Si svolgerà a Bologna, dal 31 ottobre all’8 novembre 2015, la XIII edizione di “Gender Bender Festival”, con oltre 70 appuntamenti e artisti e opere e lavori provenienti da Cina, Danimarca, Spagna, Slovenia, Israele, Germania, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Francia, Belgio, Italia, Argentina, USA, Paesi Bassi, Svizzera.
Il Festival, ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, è dedicato alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere e orientamento sessuale nella cultura e nelle arti contemporanee. Prodotto da Il Cassero, il centro LGBT bolognese che da oltre trenta anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere, sostiene l’autodeterminazione e mette in campo azioni di contrasto contro stereotipi e discriminazioni.
Il Festival si apre con due importanti riconoscimenti. Da giugno è entrato a far parte di EFFE, il circuito di festival internazionali di qualità scelti e consigliati dall’Europa per lo straordinario lavoro di ricerca e promozione culturale. Oltre a questo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha confermato per il secondo anno il suo appoggio al festival, inserendolo tra i principali progetti nazionali dedicati alla danza contemporanea.
Sarà quindi ancora la danza la protagonista di questa edizione, in un cartellone che comunque non tradisce la vocazione eclettica e multidisciplinare del festival, da sempre in dialogo con i linguaggi più diversi e le esperienze artistiche più innovative in ambito internazionale.
L’edizione di quest’anno apre a nuovi Paesi gettando uno sguardo curioso alla Cina, un luogo in cui, per storia e cultura, l’identità legata al genere innesca un dialogo serrato con la dimensione sociale in una maniera del tutto inaspettata, affermandosi in maniera vertiginosa come un osservatorio speciale sul paradigma dell’identità, del singolo e della intera collettività.
Ambasciatore privilegiato sarà il giovane coreografo Er Gao, che presenta al festival in prima assoluta il suo Discoteque (5 e 6 novembre – AtelierSI), un’indagine sul fenomeno della disco music, simbolo per eccellenza della cultura occidentale capitalistica da un lato, e dall’altro un fenomeno sociale con una forte capacità di rottura dei rigidi ruoli maschili. Il rapporto tra individuo e società, e quello tra tradizione e innovazione, sono infatti le due principali chiavi di lettura di questa edizione.
Sul primo in particolare è scandito ad esempio lo straordinario dittico del coreografo danese Palle Granhøj che aprirà il Festival in prima nazionale: Double Rite: Rose + Rite of Spring extended (31 ottobre – Arena del Sole), rilettura de La Sagra della Primavera di Igor Stravinsky, uno dei più popolari e rivoluzionari balletti del ventesimo secolo, in cui sette danzatori nella prima e sette danzatrici nella seconda, sono alle prese con i riti di passaggio che li porteranno alla perdita dell’innocenza.
Nelle categorie del maschile e del femminile si cala anche il dialogo tra corpi di All dressed up and nowhere to go (1 e 2 novembre – AtelierSI) primo lavoro coreografico dell’italiana Giorgia Nardin.
Viene invece dalla Repubblica Ceca la straordinaria performance dei Dot504, Collettive loss of memory in prima nazionale (7 e 8 novembre – Teatri di Vita), coreografie di Jozefa Frucka e Lindy Kapetaney: cinque danzatori e danzatrici eccezionali indagano nel compiacimento dell’essere umano a praticare la violenza.
La coreografa olandese Liat Waysbort in Please me please (2 e 3 novembre – Arena del Sole – Sala Thierry Salmon) mette in scena un solo giovane danzatore: sarà lui a trasformarsi da uomo a donna, da oggetto di desiderio a soggetto desiderante, da ballerina a pornostar.
Osservano invece la dimensione del duo maschile tanto Ours, prima nazionale (2 e 3 novembre – Arena del Sole – Sala Thierry Salmon), il pluripremiato lavoro dell’israeliano Idan Sharabi, su musiche di Joni Mitchell, quanto Yellow place, prima nazionale (5 e 6 novembre – Arena del Sole – Sala Thierry Salmon), l’intesa istantanea tra due sconosciuti firmata dagli italiani Mattia Russo e Antonio de Rosa.
Gli adolescenti delle periferie bolognesi saranno inoltre la materia prima con la quale lavorerà Chiara Frigo, coreografa italiana che attraverso Ballroom (7 e 8 novembre – Spazio DOM), un format sospeso tra la balera e lo speed date, crea una relazione tre generi e generazioni incentrata sullo scambio di memorie.
Una parabola sui rapporti tra uomo e donna è invece il tema di I see the problem, not the solution coreografia di Ivan Mijaevic e María de Dueñas (5 e 6 novembre – Arena del Sole Sala Thierry Salmon)
Due gli appuntamenti con Teatro Arcobaleno, progetto speciale dedicato all’infanzia: Tel quel!, coreografia di Thomas Lebrun (31 ottobre e 1 novembre – Teatro Testoni Ragazzi), incentrato sulle tematiche care al coreografo francese: differenza, tolleranza, sogni e umorismo, sono evocate in un lavoro di coreografia dinamica che si articola attraverso quattro giocatori; Metro Boulot Dodo, coreografia Ives Thuwis -Nevski Prospekt (12 e 13 novembre – Teatro Testoni Ragazzi), uno spettacolo in cui danza e slapstick si incontrano e in cui la trita routine delle piccole abitudini quotidiane viene ad essere esasperata in maniera esilarante.
Un calendario fitto di eventi per un Festival sempre più ricco di iniziative. Nelle parole del direttore artistico Daniele Del Pozzo: «Nel giro di pochi anni il tema del Gender è diventato una delle chiavi di lettura privilegiate per l’osservazione e la comprensione delle grandi trasformazioni sociali e culturali della contemporaneità. Da tema apparentemente per “addetti ai lavori” è diventato, anno dopo anno, uno dei temi principali dell’agenda sociale e politica dei diversi Paesi, la cartina tornasole con cui misurare il grado di inclusione sociale e la piena realizzazione delle persone e della loro felicità. Da tredici anni Gender Bender continua a chiedere ad artisti di diverse parti del mondo di indicarci gli orizzonti più sereni, così come le questioni ancora insolute, diventando un osservatorio privilegiato di quel grande laboratorio di invenzione che è il dialogo tra le differenze».
INFO
Dal 31 ottobre all’8 novembre 2015
Gender Bender Festival
Il Cassero LGBT Center
Via Don Minzoni 18 – Bologna
Tel. +39 051 0957200
Lorena Coppola
www.giornaledelladanza.com