Ricorre quest’anno il trentennale dalla creazione della storica Associazione Sosta Palmizi, nata nel 1990 in seguito allo scioglimento del collettivo formato da esponenti di notevole spessore della coreografia italiana. Forti dell’esperienza con la Compagnia La Fenice di Carolyn Carlson, Michele Abbondanza, Francesca Bertolli, Roberto Castello, Roberto Cocconi, Raffaella Giordano e Giorgio Rossi, nel 1984 decisero di dare vita alla nota Compagnia, il cui nome origina da un divertente gioco di casualità: gli artisti trassero fortuitamente un’ottantina di vocaboli da poesie e brani letterari, che vennero poi inseriti in un computer. L’elaboratore elettronico li rimescolò e li associò a coppie, decretando la vittoria del curioso e singolare binomio Sosta – Palmizi.
Il primo spettacolo del collettivo fu Il Cortile, 1985 prima rappresentazione Teatro Nuovo di Torino, vincitore del Premio Opera Prima a Narni e del Premio UBU per il teatro-danza, e considerato una pietra miliare della storia della danza italiana. L’opera, infatti, derivò dalle improvvisazioni degli autori che furono poi confrontate, sviscerate e riunite in una vera e propria composizione artistica, la cui drammaturgia e scrittura coreografica furono influenzate dal vissuto personale. Nel dicembre 2015, in occasione del trentesimo compleanno del collettivo, i fondatori del gruppo originario si riunirono assieme al compositore Arturo Annecchino nell’intenso e divertente spettacolo 6 qui, un viaggio nel tempo, nelle emozioni e nei ricordi delle straordinarie esistenze artistiche dei coreografi.
Oggi Sosta Palmizi è diretta da Raffaella Giordano e Giorgio Rossi, e continua a costituire una realtà di riferimento nell’ambito della creatività coreutica contemporanea, dimostrando particolare sensibilità e attenzione per la qualità dell’esperienza artistica e la formazione di giovani generazioni di danzatori. Grazie all’instancabile lavoro e all’infinita passione dei suoi direttori, l’Associazione rappresenta una fucina di artisti e di processi creativi condivisi, in cui trovano terreno fertile forme di linguaggio diversificate e innovative, grazie alla valorizzazione di nuove produzioni, alla collaborazione con istituzioni culturali e al coinvolgimento del pubblico.
Stefania Napoli
Fotografia: Andrea Macchia
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