Find the latest bookmaker offers available across all uk gambling sites www.bets.zone Read the reviews and compare sites to quickly discover the perfect account for you.
Home / Attualità / Intervista a Giorgio Madia: nuova creazione per il “Béjart Ballet Lausanne”

Intervista a Giorgio Madia: nuova creazione per il “Béjart Ballet Lausanne”

Giorgio Madia nasce a Milano, studia alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala dove si diploma nel 1984. Nello stesso anno entra a far parte del Corpo di Ballo della Scala. Dal 1985 al 1988 in qualità di solista danza al “Ballet du XX Siècle” (poi “Béjart Ballet Lausanne”). Diviene in seguito solista al “Milwaukee Ballet”, al “San Francisco Ballet” e primo ballerino al “Pensilvania Ballet”. Durante questo periodo dal 1988 al 1991 è ingaggiato da Rudolf Nureyev nel suo tour “Nureyev and Friends” con il quale danza le “Chant du Compagnon Errant”. La sua carriera prosegue come primo ballerino ad “Aterballetto” e al “Balletto di Zurigo”. Ha danzato interpretando diversi ruoli in più di novanta produzioni, lavorando con coreografi di fama mondiale come Alicia Alonso, Maurice Béjart, Merce Cunningham, William Forsythe, Hans Van Manen, Peter Martins, Rudolf Nureyev, Roland Petit, Josef Russillo, Heinz Spoerli, Glenn Tetley e Helgi Tomasson. Nel 1997 lascia le scene e si dedica all’insegnamento. È docente ospite in importanti compagnie tra le quali la “Compagnia Nazionale” diretta da Nacho Duato, il “Balletto di Stato di Berlino”. È stato maitre de ballet, assistente-coreografo per il “Balletto di Toscana”, il balletto della “Komische Oper” di Berlino, del Teatro di Basilea. Dal 2000 al 2001 è stato Direttore del Balletto al “Grand Teatr Lodz”. Dal 2003 al 2005 ha diretto il corpo di ballo del “Viener Vilksoper” a Vienna. Da questi anni inizierà la sua ricca opera coreografica che coinvolgerà moltissime compagnie nei teatri di tutta Europa. Nel 2016 crea la prima coreografia per il BBL “Swan Song”, danzato dal Gil Roman, quale omaggio all’opera di Béjart. Nel 2024 Giorgio Madia è nuovamente invitato al BBL per dare vita ad una seconda creazione in prima assoluta.

 

Carissimo Giorgio, il 13 aprile hai debuttato con la tua nuova regia a Tartu (Estonia) sul palco del Teater Vanemuise con l’opera “Turandot” di Giacomo Puccini. Grande successo, critiche ottime per una prima ispirata e storica?

Sono estremamente soddisfatto delle recensioni di “Turandot”, di cui ho curato la regia, che è stato l’evento inaugurale per Tartu come “capitale europea della cultura 2024”. La regia, che ora occupa l’altra metà del mio lavoro dopo quello di coreografo, mi appassiona sempre di più! Ma direi che sia il profumo specifico di ogni racconto che amo scoprire e comunicare.

 

Come ti sei preparato per questo allestimento lirico?

Quattro anni fa ho iniziato a prepararmi per questa produzione e negli ultimi due mesi è stato svolto un enorme lavoro dai laboratori di scena, laboratori di costumi, reparto trucco e parrucche, reparto oggetti di scena, reparto luci, orchestra, coro, solisti, cantanti ospiti, compagnia di balletto, scuola di ballo, coro di voci bianche, gruppi extra-coristi, musicisti aggiunti, tecnici, uffici teatrali, maestranze e altro ancora… solo una sinergia tra questi elementi ha potuto rendere tutto ciò possibile!

 

Dal 14 al 20 giugno andrà in scena la tua nuova creazione per il “Béjart Ballet Lausanne”?

Sono felice e orgoglioso di essere stato invitato per la seconda volta a creare un nuovo balletto per il BBL. Con “Swan Song”, nel 2020 ho voluto fare un omaggio al mio primo e principale mentore, Maurice Béjart, come un vero “ritorno a casa”. Utilizzando frammenti delle sue interviste, ho elaborato i concetti che hanno influenzato maggiormente la mia formazione artistica e li ho trasformati in una coreografia che rendesse tangibile la sua preziosa eredità artistica.

 

Mentre per questa nuova produzione che sarà in scena al Théâtre de Beaulieu di Losanna?

Per questa nuova produzione, ho voluto invece rivolgermi alla compagnia esprimendo ciò che avrei desiderato vedere sul palco come spettatore. Uno dei credi fondamentali di Béjart durante la sua carriera è stato il concetto di energia vitale, festiva e arcaica della danza. Egli comprendeva che la danza come un evento festoso nato da un impulso primordiale è spirituale. È proprio in questa sua essenza che risiede la sua bellezza e il suo fascino.

 

Da cosa ti sei lasciato ispirare per la creazione?

Per celebrare questa visione, ho scelto una composizione che quest’anno celebra il suo centenario: “Rhapsody in Blue” di George Gershwin. Ciò che mi ispira di questa composizione è la sua assenza di forma definita. La completa libertà del compositore, che spazia dal classico al jazz, mi consente di utilizzare forme e linguaggi di danza diversi e distanti tra loro, senza alcuna giustificazione se non quella suggerita dalla musica stessa.

 

Qual è la chiave di volta di “Rhapsody in Blue”?

Gershwin definisce la sua composizione una sorta di fantasia multicolore, un caleidoscopio musicale rappresentativo di un “melting pot” culturale. Dal mio punto di vista coreografico, la considererei uno “Scherzo” o una “Folie”.

 

Con quale spirito ti sei accostato alla musica di Gershwin unendola alla danza per il BBL diretto da Julien Favreau?

Il concetto di capriccio spesso evoca l’idea che una follia sia “una follia agli occhi dello spettatore”. Non l’estetica del corpo ma l’estetica della musica attraverso il corpo. Considerando le tematiche globali del 2024, sono cosciente che creare qualcosa di frivolo rappresenti il massimo del lusso. Ma ambisco a celebrare il potere della musica, come espressione diretta dell’anima, ponendomi umilmente e orgogliosamente al suo servizio. Forse nello spirito della composizione del 1924.

 

Michele Olivieri

 

Foto: Annegret Gertz / Yan Revazov

www.giornaledelladanza.com

 

 

Check Also

Apre a Roma la “Peparini Academy” la scuola del coreografo Giuliano Peparini

Ai civici 39 e 41 di via Assisi, una traversa di via Tuscolana, si nota ...

Enrico Cecchetti: un italiano nella San Pietroburgo di fine Ottocento di Flavia Pappacena                                        

                                        Nadine Nikolaeva-Legat, moglie del maestro russo Nikolaj Legat (1869-1937), nel suo libro Ballet Education ...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. E maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Puoi consultare per maggiore informazione l'apposita pagina sulla nostra Privacy Policy

Chiudi