È difficile spiegare a parole ciò che si prova danzando. Si viene pervasi da un senso di completezza, felicità e libertà.
La danza infatti ha un potere trasformativo che nulla ha a che vedere con la bravura di un ballerino, né con un particolare stile.
I movimenti richiedono una comunicazione profonda tra il cervello e il corpo, e mettono in contatto le persone con se stesse. Danzare fa emergere un tipo speciale di bellezza che va oltre quella fisica, e che attiene all’energia e all’essenza di un individuo.
La danza dunque è una forza rivelatrice. Mostra i pregi e i difetti, e indica la strada per sfruttare i primi e contenere i secondi. Quando balliamo, siamo completamente noi stessi e quindi diventiamo anche vulnerabili, ma da tale vulnerabilità proviene una grande forza.
Spesso i danzatori, professionisti e non, dichiarano di amare la danza. Ma quanto dura nella realtà questa sensazione?
Sono tante le persone che si fanno travolgere dalla danza quando attraversano momenti di crisi. Quando la loro vita torna alla normalità e la crisi è risolta, magicamente si spengono anche la passione e l’interesse per la danza che diventa mera attività al pari di tante altre.
La verità è che l’arte richiede amore vero e che l’amore va coltivato. La conoscenza infatti è la base di questa emozione. Più si scava nella danza, più si scopre l’importanza e l’unicità di questa forma d’arte, e più ci si innamora di lei. La danza quindi insegna anche ad amare, davvero e profondamente.
Gli insegnanti piantano il seme, sta ai danzatori coltivarlo con costanza e dedizione, sta a loro nutrire la propria anima danzante attraverso la curiosità, la perseveranza e l’apertura mentale.
Prima di parlare di amore, dunque, chiediamoci quali sacrifici e rinunce siamo disposti a compiere in nome della danza. E se scopriamo che quei sacrifici e quelle rinunce non sono affatto un peso, che danzare è indispensabile, allora sì possiamo chiamarlo amore.
Stefania Napoli
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