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Una vita per la danza Éric Vu-An: stella tra le stelle

Molteplici personalità del mondo culturale e dello spettacolo, figure internazionali della danza, gente comune, istituzioni, fondazioni, enti lirici, compagnie di danza, tra cui “Ballet Nice Méditerranée”, “Teatro alla Scala”, “Opéra National de Paris”, “Les Ballets de Monte-Carlo”, “Fondation Maurice Béjart” e “Béjart Ballet Lausanne”, hanno ricordato in questi giorni la straordinaria levatura artistica di Éric Vu-An scomparso prematuramente l’8 giugno 2024. Era nato il 3 gennaio 1964 a Parigi con origini vietnamite da parte del padre adottivo (quello naturale era di Guadalupa). Da sempre aveva voluto danzare, era il suo desiderio più grande. Infatti a soli cinque anni entra nello Studio di Rue de Tournon a Parigi e prende la sua prima lezione di classica da Madame Edith George (maestra di danza di origini italiane, il cui vero nome era Adèle Marie Romana Lazzarotto che fu in precedenza ballerina, cantante e attrice anche nel celebre film musicale “Folies-Bergère” diretto da Henri Decoin con Eddie Constantine e Zizi Jeanmaire). Nel 1974 Éric Vu-An prende parte al Concorso per l’ammissione alla “Ecole de Danse de l’Opéra National de Paris” sostenendo l’audizione da solo senza accompagnamento di un insegnante, convinto che l’arte di Tersicore fosse la sua unica e insostituibile guida. La Scuola ...

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Intervista a Giorgio Madia: nuova creazione per il “Béjart Ballet Lausanne”

Giorgio Madia nasce a Milano, studia alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala dove si diploma nel 1984. Nello stesso anno entra a far parte del Corpo di Ballo della Scala. Dal 1985 al 1988 in qualità di solista danza al “Ballet du XX Siècle” (poi “Béjart Ballet Lausanne”). Diviene in seguito solista al “Milwaukee Ballet”, al “San Francisco Ballet” e primo ballerino al “Pensilvania Ballet”. Durante questo periodo dal 1988 al 1991 è ingaggiato da Rudolf Nureyev nel suo tour “Nureyev and Friends” con il quale danza le “Chant du Compagnon Errant”. La sua carriera prosegue come primo ballerino ad “Aterballetto” e al “Balletto di Zurigo”. Ha danzato interpretando diversi ruoli in più di novanta produzioni, lavorando con coreografi di fama mondiale come Alicia Alonso, Maurice Béjart, Merce Cunningham, William Forsythe, Hans Van Manen, Peter Martins, Rudolf Nureyev, Roland Petit, Josef Russillo, Heinz Spoerli, Glenn Tetley e Helgi Tomasson. Nel 1997 lascia le scene e si dedica all’insegnamento. È docente ospite in importanti compagnie tra le quali la “Compagnia Nazionale” diretta da Nacho Duato, il “Balletto di Stato di Berlino”. È stato maitre de ballet, assistente-coreografo per il “Balletto di Toscana”, il balletto della “Komische Oper” di Berlino, ...

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“Royal Opera House” cambia nome in “Royal Ballet and Opera”

  Con un nuovo nome la leggendaria istituzione che sorge in uno dei quartieri più vivi e affascinanti di Londra, Covent Garden, si trasforma in “Royal Ballet and Opera”. La stagione 2024/25 si presenta così in una veste del tutto inedita con un programma di originali allestimenti, nuovi debutti, senza dimenticare le produzioni più amate dal pubblico. Nello specifico per quanto riguarda il “Royal Ballet” diretto da Kevin O’Hare si assisterà ad un cartellone che festeggia il patrimonio della Compagnia insieme a creazioni rinnovatrici di alcuni dei maggiori coreografi della scena mondiale. Wayne McGregor torna con una prima europea dal titolo “MaddAddam”, basato sulla trilogia di romanzi di Margaret Atwood, con la partitura musicale commissionata per l’occasione a Max Richter. Nel mese di ottobre, “Encounters: Four Contemporary Ballets” presenta il lavoro di quattro coreografi sostenuti dal “Royal Ballet”: Kyle Abraham con “The Weathering”; Crystal Pite con “The Statement”; Pam Tanowitz con “Dispatch” e Joseph Toonga con un nuovo lavoro che combina la disciplina classica all’hip-hop. Crystal Pite proporrà anche la coreografia a serata intera “Light of Passage”. Troviamo poi “Ballet to Broadway: Wheeldon Works’,” di Christopher Wheeldon che miscela lo stile contemporaneo con il teatro musicale in “Fool’s Paradise”. Seguono ...

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Riprendono gli splendidi gala “Les Étoiles au Château”

Nel 2022, Hugo Marchand ha creato l’Association pour la Danse per portare in scena spettacoli di altissimo livello accessibili a tutti, al prezzo unico di 13 euro, in straordinari luoghi ricchi di arte e cultura con i ballerini dell’Opéra di Parigi. Sette artisti d’eccezione, infatti, condividono con Hugo Marchand gli sfarzosi cortili e i lussureggianti giardini dei Castelli francesi offrendo al grande pubblico di scoprire la bellezza e la ricchezza della danza classica e contemporanea, valorizzando i monumenti storici delle varie regioni. La prima edizione ha visto la luce nel 2023 ed anche per l’estate 2024 sono previsti  tre attesi weekend. La realizzazione di questi raffinati e straordinari eventi vede la collaborazione nelle vesti di produttrice di Alexandra Cardinale. Le prime due rappresentazioni avranno luogo in Provenza, sabato 8 giugno (alle ore 20) e domenica 9 giugno (ore 18) al “Domaine de Fabrègues”, vicino ad Aups, nel Var. I ballerini dell’Opéra saranno accompagnati sul palco da Ophélie Gaillard, virtuosa del violoncello, ed Elena Bonnay, pianista dell’Opéra di Parigi. In scena grandi artisti: Silvia Saint-Martin (Première Danseuse du Ballet de l’Opéra de Paris), Léonore Baulac (Danseuse Étoile du Ballet de l’Opéra de Paris), Dorothée Gilbert (Danseuse Étoile du Ballet de l’Opéra ...

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Inedito trittico di Aterballetto al Comunale di Modena

Il 16 aprile alle ore 20.30 la Compagnia Aterballetto è in scena sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena con un inedito trittico di coreografie: “Bliss” di Johan Inger, “Another Story” di Diego Tortelli e “Rhapsody in blue” di Iratxe Ansa e Igor Bacovich. È lo stesso Inger a raccontare di Bliss: “Il punto di partenza di questo spettacolo è la musica del Köln Concert di Keith Jarrett, che, oltre che il sottoscritto, ha ispirato e toccato milioni di persone grazie al suo perfetto tempismo nell’attirare una generazione che si muoveva da una parte all’altra della propria vita. Il mio compito, insieme a quello dei danzatori, è quello di raccontare come ci relazioniamo con questa musica iconica. Nel modo in cui incontriamo questa musica con gli occhi di oggi, è presente sia una sfida compositiva che emotiva.” “Another Story” di Diego Tortelli, presentato nel 2021 a Rovereto, racconta, sulla musica del gruppo rock inglese Spiritualized, la storia del gesto più temuto e allo stesso tempo desiderato del 2020, anno colpito da un’epidemia globale: l’abbraccio. “Rhapsody in blue” è la una nuovissima creazione di Iratxe Ansa e Igor Bacovich sulle note dell’omonima composizione di George Gershwin. “Rhapsody in Blue” di George ...

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In mostra l’eleganza di Audrey Hepburn e Givenchy

Al “Musée Bolle” di Morges (Svizzera) dal 29 giugno al 8 settembre 2024 viene allestita la Mostra dedicata alla inossidabile amicizia che ha legato l’attrice Audrey Hepburn e lo stilista francese Hubert de Givenchy, fondatore nel 1952 della nota casa di moda che porta il suo cognome. Una collaborazione artistica straordinaria e un incontro personale di affinità elettive. Il conte Hubert James Marcel Taffin de Givenchy (Beauvais, 20 febbraio 1927 – Neuilly-sur-Seine, 10 marzo 2018) è divenuto noto in tutto il mondo per aver vestito alcune celebrità iconiche, tra Jacqueline Kennedy, l’imperatrice Farah Diba, Marella Agnelli, la principessa Grace Kelly, la duchessa di Windsor Wallis Simpson, Maria Callas, Marlene Dietrich, Greta Garbo, Lauren Bacall, Jeanne Moreau, Ingrid Bergman ma soprattutto Audrey Hepburn, per cui disegnò numerosi abiti personali e di scena considerati quale valore aggiunto al successo e nel tempo trasformati in capi iconici della cultura pop. Basti pensare ai film interpretati dalla Hepburn con indosso le creazioni di Givenchy: “Vacanze romane” diretto da William Wyler con Gregory Peck. “Sabrina” diretto da Billy Wilder con Humphrey Bogart e William Holden. “Funny Face” (Cenerentola a Parigi) diretto da Stanley Donen al fianco di Fred Astaire sulle musiche di George Gershwin e ...

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La MM Contemporary Dance Company a Bologna con ‘GERSHWIN SUITE/SCHUBERT FRAMES’

La grande danza contemporanea è in scena giovedì 11 aprile al Teatro Duse di Bologna con Gershwin Suite/Schubert Frames, il nuovo balletto, in due parti, della MM Contemporary Dance Company. Ad aprire la serata sarà Schubert Frames con le coreografie di Enrico Morelli ispirate alla musica straordinaria di Franz Schubert. Un collage di celeberrimi brani del compositore viennese fa, quindi, da colonna sonora a questo lavoro dedicato alle molte anime dell’uomo contemporaneo, nel quale l’amore lascia il posto al disinganno, il distacco alla condivisione, la passione al timore, e viceversa, in un andare e venire fra crescendo e diminuendo, a rivelare interi universi e legami segreti. La coreografia non ha alcuna pretesa o ambizione descrittiva. Schubert Frames è, piuttosto, un racconto astratto di solitudini e anime affini, in un’epoca come quella attuale, stanca, torbida, disincantata, tormentata da un malessere che si respira nell’aria, ma anche ansiosamente alla ricerca di un senso e di una speranza di felicità. Un lavoro denso di immagini poetiche, che diventano tutt’uno con la musica e ne sposano la ricchezza compositiva. Sono scene in movimento, in cui ci si sofferma soprattutto sul momento del ritorno, perché la felicità è una casa in cui tornare, magari cambiati, ...

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Danza, canto e recitazione: intervista a Lorenza Mario

Danza, canto e recitazione: intervista a Lorenza Mario

  Lorenza Mario, padovana, inizia a studiare danza classica all’età di nove anni e a sedici entra a far parte della compagnia semiprofessionale “Veneto Balletto” di Padova, con la quale nell’86 vince il premio “Vignale Danza”. nel 1990, dopo aver conseguito la maturità linguistica, esordisce nella commedia “La sorpresa dell’amore” di Pierre de Marivaux con Ottavia Piccolo e Remo Girone. Percorrendo le principali tappe professionali, tra le altre, ricordiamo nei primi anni novanta l’inizio della sua carriera televisiva, con la partecipazione come ballerina in “Acqua calda” per la regia di Gino Landi e ne “Il grande gioco dell’oca” ideato e diretto da Jocelyn Hattab entrambi su Rai 2. Successivamente partecipa, come prima ballerina, a due edizioni di “Buona Domenica” su Canale 5 e a “Re per una notte” su Italia 1 e a “Fantastica italiana” su Rai 1. Nel 1996 viene scelta come prima donna dello spettacolo del Bagaglino “Rose Rosse”, su Canale 5, ruolo che mantiene anche nel 1997 nel successivo “Viva l’Italia”, e “Viva le italiane”, sempre su Canale 5. Negli stessi anni partecipa all’operetta “Al Cavallino bianco” per la regia di Filippo Crivelli e a “Orfeo all’inferno” per la regia di Vito Molinari entrambi al Teatro Massimo ...

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Un Americano a Parigi, in tournée in Italia

Continua la Gershwin mania sui palcoscenici italiani. Sarà che la Scala ha messo in cartellone Porgy and Bess, sarà che Wheeldon ha conquistato anche la capitale francese con il suo balletto, sarà che la musica del grande compositore e le liriche di Ira Gershwin (mai troppo spesso ricordata, ma fondamentale nel percorso artistico del più citato George) incantano tutti, ma fino al 2 aprile prossimo sarà in tournée anche Un Americano a Parigi, regia di Enzo Sanny. Un Americano a Parigi è un’opera sinfonica del compositore americano George Gershwin, ispirata al soggiorno che fece a Parigi alla fine della prima guerra mondiale: in questa composizione c’è tutta l’anima di Gershwin, in particolar modo nel famoso assolo di tromba che lui stesso definì “il tema della nostalgia di casa”, come – sempre Gershwin stesso – definì la sua opera “la musica più moderna che io abbia mai scritto”. Era moderna nel 1928, anno della sua composizione, e lo è ancora adesso, a distanza di quasi un secolo. Il musical è liberamente ispirato all’omonimo film di Vincent Minnelli: già campione di incassi nella stagione teatrale 2000/2001, in questa nuova versione si riallaccia alla stesura originale anche se rimaneggiata in alcune parti per conferirgli tutte le caratteristiche ...

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Raffaele Paganini inaugura la nuova stagione del Quirino

Il sipario del Quirino di Roma si apre sulla danza di Raffaele Paganini nei panni di un musicista inquieto della Broadway degli anni venti che vola in Europa in cerca di radici: un viaggio nel cuore culturale del Vecchio Continente, ma soprattutto attraverso sé stesso e il proprio talento, fino all’inconscio presagio di una terribile malattia che lo condurrà precocemente alla tomba. Diario di un viaggio di un americano a Parigi segue il doppio binario dell’opera sinfonica originale Un americano a Parigi di George Gershwin e, sia pure in filigrana, della sua versione cinematografica ad opera di Vincente Mannelli, alla quale allude più volte tramite suggestioni visive. Ma, ancora di più, nel libretto di Riccardo Reim per la coreografia di Luigi Martelletta è in risalto un terzo elemento, innovativo e originale, ovvero il dato biografico riguardante George Gershwin: egli stesso, neppure trentenne, fu un giovane “americano a Parigi”, dove effettivamente soggiornò dal 1928 e compose l’opera che poi divenne un classico. Abbagliato dalla cultura europea che in quegli anni aveva il suo centro proprio a Parigi, amante della tradizione classica e pazzamente invaghito dalla musica di Ravel, Gershwin stesso visse quelle emozioni che Raffaele Paganini, con la grande duttilità che ...

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