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Tournée francese per “La Ciudad de los Otros” di Sankofa Danzafro

Dal 12 al 16 marzo alla Maison de la Danse di Lione e dal 20 al 29 marzo al Théâtre des Abbesses di Parigi è di scena la compagnia proveniente dalla Colombia, “Sankofa Danzafro” con La Ciudad de los Otros”. Il balletto è stato creato nel 159° anniversario dell’abolizione della schiavitù in Colombia grazie al Sindaco di Medellín e alla Casa dell’Integrazione afro-colombiana.

Uno spettacolo ideato dal coreografo Rafael Palacios, che ha fondato questa compagnia nel 1997 attorno ad artisti di origine afro. Mescolando capoeira, danza hip-hop e danze tradizionali afro-colombiane, l’ensemble lavora per rendere tangibile l’importanza dell’eredità africana nella costruzione del proprio paese. Creata nel 2010, “La Ciudad de los Otros” (La città degli altri) trasporta gli spettatori in un viaggio tra Vallenato e Bullerengue, due stili afro-colombiani. Su ritmi percussivi, dodici interpreti e tre musicisti danno vita ad un affresco a tratti gioioso e a tratti triste delle loro origini e della loro vita quotidiana. È rappresentato dai discendenti dei maroon, gli ex schiavi ribelli che vivevano in libertà nella Palenque de San Basilio, a Mahates, Bolívar. Il “Bullerengue” è danzato solo dal mujeres, che cantano allo stesso tempo. La sua origine è africana, dove faceva parte degli atti di iniziazione compiuti dai giovani. Tradizionalmente, è stato trasmesso oralmente di generazione in generazione. Ha un ritmo marcato, suonato da due tamburi: il chiamante e l’allegro o femminile. Le donne si muovono in posizione eretta facendo piccoli passi, che possono assomigliare a quelli della cumbia. È una musica festosa e gioiosa. Mentre il “Vallenato” è una danza popolare accompagnata da due strumenti a percussione (la scatola e il guacharaca) e tradizionalmente la fisarmonica. È rappresentato generalmente da una coppia e a seconda dell’origine viene praticato ravvicinato o separato. Non ci sono regole rigide: i movimenti dipendono dallo stato d’animo dei ballerini.

In molte occasioni, lungi dall’essere fonte di progresso, la città diventa un luogo di ostilità, solitudine e discriminazione. Affinché la vita nella metropoli possa essere intesa come spazio di costruzione collettiva, bisognerebbe comprendere il concetto di famiglia allargata che prevale nelle comunità rurali: “Ciò che possiedo è per tutti, sotto il tetto che mi copre c’è spazio per qualcun altro, se hai bisogno di me sono qui, non sono proprietario esclusivo di ciò che mi circonda”.

“La Ciudad de los Otros” rivela la mancanza di opportunità per gli esseri umani, che da generazioni sono segnati da discriminazioni etniche e disuguaglianze sociali: le comunità nere e gli altri emarginati, osservati sempre con la stessa lente, chiedono un potere politico che trascenda forme autentiche di convivenza per far sì che “La Ciudad de los Otros” sia una città per tutti.

 

SANKOFA significa “ritorno alle radici”. Più che una parola, è una filosofia africana che propone il riconoscimento del passato come condizione per comprendere il presente e poter dimensionare il futuro. Questo pensiero ha guidato il percorso della Corporazione Culturale Afrocolombiana SANKOFA, fondata da Rafael Palacios nel 1997 come spazio dedicato alla formazione e alla creazione della danza.

Con un vasto repertorio di opere e una carriera artistica che ha toccato nazioni come Panama, Giamaica, Francia, Canada, Brasile, Spagna, Perù, Burkina Faso, Stati Uniti, Uruguay e Cina la corporazione ha ottenuto importanti riconoscimenti tra cui il “Premio Nazionale di Danza 2008” al maestro Palacios per l’opera “San Pacho… Bendito!”. Una menzione da parte delle “Nazioni Unite” come “Buona pratica di inclusione sociale degli afrodiscendenti in America Latina 2010” con il progetto “Pasos en la Tierra”.

Raffaello Palacios, coreografo, insegnante e ballerino afro-colombiano è ricercatore di danze afro tradizionali, contemporanee e urbane. La sua esperienza come ballerino in Africa e in Europa è stata la base per la fondazione della Compagnia Sankofa, da lui fondata nel 1997 come spazio dedicato alla formazione e alla creazione artistica. Le sue coreografie vantano un ampio repertorio e un percorso esecutivo, che insieme alla sua compagnia, ha girato più di dieci paesi, oltre alla circolazione permanente nei principali festival e teatri del paese.

 

Direzione coreografica: Rafael Palacios

Assistente alla coreografia: Yndira Perea Cuesta

Luci e scenografia: Álvaro Tobón

Costumi: Diana Echandia

Consulente di ricerca: Carlos Correa

Composizione musicale: Juan José Luna Coha, Harold Enrique Tenorio e Kevin Leandro Cortes

Musicisti: Juan José Luna Coha, Gregg Anderson Hudson Mitchell, Danny Mosquera Lemos

Interpreti: Yndira Perea Cuesta, Piter Alexander Angulo Moreno, Raitzza Nathalia Castañeda Torres, Diego León de los Rios Naranjos, Liliana Hurtado Hinestroza, Katerin Moreno Aguilar, Maryeris Mosquera Batista, Jhoan Andrés Mosquera Ibarguen, Sandra Vanesa Murillo Mosquera, María Elena Murillo, Estayler Osorio Fuentes, William Camilo Perlaza Micolta, Andrea Bonilla Ospina, Sandra Catalina Mosquera Moreno

 

Michele Olivieri

Foto: © Marcela Gomez

www.giornaledelladanza.com

 

 

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