Il 3 maggio, presso la Residenza dell’Ambasciata di Spagna, viene presentata la trentottesima edizione del Romaeuropa Festival con gli interventi dell’Assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile della Regione Lazio – Simona Renata Baldassarre; dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale – Miguel Gotor e del Presidente della Camera di Commercio di Roma – Lorenzo Tagliavanti.
Le geografie su cui si muove questa edizione sono la forza delle arti e la loro capacità di oltrepassare confini geografici e temporali che plasma un territorio aperto al confronto e al dialogo tra linguaggi ed estetiche, visioni del nostro presente e del futuro.
Presieduto da Guido Fabiani con la Direzione Generale e Artistica di Fabrizio Grifasi, si preannuncia una delle edizioni più ricche di sempre: 90 spettacoli, 300 aperture di palcoscenico, oltre 500 artisti provenienti da 34 paesi, 62.000 posti in vendita per oltre due mesi di programmazione in 13 spazi della capitale tra musica, danza, teatro, nuovo circo, creazione per l’infanzia e arti digitali.
Il 6 e il 7 settembre en plein air nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” per l’inaugurazione del REF2023, da Ukiyo-e, prima coreografia firmata da Sidi Larbi Cherkaoui per il Ballet du Grand Théâtre de Genève di cui è attualmente direttore. Ispirandosi al senso di impermanenza incarnato nell’omonimo movimento culturale giapponese sviluppatosi nel periodo Edo, il coreografo interseca composizioni contemporanee con i suoni della tradizione interpretati dal maestro del Taiko, compositore e cantante Shogo Yoshii raccontando, tra musica e danza, la nostra capacità di cogliere la bellezza anche nei momenti di crisi.
Atteso il ritorno della coreografa Anne Teresa De Keersmaeker che in Creation 23 prosegue la sua ricerca tra musica e danza in un inedito affondo nelle radici delle sonorità pop e blues. Lo spettacolo è presentato grazie al supporto di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, il progetto attraverso il quale la celebre Maison sostiene artisti ed istituzioni nella diffusione del patrimonio coreografico e nel quale rientrano anche Ukiyo-e, Somnole del coreografo – neo-direttore del Tanztheater Wuppertal – Boris Charmatz (in corealizzazione con Teatro di Roma) e Rite de passage, pièce dell’icona dell’hip hop francese Bintou Dembélé (presentata a Villa Medici in collaborazione con Accademia di Francia a Roma).
Il regista Ivo van Hove dirige la pluripremiata attrice, icona della cinematografia mondiale, Isabelle Huppert nel suo allestimento de Lo zoo di vetro di Tennessee Williams (al Teatro Argentina in corealizzazione con Teatro di Roma) mentre, con la presentazione della sua ultima produzione Tempest Project, il REF omaggia, a un anno dalla sua scomparsa, il grande Maestro Peter Brook e il suo indelebile segno nella storia del teatro internazionale e del festival stesso (di cui è stato più volte protagonista).
Celebra Franco Battiato il concerto presentato in esclusiva per il REF da Sentieri Selvaggi che, per la prima volta nella stessa serata, esegue le composizioni classiche d’avanguardia scritte dall’inimitabile artista illuminando una pagina poco conosciuta del suo straordinario percorso musicale.
A questa idea di movimento tra radici e futuro corrisponde anche la presenza – con il patrocinio dell’Ambasciata d’Ucraina – del quartetto folk originario di Kiev DahkaBrakha che, spaziando dal folklore al teatro, fondendo musica tradizionale e ritmi provenienti da tutto il mondo, produce un suono internazionale ma saldamente radicato nella propria cultura d’origine: un canto contro la guerra che reinventa la tradizione nel segno della speranza e concorre alla costruzione del sistema di coordinate che muove l’intera mappa del festival, terreno di confronto tra generazioni e linguaggi, storie, tradizioni e musiche.
GENERAZIONI E LINGUAGGI
È il dialogo tra generazioni e l’alternanza tra i grandi nomi della scena internazionale e le nuove proposte a definire il ritmo delle differenti emersioni del Romaeuropa Festival 2023, modellando i confini dei linguaggi artistici e i codici della danza e del teatro.
Il greco Christos Papadopoulos prosegue il suo percorso al festival presentando la sua prima creazione per Dance On Ensemble, celebre formazione composta da danzatrici e danzatori professionisti over 40; la coreografa Kat Válastur presenta, al fianco del gruppo vocale femminile Pleiades, una personale indagine intorno alla figura mitologica della dea Diana, protettrice delle donne, mentre il collettivo italo-spagnolo Kor’sia fa proprio un capolavoro della letteratura italiana come Ascesa al monte ventoso di Francesco Petrarca guardando con la propria pièce ad un nuovo umanesimo.
STORIE E TRADIZIONI
Geografie reali e immaginarie si sovrappongono nelle visioni degli artisti delineando percorsi orientati al futuro ma costruiti sul confronto tra storie, identità e tradizioni. Sono incontri con “altri mondi” per tracciare nuove connessioni e vicinanze, narrazioni del nostro presente, cartografie intime o sguardi collettivi capaci di sfumare i confini tra il personale e l’universale.
Un ponte tra differenti tradizioni e un incontro culturale è quello costruito in scena dal dantzari Jon Maya e dal bailaor Andrés Marín che con Yarin (presentato in corealizzazione con Instituto Cervantes di Roma) propongono un dialogo tra tradizione basca e flamenco attraversato tanto dalle differenze quanto dal desiderio di un cammino comune verso il futuro.
Tra la Sardegna e Londra nasce il progetto del duo Igor & Moreno che con Karrasekare (coproduzione del REF2023) dà vita ad una pièce caratterizzata dall’energia dei rituali catartici e nella quale si coniugano tradizioni carnevalesche pagane sarde e dei Paesi Baschi. Al carnevale, questa volta coniugato con la tradizione dell’Africa occidentale dei Wara (nella regione di Senufo), sembra rivolgersi anche il coreografo Serge Aimé Coulibaly che in C la vie (altra coproduzione del festival) dà vita ad un nuovo rituale alimentato da forme e ritmi tradizionali ma volto a celebrare il nostro mondo contemporaneo.
UNA GEOGRAFIA DI SUONI
Proprio la musica torna ad attraversare l’intera edizione del REF2023 disegnando geografie emotive e articolando percorsi specifici dedicati alla contaminazione, all’elettronica o al repertorio contemporaneo. Doppia la presenza del prestigioso Ensemble Modern di Francoforte che se da un lato, nel concerto Fantasie Meccaniche, presentato in corealizzazione con Villa Massimo – Accademia Tedesca Roma, esegue le musiche di Ondřej Adámek, Unsuk Chin e Vito Žuraj (con lo chef-star Daniel Gottschlich) dall’altro in Xerrox Vol.4 (in corealizzazione con Fondazione Musica per Roma) accompagna l’icona Alva Noto nell’esecuzione della sua opera strumentale, arrangiata appositamente per l’ensemble tra musica, video e installazioni luminose.
Prende forma un vero e proprio focus dedicato al panorama della sperimentazione elettronica con la presenza di alcuni tra i più acclamati artisti internazionali: Caterina Barbieri presenta nella cornice del Teatro Argentina il suo Spirit Exit con il quale si è imposta come uno dei nomi di punta dei festival musicali di tutto il mondo; torna l’eclettico producer e musicista australiano ma di base in Islanda Ben Frost; i Plaid – storico nome della prestigiosa Warp Records e parte vitale della generazione elettronica degli anni Novanta – eseguono dal vivo il loro ultimo album Feorm Ferlox in corealizzazione con Manifesto Fest, mentre Tovel (aka Matteo Franceschini) mescola in Gravity suoni acustici di pianoforte, sassofono, archi ed esplosioni di sintetizzatori modulari.
MATTATOIO – UNA MAPPA PER IL FUTURO
La centralità della creatività emergente del REF2023 sembra incarnarsi in una precisa idea dell’utilizzo degli spazi della città e di costruzione di un’ideale geografia dedicata al futuro. Al cuore dei suoi percorsi e della sua mappa, il festival, grazie alla collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo, pone La Pelanda del Mattatoio di Testaccio, suo centro nevralgico con l’allestimento di quattro sale di spettacolo, l’area installazioni e incontri, il servizio di accoglienza e box office e una nuova area ristoro realizzata grazie alla collaborazione con Fischio. È qui che si sviluppano le differenti sezioni del festival.
Curata da Giulia Di Giovanni e Matteo Antonaci, LineUp! fotografa in tre giornate dedicate alla musica l’attuale panorama pop italiano a partire dalla riappropriazione della tradizione nei suoni delle nuove generazioni di artiste e artisti.
La Niña fonde lingua e tradizione napoletana con sonorità pop e urban. Echi di Sardegna attraversano i live di Vieri Cervelli Montel e Daniela Pes per il Tanca Records Showcase dedicato all’etichetta fondata da IOSONOUNCANE, mentre sintetizzatori analogici e atmosfere techno segnano i concerti finali di Marta Tenaglia e della romana Whitemary. Completano la sezione i Djset a cura di Fischio e il programma de Le Parole delle Canzoni presentato da Treccani che, dopo i tour negli istituti italiani di cultura all’estero (grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), torna all’interno del Mattatoio con i suoi incontri tra musicisti e scrittori.
Una mappa delle culture digitali è quella proposta dalla sezione Digitalive, curata da Federica Patti, che incrocia percorsi musicali, coreografici e virtuali: ne sono protagonisti il nuovo spettacolo multimediale del collettivo romano NONE, il live dell’outsider della techno Cosimo Damiano, il percussionista, sound artist e curatore modenese Riccardo La Foresta, l’esperienza immersiva audio-video proposta dal collettivo SPIME.IM e il sofisticato hyper-pop del romano Arssalendo con un live speciale realizzato appositamente per la rassegna.
UNA MAPPA DELLA CREAZIONE PER L’INFANZIA
Nel mese di novembre è la sezione Kids & Family a cura di Stefania Lo Giudice a ritrasformare l’intero Mattatoio in uno spazio dedicato ai bambini e alle loro famiglie. Un vero e proprio festival nel festival che, nello spirito di Romaeuropa, abbraccia più discipline disegnando ulteriori geografie di incontro e dialogo. S’inserisce nell’ambito del programma FuturoPresente sostenuto dal Fonds Podiumkunsten e dall’Ambasciata dei Paesi Bassi il focus dedicato alla creazione per l’infanzia olandese che vedrà protagoniste le compagnie Het Filiaal theatermakers con il visionario e immersivo The Night Watcham, Het Houten Huis con il divertente spettacolo di teatro musicale Ik…eh ik capace di far suonare qualsiasi oggetto domestico e Meneer Monster con Lucky Luck, spettacolo dalle atmosfere western liberamente ispirato alla famosa serie a fumetti Lucky Luke.
Con Leonia la compagnia di nuovo circo Quattrox4 torna al festival per proseguire la ricerca artistica avviata lo scorso anno in omaggio a Le Città Invisibili di Italo Calvino mentre Roberto Abbiati costruisce una piccola stiva di legno dalle cui pareti prendono vita storie, personaggi e viaggi ispirati a Moby Dick.
IL GRAN FINALE
Nel segno della festa, il 19 novembre, il Gran Finale del Romaeuropa Festival 2023 occupa, in corealizzazione con Fondazione Musica Per Roma, tutte le sale dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” in una giornata dedicata alla contaminazione e alle nuove sonorità del continente africano di cui sono protagonisti Ballaké Sissoko in dialogo con l’acclamato compositore e sound artist Lorenzo Bianchi, la stella luminosa del “desert blues” Bombino, e l’icona Fatoumata Diawara con il live del suo nuovo album London Ko prodotto da Damon Albarn, ponte tra i suoni delle metropoli occidentali e quelli della capitale del Mali Bamako.
Ma il festival prosegue oltre la sua chiusura con uno speciale appuntamento “extra” presentato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: approda finalmente a Roma il compositore e direttore cinese, Ambasciatore Unesco e Grammy Award, Premio Oscar e Leone d’Oro Tan Dun, per dirigere Orchestra e Coro dell’Accademia nella sua visionaria Buddha Passion.
Sara Zuccari