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Valentino Zucchetti: Intervista esclusiva del Giornale della Danza

Valentino Zucchetti, primo solista del Royal Ballet, ma soprattutto primo italiano in assoluto a coreografare fra pochi giorni uno spettacolo per il Royal Ballet della prestigiosa Royal Opera House di Londra. Zucchetti è nato a Calcinate ed ha iniziato a studiare danza a soli quattro anni. A 11 anni si è trasferito a Milano per studiare alla Scuola di ballo della Scala. A 16 anni ha lasciato l’Italia per andare a Londra, dove gli è stata offerta una borsa di studio alla Royal Ballet Upper School. Da quel momento in poi ha preso il via una carriera intensa che non ha mai conosciuto momenti di stasi. In vista di questo importante appuntamento che lo vede protagonista nelle vesti di coreografo internazionale, il famoso ballerino italiano si racconta al Giornale della Danza.

Intervista esclusiva del Giornale della Danza a Valentino Zucchetti

Vive a Londra da diversi anni, come si trova ora lì durante questo periodo?

Il lockdown è stato difficile anche qui. Fortunatamente ho diversi amici, non solo danzatori, ma anche attori e cantanti. Persino in pandemia sono riuscito a tenermi impegnato. Ho organizzato il Distdancing al Regents Canal e abbiamo costruito un apposito palcoscenico per esibirci. Durante la scorsa estate con l’allentamento delle chiusure ho potuto eseguire ben cinque spettacoli, tra cui Lo Schiaccianoci a dicembre.

Ed ora che situazione si prospetta? 

Fortunatamente stiamo guardando ad una ripartenza. Il 17 maggio riapriremo con il pubblico live nel teatro, anche se con la sala riempita solo al 40% e con gli spettatori con le mascherine per le dovute disposizioni anti covid. Sarà così per l’intero mese di maggio, dopodichè se l’epidemia rallenta, a giugno non ci sarà il distanziamento.

Come sarà il suo spettacolo? 

Oltre a coreografare “Anemoi” prenderò parte a tutti i programmi della stagione. Ballerò nel primo, secondo e terzo trittico con Francesca Haywood. Sarò sia ballerino che coreografo nello stesso programma. Oltre a questa coreografia ci sono anche due pezzi che saranno svelati il 14 maggio in “Spring Draft Work” e un secondo pezzo per lo spettacolo di fine anno della scuola di ballo.

Valentino Zucchetti è emozionato ad essere in veste di coreografo di uno spettacolo così importante?

E’ da molti anni che sto lavorando come coreografo, ma essendo anche un ballerino non potevo recarmi spesso all’estero per coreografare. Lavorare come coreografo all’Opera House di Londra è una sensazione incredibile, non pensavo di arrivare fin qui! A dire la verità stavo lavorando da tempo per ottenere questo traguardo professionale, ma pensavo arrivasse fra qualche anno.

In quanto tempo ha ideato la coreografia che debutterà sull’iconico palco londinese?

In soli dieci giorni. E’ subito piaciuta al Direttore Kevin O’Hare che l’ha inclusa nel galà streaming di novembre. Abbiamo trovato i costumi in fretta e furia. Dopodichè il Direttore mi ha commissionato di estendere questa coreografia all’apertura del Royal Ballet in un periodo così particolare e difficile. La mia precedente creazione, che si chiama “Scherzo”, verrà utilizzata per una raccolta fondi alla Royal Albert Hall da Darcey Bussell a giugno. Sono il primo italiano della storia a coreografare per la Royal Ballet House.

Un grande orgoglio per la nostra Nazione.

I vari coreografi del passato hanno iniziato tutti molto presto ed in genere lo hanno fatto quando hanno smesso di ballare. In Inghilterra non è affatto così. Io ho iniziato a coreografare a 16 anni, oggi a quasi 33 anni (n.d.r. Valentino Zucchetti li compirà il prossimo 23 maggio), sono maturo. Sono un ballerino a tempo pieno e anche coreografo.

Valentino Zucchetti dell’Italia cosa le manca maggiormente?

Lo stile di vita, il mangiare, le persone. Sono emigrato molto presto e qui in Inghilterra mi sono perfettamente integrato. A soli 16 anni mi sono trasferito, anche se non sono arrivato a Londra portandomi la nostalgia dell’Italia. A 19 anni ho lavorato tra Zurigo e Oslo. Quando posso comunque mi concedo il gelato italiano di Venchi a Covent Garden. Ora ho persino il passaporto inglese.

Valentino Zucchetti se dovesse scegliere tra la carriera di ballerino e coreografo?

Dipende dall’offerta ma non vorrei fare una scelta drastica al momento. Ho visto fare tanti errori da parte di alcuni ballerini che hanno lasciato la professione troppo presto per dedicarsi alla coreografia. Specialmente per gli uomini non c’è poi una via di ritorno una volta che si decide di interrompere la carriera di danzatore. Non voglio avere rimorsi, ma sono al contempo consapevole che arriverà anche per me la fine della carriera di ballerino. Ma sono certo che la carriera di coreografo sarà allo stesso tempo allettante.

Vede il suo futuro professionale sempre a Londra?

Non mi sarei mai aspettato di coreografare con l’Opera House. Da italiano mi piacerebbe tornare nel mio Paese e contribuire alla promozione dello scenario artistico nazionale. Andrò dove sono il benvenuto. Nel frattempo sto lavorando anche per alcuni film e cortometraggi. Ho notato che c’è una mancanza del movimento nei filmati e vorrei sviluppare questo settore. Potrei portare la mia esperienza di ballerino e coreografo a servizio dei film, sviluppare anche la realtà virtuale applicata alla danza, non rimanere quindi solo ancorato al repertorio teatrale.

Cosa ricorda dell’ultima volta che è tornato in Italia?

Ho danzato a Verona. A volte vengo ospite in dei galà, mi diverto molto. La mia non è solo una passione, ma un’ossessione. Danzo generalmente tra le 6/8 ore al giorno, di cui 3/4 ore sono dedicate all’allenamento, altre 4 alla coreografia. Fare ciò che ti piace veramente è la più grande soddisfazione che si possa mai avere nella vita.

 

Elena Parmegiani

www.giornaledelladanza.com 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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