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“Flexing heart” di Giovanna Velardi, pièce tra omologazione e diversità

Uno spettacolo, Flexing Heart, che nasce dalla ricerca di Giovanna Velardi e dalla sua riflessione sul centro del corpo, dall’idea del centro del corpo attivo, stabile, energetico ma anche flessibile. 
Uno spettacolo che si incentra sulla polarità tra omologazione e diversità.

Diversità che può essere vista come follia, come marginalità ad un sistema, che invece diventa portatrice di energia che contagia, che incarna la vitalità di un bambino, pura, autentica, senza sovrastrutture. Un personaggio un po’ folle riesce a contaminare con la sua energia un gruppo di personaggi perfettamente omologati tra loro, perfettamente parte di un mondo che li vuole tutti uguali. 
Dei nasi smisurati, in parte ci ricordano che è tutta una menzogna, in parte caratterizzano i personaggi e ne amplificano le intenzioni, ma soprattutto mettono in luce questa polarità tra omologazione e diversità e ci ricordano quanto spesso diamo del folle a qualcuno che è fuori dagli schemi solo per sentirci parte di un ambito sociale ed esser accettati. 
Dare voce all’energia vitale, non lasciarla soffocare, questo fa il nostro personaggio un po’ folle e un po’ bambino, con la sua potenza esplosiva.                                                                         

Esplosiva come la musica ideata e suonata live da Angelo Sicurella che, analogamente, lavora attorno alle diversità, crea un mondo parallelo, substrato di un contenitore più grande, una sequenza di quadri che raccontano e che si innestano nelle peculiarità di ogni danzatrice, trovando spazio nelle caratteristiche del movimento dei corpi in scena. L’espressione delicata, muscolare, volatile, pesante, elastica, caratterizzata sempre dalle peculiarità e dall’uso proprio del corpo di ogni danzatrice, come specchio e riflesso del proprio carattere e del proprio agire nel mondo, nella musica trova campo in un universo di suoni che costituisce una sorta di apeiron, un contenitore di suoni che costituisce la galassia all’interno della quale si muovono i mondi (i corpi delle danzatrici, ognuna col movimento che gli appartiene) nella costituzione di un tutto che si inscrive nel concetto di diversità sociale e di omologazione, in totale sintonia con la drammaturgia dello spettacolo. Nella sfera di un linguaggio prettamente connotativo, del corpo e della musica, apparentemente onirico, queste due discipline si sposano e prendono corpo per raccontare col corpo e col suono un mondo, una dimensione, che oggi più che mai vive sicuramente una crisi e sempre più profonda.

ORARI & INFO

15 e 16 maggio ore 21.00

Teatro Biondo

Via Roma, 258 – Palermo

www.giornaledelladanza.com

Foto Alessandro D’Amico

 

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