Una stagione di alto livello, tra tradizione e innovazione, intensa e con un ampio spazio dedicato proprio alla danza, gioiello del Teatro lirico capitolino.
La stagione di balletto 2018-19 del Teatro dell’Opera di Roma si apre con un grande classico del repertorio, Il lago dei cigni di Benjamin Pech da Marius Petipa e Lev Ivanov in scena al Teatro Costanzi da venerdì 28 dicembre 2018 a domenica 6 gennaio 2019.
Benjamin Pech, già étoile dell’Opéra di Parigi e Assistente alla Direzione del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dopo aver creato diverse coreografie si confronta con il riallestimento coreografico di un balletto icona della tradizione classica. Il lago dei cigni è uno dei titoli più famosi e amati, una fiaba romantica percorsa dall’eterno conflitto tra Bene e Male che ancora oggi, con il suo intenso simbolismo, continua ad affascinare gli spettatori di tutto il mondo. Il 28 e il 29 dicembre ospiti d’eccezione sono Olga Smirnova e Semyon Chudin entrambi principal dancer del Teatro Bol’šoj di Mosca. Il lavoro di Pech – coadiuvato da Madame Patricia Ruanne e dal Maître de Ballet Fréderic Jahn in veste di assistenti al coreografo – si innesta in un allestimento magico fatto di scene raffinate e decori preziosi dello scenografo Aldo Buti con le luci di Marion Hewlett. Le note di Pëtr Il’ič Čajkovskij sono affidate alla bacchetta del Direttore Nir Kabaretti che dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.
La stagione prosegue con il balletto Carmen un nuovo allestimento della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma. La nuova creazione coreografica in scena al Teatro Costanzi da sabato 2 a domenica 10 febbraio 2019 – è affidata al ballerino e coreografo ceco Jiří Bubeníček noto in tutto il mondo per essere stato uno dei ballerini icona di John Neumeier, vincitore di tanti premi tra cui il Premio Benois della Danza e coreografo d’ingegno molto apprezzato in Europa e in Giappone. La sua versione nasce da un ritorno alle origini letterarie di questa storia di Passione e di Morte con la quale si sono misurati i più grandi coreografi di fama internazionale: la novella di Prosper Mérimée. La creazione fedele al testo si svolge sulle note della musica creata da Georges Bizet con alcune arie dall’omonima Opera e brani musicali di flamenco eseguiti dal vivo da un ensemble flamenco. Le scene dalla forte valenza drammaturgica nelle quali si susseguono le varie situazioni narrate dal balletto, sono di Gianni Carluccio e le luci di Fabio Antocci. Il Direttore Louis Lohraseb dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma.
Dopo due grandi classici l’appuntamento è con Serata Philip Glass un omaggio al famoso compositore statunitense che, attraverso le sue opere, sinfonie, composizioni e numerose collaborazioni con artisti che vanno da Twyla Tharp ad Allen Ginsberg, da Woody Allen a David Bowie, ha esercitato un impatto straordinario e senza precedenti sulla vita musicale e intellettuale del nostro tempo. Il programma in scena al Teatro Costanzi da venerdì 29 marzo a martedì 2 aprile 2019 è composto da quattro titoli. Apre la serata Danzo, in tre movimenti di Giorgio Mancini con gli allievi della Scuola di Danza, i primi ballerini e le étoile del Balletto del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2016 il coreografo italiano Giorgio Mancini crea su musica di Philip Glass Danzo per gli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, omaggiando la danza classica tout court. Oggi torna a quell’omaggio ampliandolo e aggiungendo un terzo movimento, una nuova creazione, che prende le mosse da Dance IX di Philip Glass da In the Upper Room di Twyla Tharp. Un omaggio nell’omaggio: a Philip Glass per aver influenzato con la sua monumentale chiarezza, tramite il solo ascolto, molte delle sue creazioni e a Twyla Tharp per aver creato opere come In the Upper Room che hanno segnato la sua crescita e il suo cammino coreografico. Per esprimere al meglio la sua idea, Giorgio Mancini ha trovato qui il perfetto connubio tra il linguaggio asciutto, puro ed elegante della tecnica classica con la musica di Glass fatta di complessità matematica, eleganza emotiva e rigore. Dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma il Direttore Carlo Donadio.
La serata continua con Hearts & Arrows di Benjamin Millepied mai presentato prima d’ora al Teatro Costanzi. Si tratta del secondo titolo della trilogia Gems del ballerino e coreografo francese di fama internazionale, una rivisitazione del trittico di George Balanchine Jewels del 1967 nata dalla collaborazione tra la sua compagnia di danza L.A. Dance Project e la Maison Van Cleef & Arpels. Creato sul quartetto per archi n.3 (Mishima) di Philip Glass, Hearts & Arrows debutta nel 2014 all’Olympia Theater di Miami, anticipato nel 2013 da Reflections e seguito nel 2016 dall’ultimo capitolo On the Other. Otto danzatori danno vita a movimenti e interazioni passando da momenti di insieme ad assoli e pas de deux. La musica è su base registrata.
Si continua con la nuova creazione del giovane talento francese Sébastien Bertaud, pensata appositamente per i ballerini del Teatro dell’Opera di Roma e una coppia principale molto speciale, le étoile Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel che insieme, durante la scorsa stagione, hanno estasiato il pubblico del Costanzi con la loro vivida e struggente interpretazione di Manon di Kenneth MacMillan. Per la straordinaria occasione i costumi sono ideati da Maria Grazia Chiuri per la Maison Dior. A Parigi durante la stagione 2016 – 2017 Sébastien Bertaud è tra i giovani talenti scelti da Benjamin Millepied per partecipare a l’Académie chorégraphique de l’Opéra dove segue l’insegnamento di William Forsythe che lo sceglie come coreografo assistente. Nel Giugno 2017 Sébastien Bertaud ottiene un grande successo all’Opéra Garnier con Renaissance creato per le étoile e il corpo di ballo dell’Opéra di Parigi con i costumi realizzati da Olivier Rousteing per la Maison Balmain. Sébastien Bertaud, sujet a l’Opéra di Parigi, nelle sue creazioni porta uno sguardo generazionale sul balletto e sovverte con le sue collaborazioni i codici della danza classica. Per questa nuova creazione prosegue in quella tradizione di collaborazione che unisce la danza alla moda e che va dai Balletti Russi ai nostri giorni. Dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma il Direttore Carlo Donadio.
La serata si chiude con un altro cameo, per la prima volta al Teatro Costanzi, Glass pieces di Jerome Robbins, ballerino, regista e coreografo statunitense che ha saputo mescolare alla perfezione una solida ed elegante vocazione neoclassica con uno spirito dinamico e brillante, tanto da essere definito allo stesso tempo come il più grande tra i coreografi di balletto di origine americana e il miglior coreografo di Broadway. La creazione debutta il 12 maggio 1983 al New York State Theater, con il New York City Ballet. Si tratta di un lavoro altamente formale, articolato in tre sezioni, dove Robbins sovrappone a un vocabolario tradizionale concetti provenienti dalla postmodern dance e costruisce schemi di movimento e ritmi visibili che traducono in architettura fisica le musiche di Philip Glass: Rubric e Façades (dall’album Glassworks), accanto a degli estratti dall’opera Akhnaten. Il risultato è un sofisticato linguaggio moderno che è allo stesso tempo ipnotico e carico di energia, quella di ben quarantadue ballerini in scena. Le scene sono dello stesso Jerome Robbins con Ronald Bates, i costumi di Ben Benson e le luci sono di Jennifer Tipton. Dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma il Direttore Carlo Donadio.
La stagione di balletto 2018-19 continua con Blanche Neige di Angelin Preljocaj, in scena per la prima volta al Teatro Costanzi da venerdì 3 a giovedì 9 maggio 2019, e nell’anteprima giovani di giovedì 2 maggio.
Il coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj dopo diversi lavori non narrativi torna al racconto con Blanche Neige. Recupera così un tema popolare, una favola appartenente alla memoria di tutti, su cui innesta una serie di variazioni personali frutto dell’analisi dei numerosi simboli presenti nel racconto. Il personaggio centrale diventa per Preljocaj la perfida matrigna, una donna caratterizzata dalla narcisistica determinazione a non voler rinunciare alla propria bellezza e seduzione, anche a costo di sacrificare la candida e innocente figliastra. L’inedita matrigna è una sexy dark lady, ripensata da Preljocaj e dallo stilista Jean Paul Gaultier, che firma i costumi della produzione.
Blanche Neige, balletto romantico e contemporaneo ispirato alla fiaba dei Fratelli Grimm, debutta alla Biennale de la Danse di Lione nel settembre 2008 e nel 2009 viene premiato ai Globes de Cristal. Attualità e incanto fiabesco si fondono alla perfezione in questo balletto articolato su un sapiente e personalissimo collage di musiche di Gustav Mahler, sul quale Preljocaj sviluppa ogni episodio e particolare della storia, dallo specchio alla mela stregata. Le meravigliose scene di Thierry Leproust disegnano i luoghi in cui si svolge la favola: un’ambientazione tra realismo e astrazione sorretta e amplificata dalle luci di Patrick Riou.
La stagione si conclude con la ripresa del Don Chisciotte di Laurent Hilaire, ispirato alla versione originale per l’American Ballet Theatre di Mikhail Baryshnikov, da Marius Petipa e Alexander Gorsky, in scena al Teatro Costanzi da martedì 15 a domenica 20 ottobre 2019.
Ospiti d’eccezione sono Evgenia Obraztsova principal dancer del Teatro Bol’šoj e Isaac Hernández lead principal all’English National Ballet, vincitore quest’anno del Premio Benois della Danza proprio per la sua interpretazione di Basilio in questa versione. Il balletto Don Chisciotte, tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes Don Chisciotte della Mancia, è un grande classico con cui nel tempo si sono confrontati numerosi coreografi, da Nureyev a Balanchine. Storica la versione creata nel 1978 da Mikhail Baryshnikov per l’American Ballet Theatre, danzata poi dalle maggiori compagnie del mondo tra cui, nel 1993, il Royal Ballet di Londra, alla quale direttamente si ispira la rilettura di Laurent Hilaire, che debutta in prima mondiale al Teatro Costanzi lo scorso 15 novembre 2017 con il Balletto del Teatro dell’Opera di Roma. Per Laurent Hilaire, la famosa edizione di Baryshnikov si distingue per la sua capacità di porsi come esito della lunga storia evolutiva che il balletto Don Chisciotte porta con sé, una traiettoria che inizia con il primo adattamento di Marius Petipa per il Bol’šoj di Mosca nel 1869. L’allestimento, profondamente originale, si fonda sulle scene di fumettistica memoria nate dall’estro creativo di due maestri di fama internazionale: Vladimir Radunsky e A.J. Weissbard con i costumi del primo e il disegno luci del secondo. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta da David Garforth.
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Foto di Yasuko Kageyama