo, fluidità, equilibrio tra tensione e leggerezza. La danza cresce con noi, accompagna le tappe della vita. Dalla prima esibizione traballante al palco dei sogni, alla libertà di muoversi soli in salotto, fino ai momenti in cui il corpo chiede attenzione e pazienza, la danza rimane lì. Ci consola quando siamo tristi, ci esalta quando siamo felici, ci ricorda ...

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La danza mantiene giovani nello spirito e nella mente

C’è un istante, quando si comincia a danzare, in cui il mondo smette di avere contorni rigidi. Le preoccupazioni si assottigliano, i pensieri si sciolgono, e il corpo prende la parola con una spontaneità che spesso dimentichiamo di possedere. La danza non è soltanto un’arte: è una soglia. Un passaggio attraverso cui si rientra in contatto con una parte di sé che non invecchia mai. Ogni gesto danzato è un ritorno alla memoria più antica: quella del movimento libero. Non esiste età che possa cancellare il piacere di sentire le proprie braccia aprirsi nello spazio o i piedi seguire un ritmo familiare. Nella danza non si cerca la performance perfetta, ma l’ascolto: del battito, del respiro, dell’energia che scorre. È questo ascolto a restituire giovinezza allo spirito. Chi danza, anche solo per pochi minuti al giorno, si riconosce più leggero, più presente, più capace di vivere il momento senza restare intrappolato tra ieri e domani. La danza esercita la mente in modi che spesso sfuggono a chi la osserva dall’esterno. Coordinare i movimenti, interpretare la musica, improvvisare soluzioni, memorizzare sequenze: tutto questo è un allenamento mentale che stimola l’attenzione, la concentrazione e la flessibilità cognitiva. È come se il cervello, ...

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Stendere le punte: il segreto invisibile della danza classica

Chi osserva un ballerino classico spesso resta incantato dalla sua eleganza: movimenti che sembrano sospesi, passi che sfiorano l’aria, linee perfette che si perdono nello spazio. Ma dietro quella leggerezza apparente si nasconde una disciplina minuziosa, fatta di controllo e consapevolezza. Tra i gesti più delicati e decisivi, ce n’è uno che racconta tutta l’essenza del balletto: stendere le punte dei piedi. Nel linguaggio del corpo, il piede è la penna con cui il danzatore scrive nell’aria. Quando la punta si allunga completamente, la linea della gamba si prolunga fino all’infinito, creando un effetto visivo di purezza e continuità. Un piede non steso, invece, spezza la magia: la linea si interrompe, la figura perde fluidità, l’occhio dello spettatore smette di seguire con meraviglia il movimento. Stendere le punte è, in fondo, un atto estetico di rispetto verso la danza: il dettaglio che trasforma il gesto in arte. Dietro la bellezza si cela la tecnica. Un piede ben steso non è solo elegante, ma anche funzionale. Durante i salti o i giri, l’allungamento del piede favorisce il controllo dell’equilibrio, la spinta dal suolo e la stabilità dell’atterraggio. Allenare le punte significa anche proteggere le articolazioni: un piede attivo e ben allineato ...

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La tecnica maschile nel balletto classico accademico

Nel panorama del balletto classico accademico, il ruolo maschile ha storicamente subito una trasformazione significativa: da semplice supporto della ballerina principale a protagonista autonomo di virtuosismo e forza. La tecnica maschile, pur condividendo le basi comuni del balletto classico, richiede caratteristiche specifiche che la distinguono per energia, coraggio e precisione. La tecnica maschile si fonda su tre pilastri: forza fisica, stabilità e leggerezza dei movimenti. A differenza delle ballerine, la cui tecnica enfatizza l’elasticità, la linea e la fluidità, i danzatori maschi devono sviluppare una potenza esplosiva che consenta salti alti, grandi elevazioni e una sicurezza assoluta nei portés. La postura, pur essendo elegante, richiede maggiore tensione dei muscoli della schiena per sostenere i salti e i movimenti veloci. Uno degli elementi più caratteristici della tecnica maschile è il virtuosismo nei salti. I pas de chat, grand jeté, cabriole e i tours en l’air rappresentano vere e proprie dimostrazioni di forza e controllo. Non si tratta solo di altezza o distanza, ma di armonia tra slancio, posizione delle gambe e controllo della rotazione. Le batterie, sequenze rapide di battements des jambes, richiedono un sincronismo quasi musicale, precisione millimetrica e resistenza fisica notevole. Le pirouettes maschili, spesso eseguite in serie multiple ...

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Energia: la quintessenza della danza e dell’esistenza

Noi siamo energia, la produciamo continuamente. Ogni nostro movimento, ogni gesto e ogni emozione costituiscono un potente generatore di energia che scaturisce in modo particolare dalla danza e grazie a essa. L’energia possiede tante sfumature, può cambiare in un istante e diversi tipi di energia possono entrare contemporaneamente in gioco. Le scelte energetiche rivelano, infatti, anche gli stati emotivi da cui prendono vita e guidano la performance di un ballerino. La rabbia, per esempio, tende a produrre movimenti percussivi, secchi e rapidi; la gioia oscillazioni, gesti leggeri e salti; la tristezza si traduce in pose chiuse, contractions e cadute. E’ attraverso questa sconfinata gamma di movimenti che l’energia rende visibili le nostre emozioni. Nella danza quindi l’energia prevede variazioni nella dinamica, nel flusso di movimento, nell’uso della forza, della tensione e del peso. Essa attinge al non verbale, ossia alla comunicazione più profonda e istintiva. Un gesto del braccio può fluire liberamente o venire interrotto, può essere tagliente o morbido, pesante o lieve, e via dicendo. A volte tali differenze nel flusso energetico sono immediate e semplici da percepire, altre volte sono impercettibili, ma rappresentano in ogni caso la quintessenza della danza. Danzare richiede continue accelerazioni e decelerazioni, cambi di ...

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Dinamica, ritmo e flusso di movimento: i colori della danza

Il primo principio della dinamica afferma che un corpo continua a muoversi di moto rettilineo e uniforme finché una forza lo costringe a muoversi diversamente. Il secondo principio dichiara che una forza impressa a un corpo produce una variazione direttamente proporzionale della sua quantità di moto nella direzione e nel verso della forza. Infine, il terzo dice che se un corpo A esercita una forza sul corpo B, anche B eserciterà una forza sul corpo A. Applicando queste note leggi della fisica newtoniana alla danza, ne emerge che la dinamica consiste nella capacità di graduare la forza attraverso la qualità del movimento. La dinamica è quindi il modo in cui il corpo si muove e contiene in sé energia, ritmo e flusso di movimento, elementi che possono essere variati, combinati o addirittura messi in contrasto, a seconda del messaggio che il coreografo e il danzatore vogliono comunicare. Per chiarire meglio il difficile concetto di dinamica, immaginiamola come una scala di movimenti che va dalla morbidezza del burro alla percussività di un martello, e che è soggetta a infinite variazioni di tempo e tensione. Un gesto dunque può essere sostenuto, ossia continuo e uniforme; percussivo, improvviso e secco; oscillante, producendo ondeggiamenti ...

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La musicalità del danzatore: dote innata o competenza acquisita?

Tra le doti più importanti che un ballerino deve possedere rientrano intelligenza, umiltà, determinazione, curiosità e desiderio di crescere. Accanto a queste, però ce n’è un’altra che si rivela essenziale ai fini non solo della performance ma anche della qualità del movimento, ossia la musicalità, elemento che unisce la danza e il danzatore e che permette a quest’ultimo di trasformare la potenza della musica in passi di danza. Come la musica influenza il nostro umore, così può certamente influenzare l’esecuzione di una coreografia. La musicalità, infatti, crea una relazione simbiotica con la danza di cui definisce la dinamica e l’estetica. Attraverso la musica, il ballerino interiorizza e traduce tecnicamente e cinestesicamente i passi che hanno un ritmo proprio e che si costruiscono attraverso l’analisi della ritmica e della metrica musicale. Esistono diversi tipi di approccio coreografico riguardo al ritmo: la coreografia a base ritmica che crea una relazione coordinata tra movimento e cadenza musicale tramite conteggi volti a sincronizzare i movimenti alla musica, e a regolarne regolano velocità e ritmo; coreografia a base melodica che crea una sequenza di movimenti basata esclusivamente su una certa linea melodica; la coreografia ritmica e melodica combinata, in cui il movimento si adatta contemporaneamente ...

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