Uno scenario mozzafiato, il Teatro Romano di Verona, le musiche della nuovissima pièce “Cenerentola”, i colori del tramonto su Ponte Pietra: sono questi gli ingredienti che hanno fatto da contorno ad un’interessante incontro con Thierry Malandain, coreografo della Compagnia Malandain Ballet Biarritz. Una chiacchierata con uno dei creatori più geniali del panorama della danza internazionale. In Italia per presentare la sua ultima fatica, Malandain ci racconta anche la sua storia: già messosi in luce come danzatore dell’Opéra di Parigi, del Ballet du Rhin e del Ballet Théâtre Français de Nancy, Il Maestro lega il suo nome di coreografo e direttore artistico alla compagnia di Biarritz con esemplari risultati di eccellenza, apprezzati dal pubblico ed elogiati dalla critica. Spesso artefice di produzioni realizzate in collaborazione con altre importanti istituzioni francesi, il Malandain Biarritz Ballet si è affermato per il grande interesse suscitato dal lavoro artistico svolto, fra tradizione e modernità. Ecco cosa ha raccontato al Giornale della danza.
In Italia con la sua compagnia per la prima volta di “Cenerentola”. È felice di essere qui?
Moltissimo. Il vostro paese mi accoglie sempre in maniera fantastica: poter portare la mia nuova creazione qui a Verona, in un Teatro come questo, consente alla mia pièce di diventare ancor più speciale. Ho cercato una chiave di lettura personale esplorando ambiti a me molto cari. Il balletto è diventato una sorta di percorso esistenziale di un’étoile della danza che, passando attraverso il dubbio, l’emarginazione, la sofferenza e la speranza, raggiungerà la luce. Un percorso “fatto di ceneri e di magia” con elementi tragici e comici dal sapore universale. Nella fiaba di Perrault e dei fratelli Grimm Cenerentola è considerata dalla matrigna meno di una nullità. Costretta a essere sempre sporca per le pulizie del focolare, vive perennemente “tra le ceneri”. Ma al sole dell’amore, trovando la scarpetta giusta per il suo piede, Cenerentola diventa una donna realizzata, un’autentica stella che danza. Una versione moderna, ma molto legata alle tradizioni della storia e del balletto, che non devono mai essere dimenticate.
Quali sono le fonti principali che più hanno ispirato questo balletto?
Le posso garantire che non è bastata la sola fiaba: Nietzsche e la partitura di Prokofiev hanno giocato un ruolo molto importante nel processo di creazione. Ma anche l’opera di Massenet dove, Cenerentola è aiutata dalla fata-madrina e dove si sfugge al buio delle cose troppo reali per dimenticare l’umanità che sanguina, l’ignoranza e la stupidità umana. Insomma: una serie di ingredienti che rendono unica la “mia” Cenerentola e che, per la prima volta appunto, porto in Italia.
Come riesce a creare il coreografo Malandain?
Ascolto la musica, mi documento, studio i ruoli e, quando entro in sala, chiedo ai danzatori di lavorare molto intensamente sul personaggio che interpretano, dando anche loro informazioni su come vorrei che fosse il risultato finale. I ballerini che lavorano con me hanno tutti un’ottima base classica e sono molto preparati. Sono molto contento di poter avere una compagnia veramente internazionale ma unita sotto le regole e i canoni della danza classica, che cerchiamo di portare sui palchi di tutto il mondo.
Ci può raccontare nel dettaglio proprio com’è la sua ensemble?
Il Malandain Ballet Biarritz è attualmente il principale centro coreografico francese di stile contemporaneo-neoclassico, ed è senza dubbio uno dei più importanti del paese per riconoscimento internazionale e per numero di spettacoli sul suo territorio e anche all’estero. Il Centre Chorégraphique National / Ballet Biarritz è stato inaugurato nel settembre del 1998, grazie all’iniziativa della Città di Biarritz e dello Stato. È composto da 20 danzatori permanenti: è una compagnia i cui interpreti provengono, come dicevo nella mia precedente risposta, tutti da una formazione accademica classica, che io comunque cerco di rendere moderna attraverso le mie creazioni. La priorità è data al corpo danzante, alla sua potenza, al suo virtuosismo, alla sua sensualità. E, qualunque sia la forma, astratta o narrativa, l’Uomo e la Danza sono nel cuore e nel corpo del Ballet Biarritz. Le caratteristiche principali dello “stile Malandain” sono la musicalità, la ricerca formale e la precisione tecnica in un percorso che non è mai puramente plastico ed estetico, ma è pieno di poesia nella sua linearità e di preziosi dettagli pur nei momenti di estrema forza ed energia. Cerco sempre di rispettare ed esaltare lo spirito del balletto classico pur inventando continuamente nuovi codici e nuove letture, evidenti nei miei famosi ensemble, che richiamano i corpi di ballo del repertorio romantico e del ‘900 in una chiave attuale, vitalizzata da un utilizzo ingegnoso del ritmo e dello spazio. Insomma: un mix tra tradizione e futuro!
Cosa Le piacerebbe coreografare nel futuro?
Non lo so, diciamo che vado avanti un po’ alla volta, non guardo necessariamente ai progetti futuri. Creo uno spettacolo, lo faccio al meglio. Poi si vedrà. Non amo molto avere una pianificazione dettagliata di quello che farò: penso a ciò che faccio, ora. Solo così riesco a fare il mio meglio. Ho qualche desiderio di future creazioni, questo sì, ma non ci penso. Il momento che stiamo vivendo è molto difficile: cerchiamo di goderci quello che abbiamo, ora!
La gioia più grande che, continuamente, le dà il suo lavoro.
Poter trasportare il pubblico che partecipa ai miei spettacoli: è la più grande gioia che mi offre il lavoro che svolgo. È bellissimo vedere le persone emozionarsi, commuoversi, ridere, applaudire i danzatori…Anche questo mi dà la forza di andare avanti in tutto ciò che faccio. È bellissimo!
Valentina Clemente