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Stoffa per la Danza: La comparsa del tutù romantico


Tutù è un termine di origine francese ed indica un costume di scena indossato dalle danzatrici nel balletto classico. Nato nel 1832 con la SYLPHIDE (capostipite del balletto romantico), il tutù ha creato uno stile che ha segnato il mondo della danza per più di un secolo ed è ancora oggi la divisa tipica della ballerina “classica” .
Esistono due principali tipi di tutù: il tutù lungo o romantico e il tutù corto o classico.

La costruzione di entrambi si appoggia su un busto con baschina sulla quale vengono fissate le sovrapposizioni degli strati di tulle che devono rispettare dei calcoli matematici di sviluppo in funzione della lunghezza delle gambe della ballerina; questi strati di tulle,inoltre, hanno pesi e consistenze diverse: dall’estrema leggerezza di quelli del tutù romantico alla solidità e rigidità di quelli del tutù classico.

Ciò che differenzia in maniera netta le due tipologie di costume è la lunghezza della gonna, la quale, mentre nel periodo romantico va dal ginocchio alla caviglia, alla fine del diciannovesimo secolo si accorcia notevolmente fino ad assumere la forma di un disco sopra le anche della ballerina. Il busto, al contrario, non subisce variazioni: è confezionato in tela ed è rinforzato con stecche.

Come già accennato in precedenza, il tutù fa la sua comparsa con la Sylphide ed è disegnato dal costumista Eugèn Lamy. Con l’introduzione del tutù quest’opera dà l’avvio ad una serie di “ballets blancs” o balletti bianchi che sarebbero diventati il simbolo dello stile romantico. Dalla Silfide in poi tutti i balletti del repertorio ottocentesco offrono un “atto bianco”, caratterizzato da particolari creature avvolte da tutù e scarpette bianche come le silfidi, le villi o le ondine, frutto di visioni che appartengono al mondo fiabesco del Romanticismo.

Drammaturgicamente parlando, questo atto viene interpretato come una fuga dalla realtà da parte dei protagonisti della vicenda per vivere in un mondo incantato e libero da regole. I balletti romantici sono, infatti, generalmente suddivisi in due atti: il primo è rappresentato alla luce del giorno e associato alla civiltà,il secondo invece ha luogo di notte, in un regno incantato (sovrannaturale), in cui si ha una fine tragica.

Gli spettacoli di questo periodo sono basati su una nuova sensibilità, una nuova visione del mondo più libera ed appassionata, che rompe le vecchie certezze legate al culto della ragione per recuperare una realtà inesplorata facente capo al versante oscuro dell’inconscio. Protagonisti delle coreografie devono essere i moti dell’animo, dei sentimenti e del sogno.

L’epoca romantica ha inoltre accentuato il ruolo della ballerina: la protagonista diviene componente principale e parte essenziale del balletto, portando così ad un defilamento del ruolo maschile. La nascita del balletto romantico si ha proprio quando il padre di Maria Taglioni (prima grande ballerina del 19esimo secolo), Filippo Taglioni, crea appositamente per lei l’opera citata, in cui Maria ebbe il ruolo di protagonista e decise di accorciare la gonna del tutù, accentuando la danza “en point”.

Maria diviene dunque il prototipo della ballerina romantica, applaudita soprattutto per la sua enfasi sentimentale e il tecnicismo atto ad accentuare la componente emotiva: lo stile romantico è caratterizzato da movimenti dolci, braccia curve ed una forte inclinazione in avanti del corpo. Questo dona alla ballerina un aspetto leggero e sinuoso. Il movimento delle gambe, infine, diviene più elaborato ed enfatizzato grazie proprio al nuovo stile del tutù, elevando il livello tecnico.

Giuseppe Tramontano

 

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