Al “Musée Bolle” di Morges (Svizzera) dal 29 giugno al 8 settembre 2024 viene allestita la Mostra dedicata alla inossidabile amicizia che ha legato l’attrice Audrey Hepburn e lo stilista francese Hubert de Givenchy, fondatore nel 1952 della nota casa di moda che porta il suo cognome. Una collaborazione artistica straordinaria e un incontro personale di affinità elettive.
Il conte Hubert James Marcel Taffin de Givenchy (Beauvais, 20 febbraio 1927 – Neuilly-sur-Seine, 10 marzo 2018) è divenuto noto in tutto il mondo per aver vestito alcune celebrità iconiche, tra Jacqueline Kennedy, l’imperatrice Farah Diba, Marella Agnelli, la principessa Grace Kelly, la duchessa di Windsor Wallis Simpson, Maria Callas, Marlene Dietrich, Greta Garbo, Lauren Bacall, Jeanne Moreau, Ingrid Bergman ma soprattutto Audrey Hepburn, per cui disegnò numerosi abiti personali e di scena considerati quale valore aggiunto al successo e nel tempo trasformati in capi iconici della cultura pop. Basti pensare ai film interpretati dalla Hepburn con indosso le creazioni di Givenchy: “Vacanze romane” diretto da William Wyler con Gregory Peck. “Sabrina” diretto da Billy Wilder con Humphrey Bogart e William Holden. “Funny Face” (Cenerentola a Parigi) diretto da Stanley Donen al fianco di Fred Astaire sulle musiche di George Gershwin e Ira Gershwin. “Arianna” diretto da Billy Wilder con Gary Cooper e Maurice Chevalier. “Colazione da Tiffany” diretto da Blake Edwards, con George Peppard e Mickey Rooney. “Sciarada” diretto da Stanley Donen, con Cary Grant e Walter Matthau. “Insieme a Parigi” diretto da Richard Quine, con William Holden, Tony Curtis, Mel Ferrer (al tempo marito della Hepburn) e la divina Marlene Dietrich in una delle sue ultime apparizioni cinematografiche. “Amore tra ladri” diretto da Roger Young, con Robert Wagner.
Nata a Ixelles, in Belgio, il 4 maggio 1929 e scomparsa a Tolochenaz, in Svizzera, il 20 gennaio 1993, Audrey Hepburn è stata una star di Hollywood, un’icona della moda e ben appunto la musa ispiratrice di Hubert de Givenchy. Ha conquistato il mondo con la sua naturale eleganza e il suo aspetto scintillante. Eppure il destino non le ha sorriso subito. Figlia di genitori separati, è cresciuta nei Paesi Bassi durante la seconda guerra mondiale. Cagionevole di salute, fu costretta ad abbandonare il sogno di diventare prima ballerina e trovò rifugio nel teatro e nel cinema, dove le furono assegnati i ruoli più belli e vinse un Oscar, oltre a tanti altri premi prestigiosi. È stata come madre, e poi come ambasciatrice dell’UNICEF, che Audrey ha interpretato i suoi ruoli più belli, e che ha sfruttato la sua celebrità per dedicarsi ai meno privilegiati e in particolare agli aiuti umanitari a favore dei bambini.
Un dettaglio non da tutti conosciuto riporta al 1939 quando la madre della Hepburn si trasferì insieme ai figli nella città olandese di Arnhem dove Audrey iniziò a studiare danza classica presso il Conservatorio (per circa sei anni). Verso il 1944 Audrey era divenuta una ballerina a tutti gli effetti. Prendeva parte a spettacoli di danza organizzati per la raccolta fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. In seguitò soggiornò per tre anni ad Amsterdam, dove continuò i suoi studi tersicorei, e nel 1948 si trasferì a Londra. Nella capitale britannica prese lezioni di balletto da Marie Rambert, insegnante di danza che contava tra i suoi allievi l’iconico Vaclav Nijinsky. La Rambert (che a sua volta era stata allieva di Enrico Cecchetti), spiegò alla futura attrice che, a causa della sua altezza e della malnutrizione sofferta durante il periodo bellico, le sue possibilità di diventare una “prima ballerina” erano minime. In seguito la Hepburn decise di tentare la carriera di attrice e in breve tempo divenne una tra le dive cinematografiche più amate di sempre.
La mostra in Svizzera mette in mostra dieci abiti “haute-couture” realizzati dallo stilista Givenchy, oltre a riviste di moda e accessori e per la prima volta alcuni suoi schizzi e figurini inediti.
Info: Musée Bolle
Rue Louis-de-Savoie 73-75, Morges
+ 41 79 349 22 91
info@museebolle.ch
Michele Olivieri
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