Le scuole di danza, in Italia, rappresentano un settore dello spettacolo dal vivo che comprende, più o meno, circa 30.000 scuole. Il loro valore educativo e sociale è molto importante: a loro spetta, infatti, non solo la formazione degli insegnanti, non solo l’educazione dei giovani all’ascolto, alla pazienza, al rispetto dell’altro, a dare una valenza profonda alla parola “sacrificio”, ma anche a promuovere la diffusione della cultura attraverso un’intensa e poliedrica attività aggregativa.
L’emergenza del Covid-19 non ha risparmiato nemmeno loro, imponendo la chiusura immediata delle scuole senza prevedere alcun salvagente. Anzi, il decreto “Cura Italia” non ha previsto nessuna misura di sostentamento per la categoria, sia in termini di ammortizzatori sociali che economici.
Con l’aggravante di non essere minimamente menzionati sui tabellari, con ipotetiche date di riapertura nella fase 2.
Non è escluso, tuttavia, che possano ripartire da settembre, ma solo dopo aver preso tutte le precauzioni necessarie a salvaguardare la salute degli utenti. Al momento, dunque, si tratta solo di ipotesi, la ripresa di queste attività non è stata calendarizzata e gli esperti sono ancora al lavoro per decidere il da farsi.
I media non ne parlano, il governo neanche e gli enti del settore fanno quello che possono! Cosa succederà? Questo silenzio mette a dura prova tutti gli insegnati e direttori delle scuole di danza d’Italia.
Il settore della danza non è invisibile, noi ci siamo e vogliamo rispetto!
Redazione www.giornaledelladanza.com