Ispirato alla creazione di Marius Petipa, il “Don Quichotte” di Nureyev con protagonista il Balletto dell’Opéra di Parigi diretto da José Martinez prosegue le repliche all’Opéra Bastille fino al 24 aprile, sulla musica di Aloisius Ludwig Minkus (nell’arrangiamento di John Lanchbery), libretto di Miguel de Cervantès, direzione musicale di Gavriel Heine, scene di Alexandre Beliaev, costumi di Elena Rivkina (durata 2 ore e 50 minuti compresi i due intervalli).
La messa in scena di Nureyev è una vera e propria festa della danza grazie ad un allestimento fulgido, ricco di temperamento e di virtuosismi, con ironici ruoli comprimari e talentuosi ruoli principali. Una scoppiettante cornice spagnola fa da sfondo a balli gitani, matadores, e ad un “gran pas de deux” di assoluta eleganza e precisione accademica. Tra fughe, inganni e travestimenti, Don Chisciotte danzerà con la sua Dulcinea, mentre la giovane Kitri e il barbiere Basilio coroneranno il loro sogno d’amore…
Un omaggio alla memoria del “ballerino dei ballerini”, nonché alla sua creatività, alla sua seducente personalità e all’inimitabile qualità artistica, da parte del Balletto dell’Opéra di Parigi che durante gli anni ottanta fu impreziosito proprio dalla figura di Nureyev nel ruolo di Direttore della danza (dal 1983 al 1989) dando vita ad un repertorio di titoli classici che ancora oggi sono il biglietto da visita della compagnia francese.
Gli artisti che si alternano in palcoscenico nelle ultime repliche sono, nel ruolo di Kitri: Valentine Colasante (nella foto), Léonore Baulac, Hannah O’Neill, Sae Eun Park, Héloïse Bourdon, Silvia Saint Martin, Inès Mcintosh, Roxane Stojanov, Hohyun Kang; mentre in quelli di Basilio: Guillaume Diop, Germain Louvet, Hugo Marchand, Paul Marque (nella foto), Marc Moreau, Pablo Legasa, Francesco Mura, Jérémy-Loup Quer, Thomas Docqui.
Avendo Nureyev stesso eseguito la versione di Alexander Gorski al Kirov di Leningrado, e nel “Don Chisciotte” da lui ideato nel 1966 per il Wiener Staatsballett, proprio a partire dalla sua eredità russa confeziona un’opera coreografica briosa e vivace, ispirata allo spirito della commedia dell’arte. Tutto ciò lo trasmise nel 1981 nell’adattamento ricomposto appositamente per l’Opéra di Parigi, accentuando il ritmo vorticoso dell’azione tecnica.
Michele Olivieri
Foto: Yonathan Kellerman / OnP
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