A settembre, dal 14 al 19, si ritorna in scena al Teatro Costanzi per la pre-apertura della Stagione 2021-22 con il balletto Notre-Dame de Paris. Il capolavoro del coreografo francese Roland Petit, che appare per la seconda volta sul palcoscenico dell’Opera di Roma dal lontano 1984 – quando fu messo in scena dalla compagnia del Balletto di Marsiglia – entra per la prima volta nel repertorio della compagnia capitolina. Il balletto, ripreso da Luigi Bonino Direttore Artistico del Repertorio Roland Petit, sarà in scena dal 14 al 19 settembre affidato alle stelle della compagnia romana, diretta da Eleonora Abbagnato e, nel ruolo principale, al talento del danzatore kazako Bakhtiyar Adamzhan. Le musiche di Maurice Jarre, su base registrata, sono state eseguite dall’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Kevin Rhodes in occasione del concerto tenutosi in assenza di pubblico al Teatro Costanzi lo scorso marzo.
Roland Petit, che pensava a un balletto ispirato a Il monaco di Lewis, leggendo il capolavoro di Victor Hugo Notre-Dame de Paris si ritrovò a riscrivere, seguendo la trama di Hugo, il libretto per l’omonimo balletto che nel 1965 debuttò sul palcoscenico del Palais Garnier, prima creazione di Petit per l’Opéra di Parigi. Notre-Dame de Paris è un balletto d’azione in due atti ambientato nella Parigi del 1482: una creazione totale che raccoglie danza, partiture musicali, scene e costumi frutto di una collaborazione d’eccezione che riunisce artisti di grande personalità come lo stilista Yves Saint Laurent, lo scenografo René Allio e il compositore Maurice Jarre.
Il corpo di ballo è qui il popolo francese, un vero coprotagonista, un collante per i personaggi principali. Le intrigate vicissitudini dei protagonisti, Esmeralda, Quasimodo, l’arciprete Frollo e il capitano Phoebus danno vita a un dramma delle passioni dal quale svetta il protagonista assoluto, Quasimodo, interpretato dallo stesso Petit alla prima rappresentazione del 1965. Con Petit, Quasimodo perde la gobba del mostro per trasformarsi in un ragazzo tenero e introverso a causa delle conseguenze di un brutto incidente. Nella visione di Petit Quasimodo, come Esmeralda considerata una strega perché allevata dagli zingari, sono persone rifiutate dalla società perché diverse: proprio in questo tema drammaticamente attuale risiede la geniale opera di modernizzazione del coreografo francese.