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“Cenerentola” vista da Nureyev: nel balletto l’Hollywood degli anni ‘30

Chi non conosce la storia di Cenerentola? E’ una delle fiabe più famose del mondo e non è un caso che ne esistono più di 340 versioni scritte.

La prima attestazione risale alla metà del IX secolo a.C. ed è cinese: d’altra parte, l’idea che Cenerentola diventi regina a condizione che il suo piedino riesca a calzare la scarpetta perduta fuggendo dalla festa è un’idea cinese, poiché è li che ancora oggi si dà grande risalto alle piccole dimensioni del piede femminile, come valore di classe e di sensualità.

Tra tutte le versioni, quella di Charles Perrault, contenuta nella celebre raccolta “I racconti di Mamma Oca”, è sicuramente la più conosciuta e su di essa si sono basate molte delle trasposizioni teatrali, cinematografiche ecc…

Di Cenerentola (si pensi ad esempio al melodramma giocoso “La Cenerentola” di G. Rossini, al lungometraggio a cartoni animati “Cinderella”, realizzato da Walt Disney nel 1949, o anche al recente film “Pretty Woman”, storia di una Cenerentola attuale).

Per quel che riguarda la danza, l’argomento ha sempre attirato l’attenzione dei coreografi, a partire dal primo Ottocento, rivelandosi praticamente adatto a rivestirsi di forme pantomimiche e danzanti.

Rudolf Nureyev, il più grande danzatore dello scorso secolo nonché coreografo, creò una sua versione del balletto “Cenerentola” nel 1986 per l’Opéra di Parigi, sulla celebre partitura musicale di S.S. Prokofiev, in cui rilesse la fiaba in chiave moderna. E’ sempre la storia di un sogno che diventa realtà, ma è ambientata nel mondo cinematografico della Hollywood degli anni Trenta.

Così al posto della fata c’è un Tycoon, una specie di produttore o grande magnate del cinema, curiosamente rassomigliante a Groucho Marx, interpretato dallo stesso Nureyev. Il ballo al palazzo reale, momento culminante della fiaba, è sostituito con un’audizione per un film musicale; vi si preparano le sorellastre di Cenerentola, figura relegata, come tutte le Cenerentole di questo mondo, ai doveri della casa e alle umiliazioni del suo ruolo.

Irrompe sulla scena un anziano signore che ha subito un incidente d’auto; Cenerentola è l’unica pronta a soccorrerlo e questo non esiterà a portarla via con sé e a farne una diva. Nascerà anche l’amore tra lei e il divo che le è posto accanto…

Numerosi sono i riferimenti al cinema americano degli anni Trenta presenti nel balletto: Charlie Chaplin, Fred Astaire, King Kong.

Interpreti principali di quella prima edizione, di cui esiste un dvd in commercio, furono Sylvie Guillem, la “diva” del balletto classico dei nostri giorni, dotata di una tecnica virtuosistica abbagliante, e Charles Jude, nel ruolo del divo, forte ed elegante.

I due protagonisti ci regalano momenti di una danza dalla grazia assoluta, la Guillem è una Cenerentola fragile, dolce, tenera e l’atmosfera da sogno che si crea intorno a lei ci emoziona.

Rudolf Nureyev ha perfettamente adattato la fiaba ai nostri tempi: la sua Cenerentola, come molte ragazze di oggi, sogna il successo e con questo trova anche l’amore.

Sara Zuccari

Direttore del www.giornaledelladanza.com

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