La danza non è solo una virtuosa esecuzione di passi complessi. È una forma d’arte, e in quanto tale, coinvolge la creatività e il talento immaginativo, ed è espressione di abilità tecnica, bellezza, forza emotiva e idee.
Danzare infatti richiede che i processi cognitivi lavorino insieme senza soluzione di continuità. I ballerini devono essere consapevoli del proprio corpo e dello spazio che li circonda, per potersi muovere con grazia e precisione.
Devono essere in grado di elaborare e comprendere musica e ritmo, traducendoli in movimenti fluidi. Questa connessione tra note e movimento dimostra come la mente e il corpo lavorino insieme nella danza.
Danzare implica inoltre un grande sforzo di memoria e di apprendimento. I danzatori devono ricordare sequenze complesse di movimenti, il che implica l’uso di diversi tipi di memoria:
- procedurale e prospettica per ricordare i movimenti
- strategica per organizzare la memoria
- procedurale per imparare e assimilare gli automatismi, come l’esecuzione di un pliè per esempio
- spaziale per poter eseguire passi o coreografie nel giusto spazio
Chi danza dunque deve essere pienamente presente e in grado di ignorare le distrazioni. Si sviluppa così un livello straordinario di concentrazione utile anche al di fuori della sala danza.
Quindi, la danza esprime i nostri processi mentali ed emotivi, e promuove una profonda esplorazione della mente. Mescola pensiero, emozioni e cultura in un complesso arazzo di gesti, tecnica, sensazioni e capacità espressiva. È proprio questa intricata e profonda connessione tra mente e corpo a rendere la danza così potente e completa.
È essenziale che questi valori siano resi noti a più persone possibili, attraverso una comunicazione artistica fruibile, diretta e instancabile.
Gli insegnanti, i coreografi e i danzatori stessi svolgono un ruolo chiave nella diffusione della danza e della sua rilevanza cognitivo-comportamentale.
Nonostante la condizione della danza in Italia non sia ottimale al raggiungimento di questo risultato, è indispensabile insistere e battersi contro l’indifferenza e l’abulia.
‘L’unione fa la forza’, cita un vecchio adagio. Se il mondo della danza tutto, compagnie, scuole, accademie, testate che si occupano di danza, riuscisse a compattarsi, l’obiettivo sarebbe più facilmente raggiungibile.
Tutti ne beneficerebbero, non solo i danzatori, ma anche il pubblico semplicemente assistendo a un buono spettacolo. Perché la danza è parte integrante del nostro essere, è un nostro diritto di nascita.
Stefania Napoli
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