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La prima ballerina Anbeta Toromani “allo specchio”

Balletto classico preferito? Mi piacciono più balletti per motivi diversi. Balletto contemporaneo preferito? Petite Mort di Jiří Kylián. Teatro del tuo cuore? Teatro dell’Opera di Tirana. Un romanzo da trasformare in balletto? Le pagine della nostra vita di Nicholas Sparks. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Colazione da Tiffany di Blake Edwards. Il costume di scena indossato che hai preferito? Tutù del cigno. A quale colore associ la danza? Una tela bianca. Che odore ha la danza? Profumo di malinconica. La musica più bella mai scritta per il balletto? Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev. Un film di danza indimenticabile? Dirty Dancing diretto da Emile Ardolino. Due miti della danza del passato: uomo e donna? Michail Baryšnikov e Natalia Makarova. Il tuo passo di danza preferito? Fondu. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico? Nessuno. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? George Balanchine. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie per averci ispirati verso quest’arte meravigliosa. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Impegno, curiosità, dedizione. Come ti vedi allo specchio oggi? Soddisfatta. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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Degas e la danza: in equilibrio sul filo del movimento

Nessun artista ha saputo raccontare la danza come Edgar Degas. Nei suoi pastelli, nei suoi schizzi febbrili, nei corpi sospesi delle ballerine, si rivela un universo dove la grazia incontra la fatica, dove la bellezza nasce dall’esercizio, non dall’illusione. Degas non dipingeva la danza: la studiava, la spiava, la respirava. E in quel movimento disciplinato trovava il riflesso più autentico della vita moderna. Degas non amava mostrarsi. Preferiva restare nascosto, nelle quinte dell’Opéra di Parigi, dove la luce si faceva più vera e il sogno della scena lasciava spazio alla realtà. Le sue modelle — le giovani ballerine — non sono muse eteree, ma lavoratrici. Le vediamo stiracchiarsi, legare le scarpette, massaggiarsi i piedi gonfi, attendere il proprio turno sotto lo sguardo severo del maestro di ballo. In questi gesti quotidiani Degas trova l’essenza del suo tempo: la città che cambia, il corpo come strumento, l’arte come mestiere. Uno deve dipingere la vita moderna diceva, e per lui la vita moderna era quella tensione continua tra l’ideale e il reale. Pur essendo legato alla precisione del disegno accademico, Degas fu un innovatore radicale. Nelle sue opere la composizione si frammenta, lo spazio si piega, le figure entrano ed escono dal ...

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Répétiteur: il prezioso custode della memoria coreutica

In ogni grande spettacolo di danza, tra le luci di scena e gli applausi, si cela una presenza invisibile ma determinante. Non sale sul palco, non indossa tutù né scarpe da punta, eppure la sua impronta è in ogni gesto, in ogni pausa carica di significato, in ogni respiro condiviso sul palcoscenico. È il ripetitore, custode di un sapere che non si legge nei libri, ma si trasmette con il corpo, la voce e la pazienza. Il ripetitore è, per molti versi, un traduttore del tempo. Traduce la visione del coreografo in linguaggio vivo, plasmato sul corpo dei danzatori di oggi. Il suo compito va oltre l’insegnamento tecnico: egli ricostruisce atmosfere, intenzioni, silenzi, tensioni emotive. Dove il coreografo ha lasciato un’impronta, il répétiteur la rianima, passo dopo passo. Non si limita a correggere posizioni sbagliate o a contare i tempi musicali: scava nella memoria del balletto per riportare alla luce ciò che rischia di sbiadire — un accento, uno sguardo, un’ombra che attraversa la scena. Questa figura professionale non si improvvisa: spesso si tratta di ex ballerini che hanno vissuto in prima persona le opere che ora trasmettono. Alcuni hanno lavorato a stretto contatto con i coreografi originali. Altri sono ...

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Il tutù storia e origine del costume per eccellenza della danza

La danza classica trova nel 1800 la sua massima espressione con balletti che ne fanno la storia e che, da un punto di vista accademico, ne segnano il futuro. È a questo periodo evolutivo che si deve l’origine del costume femminile per eccellenza della danza classica: il tutù.  Inventato da Eugène Lami, illustre pittore e litografo francese. Indossato, invece, per la prima volta, da Maria Taglioni il 12 marzo 1832 all’Opéra di Parigi per la rappresentazione de La Sylphide. André Levinson così commenta questa invenzione: “A suo tempo, il coreografo Gardel aveva introdotto la riforma di David: le ballerine sfoggiavano tuniche alla greca i cui drappeggi evidenziavano le linee del corpo. Lami crea invece i suoi drappeggi di mussolina che rigonfiano la gonna in infinite pieghe bianche. A forma di campana o meglio di corolla rovesciata, questo costume permette alla ballerina, ambi movimenti, favorisce salti ed agilità. Allo stesso tempo, questa nuvola di candida garza emana poesia virginale…. Mano a mano, unito alle punte, che evidenziano il movimento delle gambe, il tutù continua a semplificarsi. Oggi possiamo classificare i tutù in tre tipi: il tutù piatto cioè quello a ruota, il tutù romantico, cioè quello lungo fino alla caviglia od ai ...

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Il tutù, il costume per eccellenza delle ballerine e la sua storia

Tutù è un termine di origine francese (tutu /ty.’ty/), che indica il costume indossato dalle ballerine nei balletti classici. Il suo aspetto varia in relazione alla scenografia che si va ad interpretare. E’ un capo che si caratterizza come una mise di corpetto e gonna più o meno vaporosa, generalmente in materiale di tulle. L’origine del tutù Il balletto nasce nel corso del Rinascimento. In forma professionale si afferma nella seconda metà del Seicento con l’istituzione a Parigi dell’Académie Royale de Danse. Il professionismo femminile teatrale inizia quando le prime donne si esibiscono in un balletto nel palcoscenico del Théâtre Royal. Si evolve notevolmente durante il 1700. A quel tempo i ballerini indossavano maschere, parrucche, scarpe con il tacco. Vesti poco pratiche e del tutto inadatte alla libertà di movimento. Le donne in particolare erano vincolate dai bustini con le stecche, corpetti, gonne lunghe. Ma anche sopragonne sorrette da pesanti paniers (impalcatura fatta di rigide stecche). Gli uomini erano appena poco più liberi, inguainati in redingotes dalla vita stretta, stecche di balena e a volte con una sorta di gonnellino rigonfio chiamato tonnelet. Le due migliori ballerine francesi rivali dell’epoca, Marue Camargo e Marie Sallè, cominciano a semplificare il vestiario. La ...

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Maria Taglioni: la prima ballerina romantica per la quale fu creato il tutù

Maria Taglioni nasce a Stoccolma nel 1804. E’ considerata la prima grande ballerina romantica di tutti i tempi. Maria è la protagonista indiscussa del balletto romantico e per lei il pittore Eugene Lamy crea il tutù, un costume leggero e vaporoso, con il sottogonna bianco, che sarebbe poi diventato l’emblema della ballerina romantica. Maria Taglioni riscuote un successo mondiale grazie alla sua enfasi sentimentale e il tecnicismo che ne accentua la componente emotiva. Lo stile romantico infatti è caratterizzato da movimenti dolci, braccia curve ed un’accentuata inclinazione in avanti del busto. Questo dona alla danzatrice un aspetto morbido e leggero. Il movimento delle gambe diviene più elaborato, elevando il livello tecnico. Il periodo romantico nel balletto inizia intorno al 1830, seguendo di poco il movimento romantico nell’arte e nella letteratura. Come in questi due movimenti, anche nel balletto romantico è presente una forte caratteristica conflittuale tra uomo e natura. I balletti romantici sono generalmente suddivisi in due atti. Il primo rappresentato alla luce del giorno e associato alla realtà; il secondo invece ha luogo di notte, in un mondo sovrannaturale, dove solitamente si svolge un finale tragico. L’epoca romantica ha accentuato il ruolo della ballerina. La protagonista femminile è divenuta la componente ...

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Anche il tutù diventa da distanziamento sociale al tempo del Covid19 l’idea presentata da G-Star Raw e il Dutch National Ballet

Il marchio di moda G-Star Raw e il Dutch National Ballet uniscono le forze per una collaborazione in cui il tutù funge da “strumento di distanziamento sociale”. La campagna di accompagnamento è stata sviluppata da The Family Amsterdam. G-Star e Dutch National Ballet riuniscono il mondo classico e moderno attorno all’idea di un “tutù di jeans grezzi” con un diametro di 3 metri. Ciò consente ai ballerini del Balletto Nazionale Olandese di rimanere a una distanza di sicurezza di 1,5 piedi. Oggi è stato lanciato il video della campagna, sviluppato da The Family Amsterdam, in cui i ballerini cercano di farsi strada attraverso le strade di Amsterdam fino al palcoscenico dell’Opera e del Balletto Nazionale, attratti dalla musica che suona dal teatro. Lì la danza finale verrà eseguita su un brano musicale della casa DJ Joris Voorn, del compositore Boy Bianchi e degli archi di Het Balletorkest. Gwenda van Vliet, direttore marketing di G-Star, afferma: ‘Le limitazioni offrono nuove opportunità. Negli ultimi mesi abbiamo sempre cercato modi per interpretare la realtà attuale in modo inaspettato, artistico e innovativo. Questo crea collaborazioni e concetti che altrimenti non sorgerebbero. Siamo orgogliosi di questa bellissima storia di denim, danza, musica e artigianato senza tempo provenienti da mondi ...

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Al Teatro Duse “Tutu”, spettacolo cult dei Chicos Mambo

Ironia e poesia per una danza sofisticata e visionaria. Cresce l’attesa per i Chicos Mambo, compagnia nata nel 1994 a Barcellona da un’idea del coreografo Philippe Lafeuille, che sabato 30 marzo alle 21 porterà sul palco del Teatro di Bologna Tutu. Lo spettacolo, creato nel 2014 per celebrare il ventennale della compagnia, è diventato talmente popolare e richiesto che è ormai un cult. Tutu rappresenta una hit della produzione della compagna catalana, pluripremiata dalla critica. Il gruppo riunisce attualmente sei straordinari danzatori, versatili e tecnicamente agguerriti. Replicato ininterrottamente per sei mesi al Bobino di Parigi, Tutu è un omaggio alla danza di cui il celebre costume è ormai un’icona. Con i Chicos Mambo, però, il gonnellino di tulle si trasforma e diventa una sorta di piumino in cui i ballerini scompaiono, o l’abito di una figurina da carillon che gira inesorabilmente su se stessa, o ancora, un incredibile piumaggio, quello dei mitici uccelli del ‘Lago dei cigni’, che trasformano la loro danza cronometrica in un divertentissimo contest hip hop. In Tutu si attraversano tutti i generi: oltre al balletto classico, ci sono le sfilate interminabili su antiche canzoni da grammofono, tipiche delle creazioni di Pina Bausch, le ‘moine’ delle strabilianti ginnaste olimpioniche e gli assoli espressivi di ...

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Omaggio alla danza e all’animo danzante con l’ironico e poetico “Tutu” di Philippe Lafeuille

Il 13 febbraio 2019, Gran Teatro Geox di Padova ospita i pluripremiati Les Chicos Mambo con Tutu, spettacolo acrobatico e brioso, ideato e coreografato da Philippe Lafeuille. Interpreti David Guasgua M., Pierre-Emmanuel Langry,Julien Mercier, Guillaume Queau, Vincenzo Veneruso, Stéphane Vitrano e Corinne Barbara. Fondato nel 1994 a Barcellona da Lafeuille, il gruppo vanta sei danzatori versatili e di elevata esperienza e capacità tecnica, attraverso i quali il coreografo francese reinterpreta il mondo della danza e i suoi canoni, con ironia e poesia. Replicato per sei mesi ininterrotti a Parigi e vincitore del Premio del Pubblico al 50^ Festival off di Avignone, Tutu vede la luce nel 2014 a celebrazione del ventennale della compagnia ma anche come un omaggio alla danza, il cui emblema è il celebre e impalpabile costume di scena, qui rivisto, rivoluzionato e trasformato nell’espressione dell’intimo desiderio di danzare presente in ognuno di noi. Attraverso ventiquattro scene in cui i performer rivisitano i codici della coreografia, l’opera racconta i differenti stili di danza, giocando con il balletto, il contemporaneo, fino all’hip hop, con tanta grazia, gioia ed eleganza da incantare il pubblico, dimostrando che in ogni essere umano è celato uno spirito danzante, pronto a prorompere con salti, acrobazie, ...

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Ironica e stravagante ode alla danza con “Tutu” di Philippe Lafeuille

Il 6 febbraio 2018, il Teatro Politeama Rossetti di Trieste ospita la Compagnia spagnola Chicos Mambo che porta in scena l’originale e divertente Tutu – La danse dans tous ses etats, coreografia di Philippe Lafeuille. Fondata a Barcellona nel 1994 dal coreografo, regista e performer francese Lafeuille assieme ai ballerini Martí Boada e Adolfo Colmenares, la Compagnia riscuote in breve tempo notevole successo non solo in Spagna e in Francia, ma anche in Giappone, Canada, Lussemburgo, Scozia, Olanda e Italia. Presentato nell’ottobre 2014 in anteprima al KLAP – House for the Dance di Marsiglia e in piena conformità con lo spirito che anima gli spettacoli precedenti, Tutu ha conquistato pubblico e critica con la sua vena di follia e anticonformismo. Sei interpreti maschili, come camaleonti, interpretano quaranta differenti ruoli ironici e divertenti, rivisitando i codici e le icone della danza (dalla ballerina sul carillon a Pina Bausch), trasportandoci in un universo artistico colorato, energetico e stravagante, un’ode alla danza in grado di conquistare puristi e amatori, in cui emerge un’impeccabile tecnica frutto di riuscite contaminazioni tra danza, sport e acrobatica. ORARI & INFO 6 febbraio 2018, ore 20.30 Teatro Politeama Rossetti – Sala Assicurazioni Generali Largo Giorgio Gaber, 1 34126 ...

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