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Natalia Osipova: curiosità e retroscena “passo dopo passo”

In un mondo in cui la grazia spesso si confonde con la fragilità, Natalia Osipova ha riscritto il vocabolario del balletto. Nata a Mosca il 18 maggio 1986, il suo primo amore non è stato il palcoscenico, ma il tappeto elastico: da bambina, si allenava come ginnasta acrobatica. È stato un infortunio — paradossalmente — ad aprirle la porta del balletto, spingendola verso una carriera che avrebbe lasciato un segno indelebile sulla danza mondiale. La sua formazione si è svolta nel tempio del balletto russo: l’Accademia del Bolshoi. Qui ha affinato una tecnica impeccabile, scolpita da maestri come Marina Kotova e Marina Leonova. Ma già da studentessa, Osipova non era “solo” disciplinata — era diversa. Esplosiva! Nel 2004 entra ufficialmente nel corpo di ballo del Teatro Bolshoi. Ma ci resta poco come semplice interprete: nel giro di pochi anni, la sua energia travolgente la proietta al rango di solista. Il pubblico la scopre in Don Quixote, ma è in La Sylphide e Giselle che rivela l’anima poetica dietro la forza. Nel 2011, stupisce il mondo lasciando il Bolshoi in piena ascesa. Una scelta radicale. La sua visione artistica — più ampia, più libera — la porta in tournée tra i ...

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“Ravel-Boléro” con Savignano e Bernal a Bologna

Boléro-Ravel, da un’idea di Daniele Cipriani, con testo di Vittorio Sabadin e regia di Anna Maria Bruzzese. Uno spettacolo che racconta la storia del compositore Maurice Ravel (1875-1937), di cui ricorrono 150 anni dalla nascita, attraverso alcune delle sue pagine più celebri, scritte per la danza ed eseguite dal vivo da due pianisti. Sarà in scena al Comunale Nouveau, Bologna, nell’ambito della Stagione di danza 2025, le sere del 29 e 30 ottobre alle ore 20,30. Protagonisti del cast sono la grande étoile Luciana Savignano e il bailarín/bailador Sergio Bernal. Insieme a loro, i pianisti Marcos Madrigal e Alessandro Stella, il duo di coreografi-danzatori Sasha Riva e Simone Repele; inoltre, ballerini della Sergio Bernal Dance Company e della Compagnia Komoco di Sofia Nappi, nonché due “strilloni” – gli attori Alessandro Ambrosi e Marco Guglielmi – che, attraverso titoli di giornali immaginari, richiameranno alcune tappe della vita e della carriera del musicista francese, condite da gustosi aneddoti. Anche in occasione di Boléro-Ravel – come già per molti suoi precedenti spettacoli, inclusi quelli dedicati a Stravinsky e a Rachmaninoff – Cipriani ha voluto che i brani, generalmente eseguiti da un’intera orchestra, fossero interpretati al pianoforte per creare una complicità tra musicisti e ...

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Addio a Patrice Bart: il custode della grande danza francese

Una figura centrale della danza francese del Novecento e del nuovo millennio ci ha lasciati. Patrice Bart, étoile dell’Opéra di Parigi e storico custode del repertorio classico, è morto all’età di 80 anni a Falaise, in Normandia. Nato nel 1945, Bart aveva il portamento di chi sa che la danza è prima di tutto disciplina, e solo poi esibizione. Non cercava il protagonismo mediatico; preferiva le luci del palcoscenico a quelle delle interviste, e sul palco raccontava storie con il corpo molto più che con le parole. La sua carriera, iniziata da giovanissimo all’interno della Scuola dell’Opéra, si è sviluppata lungo i decenni con una coerenza rara. Dopo essere diventato étoile nel 1972, si affermò come interprete raffinato dei grandi classici: da Petipa a Lifar, da Nureyev a Roland Petit. Il suo stile univa la purezza della linea accademica ad un’intensità espressiva che commuoveva senza cercare l’effetto facile. Ma è forse dietro le quinte che Bart ha lasciato il segno più profondo. Per oltre vent’anni, ha ricoperto il ruolo di maître de ballet presso l’Opéra di Parigi, contribuendo a formare intere generazioni di danzatori e a mantenere vivo il repertorio classico con un rigore filologico. Non era un restauratore del ...

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La danseuse étoile Clairemarie Osta “allo specchio”

Balletto classico preferito? La Dame aux camélias di John Neumeier. Balletto contemporaneo preferito? La Sagra della Primavera di Pina Bausch. Il teatro del cuore? Palais Garnier. Un romanzo da trasformare in un balletto? Il piccolo principe (Le Petit Prince) di Antoine de Saint-Exupéry (in uscita con la Scuola di Ballo dell’Opéra di Parigi nell’aprile 2026). Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Alcuni diretti da Tim Burton. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? L’abito bianco de La Dame aux camélias. Quale colore associ alla danza? Velluto rosso. Che odore ha la danza? Legno. La musica più bella scritta per il balletto? Il pomeriggio di un fauno di Debussy e Il lago dei cigni di Čajkovskij. Il film di danza imperdibile? Billy Elliot di Stephen Daldry e Les jours heureux di Chloé Robichaud. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Violette Verdy e Nicolas Le Riche. Il tuo “passo di danza” preferito? Ballotté. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Nessuno! Tutti! È il bello di essere tutti e nessuno nella stessa vita! Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? William Forsythe ...

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Da riscoprire il balletto “L’Angelo Azzurro” di Roland Petit

C’è un angelo che non ha ali, ma gambe lunghissime e uno sguardo che brucia. Non scende dal cielo, ma da un cabaret fumoso. Non salva, ma distrugge. È L’Angelo azzurro, balletto firmato da Roland Petit (libretto di Marius Constant, Gert Reinholm, Roland Petit) che nel 1985 trasformò una delle figure più ambigue del Novecento in una creatura coreografica ammaliante. Donna sensuale e misteriosa, una vamp che conquistava il pubblico con la sua aura enigmatica e il suo incanto peccaminoso.  L’opera prese le mosse da Professor Unrat, romanzo del 1905 di Heinrich Mann, reso immortale dalla versione cinematografica diretta da Josef von Sternberg nel 1930, Der blaue Engel, intriso di un erotismo simile alla pittura di Henri de Toulouse-Lautrec, con interprete la magnetica Marlene Dietrich nei panni di Lola-Lola, femme fatale da palcoscenico, dove la diva tedesca canta la celeberrima canzone di Friedrich Hollaender Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt. Roland Petit raccoglie il testimone di questa storia e ne fa un balletto dai sentori oscuri, carico di desiderio, dissoluzione, decadenza e rottura morale. La sua è una trasfigurazione. Lola non è più solo un simbolo erotico, ma diventa l’incarnazione del potere distruttivo della fascinazione. Petit racconta non solo la caduta ...

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Imperdibile masterclass per i docenti tenuta da Oriella Dorella

La Masterclass votata all’insegnamento della danza classica accademica tenuta dall’étoile scaligera Oriella Dorella gode di un indirizzo didattico che mediante l’approfondimento cattedratico, sia teorico che pratico, offre ai docenti le dovute competenze di eccellente livello nella pedagogia applicata alla disciplina coreutica. La lezione della durata di una giornata (dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dopo la pausa pranzo dalle ore 14.30 alle ore 16.30) si svolgerà il 1° novembre 2025 presso la palestra di Vignale Monferrato (in provincia di Alessandria) nell’ambito dello storico Festival Internazionale “Vignale in Danza”, con l’intento di fornire agli insegnanti una revisione ampia e articolata, consentendo di analizzare la metodologia acquisita in tanti anni di onorata esperienza dalla Signora Dorella al fianco dei più celebri maestri internazionali. Mediante un percorso conviviale pensato appositamente per l’occasione (a numero limitato dove è necessario prenotarsi in tempo utile tramite la segreteria) Oriella Dorella assegnerà consigli e risponderà a domande sullo svolgimento della lezione rivolta all’apprendimento alla “sbarra” e al “centro”, alla competenza del ruolo di maestro/a, all’espressività, alla musicalità, all’interiorizzazione emotiva del gesto, alla filosofia della preparazione, all’approccio educativo dove l’aspetto tecnico rimane primario ma vincolato ad un cammino consapevole verso l’arte e il palcoscenico. Il corso di ...

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Il primo ballerino Michele Satriano “allo specchio”

  Il balletto classico preferito? Romeo e Giulietta. Il balletto contemporaneo prediletto? Uno dei contemporanei che più mi ha colpito e che ho avuto la fortuna di danzare è “Sèlon désir” di Andonis Foniadakis. Il Teatro del cuore? L’ex Teatro del Maggio Musicale Fiorentino a Firenze e il Teatro dell’Opera di Roma. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Dottor Jeckyll e Mr Hyde di Stevenson. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? City of Angels (Brad Siberling). Il costume di scena indossato che hai preferito? Don José in “Carmen” di Roland Petit e Jean de Brienne in “Raymonda” di Rudolf Nureyev. Quale colore associ alla danza? Il colore del tramonto, un colore indefinito ma un qualcosa che ogni giorno ti sorprende ed emoziona. Che profumo ha la danza? Per me di legno… l’odore del parquet lo associo alla danza, alla sala ballo; l’odore della lacca per capelli che usano le ballerine per fissare uno chignon è un profumo che associo alla danza perché entrambi sono sentori che mi fanno ricordare quando ero bambino ed entravo nella scuola di danza. La musica più bella scritta per balletto? Manon di Massenet. Il film di danza irrinunciabile? Il Ritmo ...

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Il Direttore Jan Broeckx “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Romeo e Giulietta di Cranko. Il balletto contemporaneo prediletto? Minus 16 di Ohad Naharin. Il Teatro del cuore? Bayerisches Nationaltheater. Un romanzo da trasformare in balletto? Gone with the wind. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Singing in the rain. Il costume di scena indossato che hai preferito? Romeo (versione di Cranko). Quale colore associ alla danza? Tanti… ogni movimento possiede un colore differente. Che profumo ha la danza? Tanti… stesso discorso del colore. La musica più bella scritta per balletto? Romeo e Giulietta di Prokofiev. Il film di danza irrinunciabile? White nights. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Vladimir Vasiliev ed Ekaterina Maximova. Il tuo “passo di danza” preferito? Temps leve (molto difficile da eseguire correttamente). Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Frollo. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Roland Petit. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Quasi non c’è più l’aspetto artistico nella danza, si danza solo tecnicamente senza veri sentimenti… Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Necessaria, difficile, da continuare sempre. Come ti vedi oggi allo specchio? Invecchiato ma ...

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Nel segno dell’étoile: omaggio ad Elisabetta Terabust

Nel giorno del suo anniversario di nascita, il Giornale della danza ricorda Elisabetta Terabust: un’artista straordinaria che ha attraversato con grazia e determinazione più di mezzo secolo di storia del balletto. Nata il 4 agosto 1946 a Varese con il nome di Elisabetta Magli, la Terabust è stata non solo una delle ballerine più raffinate del Novecento, ma anche una leader carismatica e un’instancabile promotrice della danza in tutte le sue forme. Oggi, a distanza di anni dalla sua scomparsa, il suo nome continua a evocare rispetto, ammirazione e riconoscenza. Formata alla Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma sotto la guida di Attilia Radice, Elisabetta Terabust entra giovanissima nel corpo di ballo del teatro, dove nel 1966 ottiene il titolo di prima ballerina, per poi diventare étoile nel 1972. Inizia così un percorso artistico che la porterà sui più prestigiosi palcoscenici del mondo. Meravigliosi i suoi ruoli nel repertorio classico: Giselle, La Sylphide, Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Romeo e Giulietta: interpretazioni che fondevano tecnica impeccabile e una profonda sensibilità scenica votata alla ricerca della perfezione. Ma è anche nella danza moderna che Terabust lascia un segno: con  la compagnia dell’Aterballetto e coreografi del calibro di Glen ...

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Da Milano a Vienna: Alessandra Ferri al timone della danza

A partire dal 1° settembre 2025, Alessandra Ferri assumerà il ruolo di Direttrice Artistica del Wiener Staatsballett, su nomina congiunta della Vienna State Opera e della Volksoper Wien. Succederà a Martin Schläpfer, il cui contratto terminerà il 31 agosto 2025, dopo una lunga e pregiata direzione. Con la nomina, Alessandra Ferri diventa anche Direttrice Artistica della Ballet Academy dell’Opera di Stato di Vienna, affidata a Patrick Armand su sua designazione. La nuova direttrice è stata selezionata tra 40 candidati, distinguendosi per la sua personalità, il progetto artistico e la visione di crescita votata alla compagnia viennese. Le sue linee guida sono state accolte favorevolmente da Bogdan Roščićb (direttore della Staatsoper) e da Lotte de Beer (Volksoper), che hanno elogiato la sua conoscenza del repertorio classico e la sua apertura verso il contemporaneo. La capitale austriaca si prepara così a vivere un nuovo capitolo di danza guidato da una delle figure più amate del balletto internazionale. Nata a Milano nel 1963, la Ferri ha studiato alla Scuola di Ballo della Scala e all’età di quindici anni è passata alla Royal Ballet School di Londra grazie ad una borsa di studio del British Council. È stata prima ballerina al Royal Ballet (1983‑1985), ...

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