‘Dovrei iscrivere mio figlio a danza classica?’ è un quesito che molti genitori si pongono. Alcuni ritengono che il proprio figlio abbia una predisposizione per una certa attività, altri invece pensano che sia necessario aspettare un’età consapevole e lasciare che il bambino scelga da solo. In ogni caso, è essenziale che un genitore individui e sviluppi le capacità del proprio figlio fin dall’infanzia, che le assecondi e lo aiuti a svilupparle. A volte l’insistenza dei genitori dà un buon risultato: il bambino inizia a comprendere l’arte, fa progressi in campo fisico, psicologico e sociale. Si lascia coinvolgere nel processo di apprendimento della danza e continua a imparare con piacere. Se i genitori insistono troppo però, il bambino potrebbe vivere la partecipazione alle lezioni come un’imposizione e finire per stancarsi e rinunciare. Eppure, molti danzatori famosi hanno dichiarato di essersi avvicinati alla danza classica grazie ai loro genitori e talvolta loro malgrado. Quindi, vale la pena iscrivere a danza un bambino che non vuole studiarla? Certo, non è semplice distinguere i capricci e la pigrizia dalla non attitudine per la danza, anche quando il bambino presenta doti fisiche naturali, ma perché non tentare? Bisogna infatti considerare dei dati certi: la ...
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La danza è un elisir di giovinezza
A tutti piace guardare i danzatori che saltano, piroettano e volteggiano sul palcoscenico. Ma qual è l’età più indicata per iniziare a studiare danza classica? E c’è un’età in cui è opportuno smettere o rinunciare? Gli esperti sono concordi nell’affermare che l’età migliore per iniziare a studiare danza sia tra i 5 e gli 8 anni. In questa età i bambini sono come spugne, assorbono facilmente i movimenti di base e la tecnica. Inoltre, all’età di 5 anni, il 90% del loro cervello è già sviluppato. I sistemi sensoriali e percettivi fondamentali per il linguaggio, il comportamento sociale e le emozioni, sono fortemente influenzati dalle esperienze esterne vissute in questo periodo. Mentre imparano a ballare, dunque, i piccoli danzatori stanno costruendo un cervello agile, attivo e vivace, perché la danza classica può invertire i segni dell’invecchiamento cerebrale. Essa nutre la creatività e incoraggia l’espressione di sé, coltiva la disciplina, l’autostima e il senso di realizzazione. Ogni plié, battement tendu o port de bras sono un passo verso la crescita, la fiducia in se stessi e la pura gioia. Danzare attiva il centro di ricompensa del cervello, limita stress e ansia, aumenta buonumore e autostima, incrementa la capacità di appassionarsi e ...
Read More »La danza è un gioco di attesa, concede l’opportunità di sfruttare l’ego per diventare danzatori migliori
Generalmente, più un danzatore diventa forte, più rischia di cadere nella trappola dell’ego inteso nella sua accezione negativa, ossia la tendenza ad ammirarsi eccessivamente, sminuendo il valore degli altri. Spesso però, la velocità di espansione dell’ego supera la crescita effettiva nella danza e il danzatore può diventare una presenza tossica. La realtà è che i ballerini sono persone condizionate dalla dipendenza da lodi e approvazione. Sono addestrati a nutrirsi di insicurezze facilmente sfruttate dall’ego. Questo è evidente anche nelle situazioni più banali: ogni volta che viene affisso il foglio con i risultati di un casting o di un concorso, o quando il Maestro assegna i ruoli negli spettacoli o gratifica un compagno di danza. È nel sangue di tutti coloro che abbracciano le arti dello spettacolo voler essere al centro dell’attenzione. Ma la danza è un gioco di attesa e una sfida con se stessi. Si deve continuare a migliorare nonostante le battute d’arresto e i problemi quotidiani che si incontrano dentro e fuori la sala. Non si tratta di rifiutare le emozioni ‘oscure’, non saremmo umani se non provassimo a volte frustrazione o gelosia per un compagno più talentuoso. È importante accettare e affrontare i nostri dualismi e scoprire ...
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