
Natalia Makarova non è stata soltanto una delle più grandi ballerine del Novecento: è stata una voce rara, capace di trasformare il linguaggio della danza in un pensiero vivo, in una filosofia dell’esistenza.
Le sue parole — proprio come i suoi arabesque leggendari — non si limitano a “mostrare”: raccontano, illuminano, rivelano.
Chi la ascolta scopre un universo dove il movimento diventa conoscenza, e lo sforzo quotidiano del danzatore si trasforma in un modo diverso di abitare il mondo.
In questo articolo vengono raccolte le su e frasi più significative, ricostruendo non solo ciò che ha detto, ma ciò che la sua voce sembra voler suggerire ancora oggi.
Anche ciò che non si vede deve danzare.
Questa idea, più volte evocata da Makarova, riassume la sua poetica: la danza non è solo ciò che il pubblico percepisce, ma ciò che vibra “dentro”. È un invito a essere presenti con ogni parte del corpo e dell’essere — ascolto, respiro, intenzione. Per lei anche il silenzio, anche l’attesa, anche un millimetro di energia invisibile era parte dello spettacolo.
Una ballerina abita lo spazio con la sua anima, non solo con la tecnica.
Nelle sue interviste Makarova ha sempre insistito su un punto: la tecnica è un mezzo, non il fine. L’artista non conquista il pubblico con i virtuosismi, ma con ciò che porta dentro. È una lezione preziosa non solo per i danzatori, ma per chiunque cerchi di dare forma alla propria identità: la differenza la fa il modo in cui abitiamo ciò che facciamo.
La danza è corpo, spirito e intelligenza in un unico gesto.
Non vedeva la danza come disciplina isolata, ma come sintesi di mondi: la fisicità, la spiritualità e la lucidità mentale. Era convinta che un movimento possa nascere solo dall’incontro di queste tre dimensioni. Per questo le sue interpretazioni erano così magnetiche: parlavano con grazia, ma anche con pensiero.
È il corpo che racconta. E racconta in una lingua che arriva dritta al cuore.
Makarova amava ricordare che la danza non appartiene alla logica, ma all’emozione. Il corpo, guidato dalla musica, diventa un linguaggio universale, capace di toccare ciò che le parole spesso sfiorano appena. È una dichiarazione d’amore per l’arte del movimento, ma anche una verità semplice: le emozioni più profonde si esprimono senza parlare.
L’arte non ha tempo per la mediocrità: va cercato il capolavoro, sempre.
Una frase che incarna la sua disciplina inflessibile. Makarova non accettava compromessi: voleva autenticità, profondità, ricerca. Preferiva affrontare la fatica dell’eccellenza piuttosto che adattarsi alla comodità. Una visione severa, ma straordinariamente ispirante per chiunque voglia crescere.
Guardare indietro è noioso. La vita accade solo andando avanti.
Una riflessione sorprendentemente leggera, quasi ironica, venuta da una donna che conosceva bene le difficoltà del cambiamento: la fuga dall’Unione Sovietica, il rischio, la solitudine dell’esilio. Eppure proprio lei, che tanto aveva lasciato alle spalle, ci ricorda che la bellezza sta nel domani, non nel rimpianto.
Voglio essere libera. Libera di seguire la mia arte.
Poche parole, ma definitive. La danza per Makarova non era un mestiere: era un luogo di libertà. È il manifesto di un’artista che ha rischiato tutto pur di restare fedele a sé stessa.
Un esempio rarissimo di coraggio creativo.
Le frasi di Natalia Makarova non sono semplici citazioni: sono piccoli principi di vita, pensieri capaci di guidare chi danza, chi crea, chi cerca un modo più autentico di esprimersi.
Parlano di: presenza, sensibilità, coraggio, disciplina, libertà, bellezza. E soprattutto parlano di un’arte che non è movimento, ma trasformazione.
Michele Olivieri
www.giornaledelladanza.com
©️ Riproduzione riservata
Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore