Diplomato F.I.P.D. settore danze caraibiche, il maestro Francesco Serrao intraprende una serie di viaggi a Puerto Rico e New York dove partecipa a manifestazioni internazionali con il proprio gruppo di ballo i mambostar. Partecipa con il gruppo dark latin dance al “East coast salsa congress” di New York, al meeting Salsamania di Guadalupe, al 1° congresso mondiale di salsa di Santo Domingo, al Salsakongress di Zurigo e Siciliasalsacongress come Mambostar Dancers insieme alla sua compagna e ballerina Emanuela Laurenti. Studia con lo stile di New York con i maestri Eddie Torres e Frankie Martinez che porta a collaborazioni con compagnie come quella di Duplesey Monik Walker e Carlos Konig in spettacoli al New Yor Salsa Congress.
Come hai intrapreso questo percorso nel campo della nutrizione abbinata alla danza?
Avvicinarmi alla sana nutrizione è stata una conseguenza dei miei primi successi nel mondo dell’insegnamento della danza. Nello stesso momento in cui ho acquisito le competenze come maestro ho capito che dovevo esserlo nella totalità della mia persona e non solo nella preparazione tecnica. E’ scattata in me quella necessità di operare un cambiamento, non solo nell’aspetto esteriore come molti sono portati a pensare, ma nello stato di salute e benessere generale. Insieme a mia moglie abbiamo deciso di intraprendere questo percorso con professionalità attraverso corsi formativi con vari medici. Abbiamo individuato quello che per noi è una sana nutrizione equilibrata che dà al corpo i giusti nutrienti e l’energia necessaria per svolgere le attività quotidiane e quelle applicate alla danza senza rinunciare al buon cibo e con la consapevolezza di quello che stiamo dando al nostro corpo.
Veniamo proprio ai benefici di una corretta alimentazione per un danzatore.
Da circa 13 anni scegliamo i nostri alimenti sulla base di un equilibrio nutrizionale. Devo dire che tra i tanti benefici, a 57 anni riesco a tenere testa a gruppi di allievi di età molto inferiore, anche se qualcuno mi risponde che è il potere del ballo e della musica latinoamericana. Io continuo a pensare che sane abitudini alimentari migliorano lo stato di salute e di energia anche a 80 anni. Un danzatore è anche un atleta, come tale deve avere forza negli allenamenti, accorciare i tempi di recupero e ottenere migliori risultati. Il corpo di un danzatore è come una Ferrari e se usi benzina normale non sprigionerà mai tutto il suo potenziale. Da due anni stiamo trasmettendo la nostra competenza ad alcuni insegnanti e grazie a piccoli e semplici cambiamenti si sono visti risultati straordinari.
Come maestro di ballo, cosa ti senti di dire oggi sul metodo d’insegnamento?
Il mio modesto pensiero è che il ballo è una attività professionale come qualsiasi altra; va quindi intrapresa con il giusto approccio. Per le nuove generazioni il mio consiglio è quello di studiare e prepararsi con i migliori maestri e cercare anche come trasmettere le informazioni per evitare il rischio di creare ballerini di apparenza invece di formare atleti della danza. Gli insegnanti di danza sono degli esempi anche quando non insegnano, lo sono in tutto il loro essere.
Cosa occorre ad un ballerino, un maestro, per sentirsi in forma?
Stare in forma, per un ballerino ed un maestro, è un biglietto da visita. Quando vedo maestri di ballo in sovrappeso, mi fa male all’anima. Insegnare ballo, del resto, significa trasmettere l’immagine che deve avere un danzatore e non è una cosa bella. Non voglio colpevolizzare nessuno ma mi rendo conto che c’è una ignoranza che va colmata, e in questo molta della responsabilità è del maestro, quantomeno nel consigliare e dare la giusta consapevolezza.
Quali consigli ti senti di dare come maestro di danza ed esperto nutrizionista?
Il consiglio che posso dare è quello che tutti i nutrizionisti da sempre predicano: una sana colazione equilibrata, spuntini a metà mattina e pomeriggio, pranzo e cena equilibrata, almeno 1 litro e mezzo di acqua, le giuste ore di sonno, momenti di relax; poi in questi ultimi due anni abbiamo sviluppato dei programmi aggiuntivi di integrazione grazie anche ai protocolli del Coni. Programmi che migliorano l’idratazione, l’aumento della percentuale di massa magra a dispetto di quella magra, la crescita della densità ossea, il controllo del metabolismo basale e tanti altri fattori in grado di dare al ballerino il top nella sua prestazione e soprattutto il mantenimento di tale stato fino a 90 anni.
Quale dovrebbe essere la perfetta combinazione salute e ballo?
Il ballo, per un professionista, piuttosto che un amatore, necessita di alcune caratteristiche basilari. Un corpo esteticamente piacevole alla vista (cura della persona); un’energia che ti permette di mantenere uno stato di vitalità per un paio di ore le caso di una serata a con amici, come per un intera giornata nel caso di ballerini in gara; la capacità di recupero per non stare il giorno dopo “sotto un treno”; la concentrazione necessaria per coordinare tutte le evoluzioni; la giusta idratazione per non lasciare il corpo privo di sali e vitamine; un atteggiamento positivo. Da studi scientifici è dimostrato che una corretta e sana nutrizione migliora l’umore è quindi la propensione ad essere sempre positivo anche nella soluzione dei problemi; ultimo ma non ultimo, avere un corpo sano e pieno di energia da al ballerino una sicurezza nei movimenti ed una consapevolezza nel successo della performance.
Parlami dell’esperienza di danza dei Mambostar?
Fin dai primi approcci con le danze caraibiche, il minimo comun denominatore è stata la musica, un po’ per la curiosità di un genere per me nuovo e un po’ per il mio background di musicista e studioso. Se vuoi che una cosa sia fatta bene devi dedicarci anima e corpo, così ho scelto l’insegnamento come attività predominante. Questo mi ha portato a formarmi presso l’accademia di New York che colmava quella sete di sapere nello stile che più rappresentava la mia scuola: il mambo New York style. Dopo più di venti anni di insegnamento promuovo la danza come il primo giorno, formo ballerini e maestri, creo un ambiente positivo e divertente. Il progetto è ambizioso e lo stiamo condividendo con quelle scuole serie che hanno una visione della danza a 360′ che ampliano e migliorano le loro accademie di danza.
In merito alla danza di coppia, parlami del tuo settore
Il settore dei balli caraibici in questi ultimi tempi è un po’ inflazionato. Io credo che dobbiamo ringraziare coloro che hanno portato in Italia questo movimento, colmando un vuoto che si era creato nel ballo di coppia in generale. In questi ultimi venti anni di insegnamento ho potuto constatare, nonostante molti esperti del settore giudicavano questo ambito una moda passeggera, l’evoluzione che c’è stata nel tessuto sociale. Sicuramente manca ancora di una regolamentazione che ne dia maggior valore.
Cosa pensi dei nuovi balli latini emergenti?
Sono molto aperto alle nuove tendenze e, personalmente, credo che un maestro debba conoscere le novità ma perfezionarsi nello stile che ritiene a lui più congeniale. Insegno salsa cubana e bachata ma il mio percorso è fortemente focalizzato su Mambo New York style, cha cha cha e pachanga. Tra le mie esperienze posso annoverare il flamenco, i balli latini e un percorso di recitazione che utilizzo per migliorare la mia comunicazione in classe. Riguardo alla Kizomba, stile che sta spopolando in questo periodo storico, credo che sia un valore aggiunto al panorama odierno perché la musica è piacevole ed il ballo contagioso, con una ventata di novità che non avveniva da tempo.
Futuri progetti, in entrambi i campi?
Si, non solo perché entrambi i campi possono viaggiare come un ingranaggio sincronizzato per portare attraverso il ballo il messaggio del benessere. E lo slogan è: educare con la danza.
Un sogno nel cassetto.
Il cassetto è ormai aperto anche se per realizzare il sogno abbiamo bisogno di un po’ di tempo ancora e di coinvolgere persone che hanno la nostra stessa visione. Una squadra in grado di portare il messaggio del benessere a 360′ con la professionalità e le competenze che occorrono in un mondo, quello del ballo, che è ancora carente di informazioni corrette e di strumenti di supporto. In definitiva creare una figura competente come consulente del benessere all’interno delle caratteristiche che deve avere un maestro di ballo per completare le informazioni corrette che chi insegna, a mio parere, deve dare ai propri allievi.
Massimiliano Raso
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