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Il Bon Ton nei Balli dell’Ottocento

Nella seconda metà dell’Ottocento, durante le grandi feste da ballo di società, il comportamento degli uomini nei confronti delle donne seguiva un’etichetta ben definita, un insieme di regole di bon ton che portava a essere eleganti nei movimenti ed educati negli atteggiamenti. Con il passare degli anni i saloni da ballo si aprirono però alla borghesia, che quasi gareggiava con l’aristocrazia anche a passo di danza. Mentre però l’aristocrazia aveva nel dna le regole di etichetta e di bon ton, la borghesia non sempre era abituata alle buone maniere.

Il Maestro di Cerimonia

Si fece largo quindi la figura del Maestro di Cerimonia, arbitro e giudice perfetto di eleganza e di buone maniere. Questa singolare figura vigilava e presiedeva la sala da ballo. Il debutto al ballo avveniva con riti definiti: baciamani, inchini, sorrisi compiaciuti, tutto all’insegna del bon ton e della moderazione. Fino all’età vittoriana e al Novecento con il progressivo prevalere delle danze di coppia (valzer, polka, mazurca) su quelle corali (quadriglie e contraddanze) e dei saloni pubblici e dei teatri che sostituirono i palazzi aristocratici.

La Danza: l’arte di stare in Società

Già, perché la danza non era solo corretta educazione del fisico, acquisizione di un’ eleganza nel portamento e persino una sorta di “mercato matrimoniale” per le ragazze di buona famiglia, ma anche un modo per imparare a stare in società, applicandone le regole.

Consigli per il ballo

Ci sono alcuni consigli di buone maniere per il ballo che dall’Ottocento vigono ancora oggi. Ad esempio durante la festa, mai eccedere con il numero degli invitati rispetto alla capienza della sala, poichè i partecipanti, rimanendo in piedi e soffocati, sosterebbero in sala in maniera sofferente.

Il Bon Ton del Ballo

Divertenti le regole che mettono in guardia dal monopolizzare una sola ballerina, magari la più bella: tutti, infatti, hanno diritto di divertirsi. Non bisogna quindi orientarsi su un’unica dama a discapito delle altre. Sconsigliato anche invitare la dama prediletta al ballo con modi repentini, con sguardi insolenti, o con aria di conquista. Del resto, sarebbe anche sconveniente simulare un impegno precedente per non impegnarsi con la persona che si era già invitata a danzare. Un cavaliere che si rispetti fa fede sempre alla parola data!

Regole rigide e precise da rispettare

Attuali più che mai i «comandamenti» sul rispetto verso il gentil sesso. Il ragazzo non occuperà la sedia se vedrà che c’è una ragazza o ancora peggio una signora che necessita di sedersi per riposarsi dalle danze. Non bisogna esprimersi con un linguaggio maleducato ed offendere in alcun modo o peggio aggredire le dame presenti al ballo. Non bisogna nemmeno insistere con l’invitare prepotentemente una dama al ballo se lei non lo gradisce. Se l’oltraggio fatto ad una donna in qualunque luogo e in qualunque tempo venisse colto in pubblico, si creerebbe un’atmosfera davvero sgradevole durante il ricevimento danzante.

Di conseguenza, l’uomo che si fosse macchiato di un tale comportamento maleducato meriterebbe di essere eliminato a vita dai balli pubblici e dai divertimenti privati. Ecco perché occasioni mondane come queste, sono anche avvenimenti per riscoprire tutto il valore dell’antica cavalleria e delle buone maniere. Valide ed attuali oggi come ieri.

Elena Parmegiani

www.giornaledelladanza.com



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