Tra i grandi progetti mai concretizzati di Charlie Chaplin, uno dei più affascinanti è senza dubbio il film ispirato alla vita di Vaclav Nijinsky, il leggendario ballerino. Questo progetto, rimasto per decenni sconosciuto al grande pubblico, rivela un lato meno noto del genio comico: la sua profonda sensibilità verso l’arte della danza e i drammi interiori degli artisti. L’incontro tra Chaplin e Nijinsky risale al 1917, durante la tournée del ballerino con i Ballets Russes. Chaplin, colpito dalla grazia e dalla disciplina del danzatore, notò nei suoi occhi una malinconia che contrastava con la perfezione dei suoi movimenti. Nijinsky, a sua volta, definì la comicità di Chaplin come una forma di danza narrativa, intuendo la stessa poesia che animava i suoi gesti sul palcoscenico. Negli anni ’30, Chaplin cominciò a sviluppare un canovaccio cinematografico intitolato Naginsky. Il protagonista era un ballerino russo di talento straordinario ma di carattere riservato, destinato a confrontarsi con le sfide della fama e le ingiustizie della vita teatrale. Il racconto metteva al centro il sacrificio personale, la dedizione all’arte e la compassione verso i compagni meno fortunati, tra cui un anziano danzatore ormai incapace di esibirsi senza ricorrere all’alcol. Il manoscritto inedito di Charlie ...
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