È andato in scena ieri sera presso il Parco d’ Europa a Padova, un appassionato spettacolo di flamenco dal titolo Tiempo: la historia de un amor en tempo de guerra, con il Ballet Flamenco R & M diretto da Rubén Martin e Marta Roverato, per la regia di Filippo Lazzaro. La produzione è dell’ Associazione Culturale Duendarte ed ha avuto il patrocinio del Comune di Galzignano Terme ( Padova ); il balletto si avvale anche della partecipazione del cantante José Salguero e di un ensemble di musicisti che hanno eseguito dal vivo la colonna sonora ( vero tessuto connettivo dello spettacolo ): Marco Perona e Alberto Rodriguez ( chitarre ), Paolo Mappa ( percussioni ), Erica Scherl ( violino ).
Il servizio fotografico promozionale è stato realizzato da Francesco Roverato negli interni del piano nobile del celeberrimo Caffè Pedrocchi; il service audio/luci è a cura di Tempi e Ritmi, i costumi sono a cura di Shantala, Maria e Rosario Molina, Maria J. Garrido.
Tiempo è il risultato di quasi due anni di ricerca, attraverso letture, riferimenti storici e musicali e si basa su una storia vera : Pilar e Manuel si conoscono nel 1945, all’età di ventun anni e si innamorano perdutamente. Lui riceve una lettera per la convocazione in guerra come pilota dell’aviazione militare e parte per la Russia. Dopo due anni di attesa, Pilar riceve la sconcertante notizia che Manuel è morto con onore difendendo la patria. Il tempo trascorre ma Pilar non dimentica il suo antico amore e nel corso dello spettacolo si arriva lentamente fino alla ;Madrid degli anni Sessanta che si trasforma nel palcoscenico di un’esistenza bizzarra.
Lo spazio scenico si divide in due parti che ne delimitano il racconto ; le emozioni dei personaggi sono scandite dalle composizioni di passi a due, dagli assoli attraverso cui si materializzano i sentimenti dei personaggi. I costumi, realizzati in Spagna, sono originali e riproducono fedelmente le vesti dell’epoca: i pizzi e le mantillas delle donne come le divise dell’aviazione militare spagnola della Seconda Guerra Mondiale, i colori stessi usati nelle scenografie identificano la traiettoria della vicenda, ora chiara e luminosa, ora cupa e triste come il destino incombente.
Virginia Consoli
Foto di Francesco Roverato
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