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Le eteree ballerine romantiche dell’800: Maria Taglioni

Maria Taglioni, nata Mariana Sophie Taglioni (Stoccolma, 23 aprile 1804 – Marsiglia, 22 aprile 1884) fu l’autentica prima ballerina del periodo romantico e première dame del balletto ottocentesco. Spesso denominata anche Marie in riferimento alla sua carriera internazionale e al contesto francese.

Possedeva nel suo albero genealogico numerose figure di danzatori, tra cui il fratello Paolo (Vienna, 12 gennaio 1808 – Berlino, 6 gennaio 1884) che fu un autorevole danzatore e coreografo, e naturalmente il padre Filippo (Milano, 5 novembre 1777 – Como, 11 febbraio 1871) che ebbe un ruolo fondamentale nella formazione di Maria dopo l’inizio degli studi a Parigi con il maestro Jean-François Coulon che tra i suoi allievi ebbe anche Geneviève Gosselin, Pauline Leroux, Louis Henry, Marie Quériau, Pauline Duvernay, Albert, e lo stesso Filippo Taglioni. Il Maestro Coulon lo si ricorda in particolare per aver favorito lo sviluppo della tecnica delle punte.

Paolo Taglioni a Berlino sposò la prima ballerina Amalia Golster (Berlino 1801 – Vienna 1881), che fu applaudita interprete di tanti suoi balletti: ebbero una figlia, Maria (Berlino 1833 – Neu-Aigen, Austria Superiore, 1891), che continuò la tradizione tersicorea di famiglia, ricevendo buona parte della sua formazione dal padre. Debuttò a Londra nel 1847. In Germania fu la ballerina più nota, danzando in coreografie del padre. Quando contrasse matrimonio con il principe di Windisch-Gratz abbandonò le scene.

Il “Re del Valzer” Johann Strauss II scrisse per lei la Marie Taglioni-Polka, allora ventisettenne il compositore fu così affascinato dalla sua grazia, che già nel 1853 le rese omaggio arrangiando due suoi pezzi di danza (Satanella-quadriglia e Satanella-Polka) basati sul balletto Satanella o le metamorfosi. Il 1856 vide la pubblicazione di una nuova composizione di Strauss, ben appunto la Marie Taglioni-Polka.

Tre giorni prima della partenza di Maria Taglioni per Berlino, fu organizzata a Vienna da Strauss una serata musicale dove eseguì due nuove opere: Le Papillon e la Silvester-Polka che l’editore del musicista Carl Haslinger ribattezzò con il titolo Marie Taglioni-Polka per l’ammirazione che nutriva in tandem con Strauss nei confronti della grande ballerina.

Hedvig Sophie Karsten (3 settembre 1783 – 25 febbraio 1862) fu anche lei una ballerina. Nata dai cantanti lirici Christoffer Christian Karsten e Sophie Stebnowska, divenne ballerina del Balletto Reale Svedese presso l’Opera di Stoccolma. Nel 1805, fu nominata prima ballerina. Fu anche attiva come pittrice e partecipò alle mostre dell’Accademia Reale Svedese delle Arti di Stoccolma. Nel 1803 sposò Filippo Taglioni e divenne la madre della ballerina Marie Taglioni.

La Famiglia Taglioni diede all’arte della danza molti ballerini e coreografi tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento. A partire da Carlo, nato a Torino nel 1754, svolse mansioni di ballerino dal 1774 e in seguito di coreografo a Torino, Firenze, Roma, Venezia. Nel 1775 sposò Maria Petrocchi (1752-1830) dalla quale ebbe cinque figli: Giuseppa, Filippo, Luigia e Salvatore, tutti danzatori tranne Lorenzo.

Tornando alla divina Marie, le lezioni del padre le conferirono una perfetta padronanza della tecnica accademica e pattuì per lei numerosi contratti a Vienna, Stoccarda, Monaco e Parigi.

In seguito Filippo Taglioni coreografò numerosi balletti per la figlia che riscossero pieno successo in Europa, tra cui La Sylphide su musica di Jean-Madeleine Schneitzhoeffer, La Fille du Danube su musica di Adolphe-Charles Adam, La Gitana su musica di Daniel Auber ed Hermann Schmidt, L’Ombre su musica di Ludwig Wilhelm Maurer e restò al suo fianco permanentemente, assumendo anche il ruolo formale di maître de danse, adattando i ruoli al potenziale artistico di Maria.

Il primo balletto coreografato per lei dal padre fu La Réception d’une Jeune Nymphe à la Cour de Terpsichore, si ricordano inoltre Nathalie ou La Laitière Suisse, Danina oder Jocko, der brasilianische Affe, Morskoĭ razboĭnik e Satanella.

Dopo il debutto sulle scene a Vienna nel 1822 dove conquistò immediatamente una buona popolarità, Maria arrivò a Parigi nel 1827. Il trionfo all’Opéra giunse nel 1832, con La Sylphide dove facevano capolino le due straordinarie intuizioni del balletto romantico: il tutù e la danza sulle punte. Inoltre Maria fu l’artefice dell’acconciatura à bandeaux che in seguito divenne la canonica pettinatura della ballerina classica.

Nel 1822 la Taglioni si sposò con il conte Jean-Pierre-Victor-Alfred Gilbert de Voisins (1800-1863), mettendo al mondo tre figli (due maschi e una femmina). Ma il matrimonio durò soltanto tre anni.

Acclamata in tutta Europa, Maria fu tra il 1837 e il 1839 étoile al Teatro di San Pietroburgo, ottenendo ottimi consensi anche al Teatro alla Scala di Milano. Continuò a danzare fino a quarantaquattro anni, età per quel tempo considerata molto avanzata.

Grazie alle donazioni di diversi suoi ammiratori e spasimanti la Taglioni divenne proprietaria di alcuni straordinari palazzi a Venezia: Palazzo Barzizza a San Polo, Palazzo Giustinian Businello a Sant’Aponal, Palazzo Giustinian Lolin a San Samuele, Palazzo Corner Spinelli a Sant’Angelo, e la celebre Ca’ d’Oro (il cui nome deriva che in origine alcune parti della facciata erano ricoperte d’oro), per la Taglioni quest’ultimo immobile fu il coronamento massimo del suo sogno. Maria era innamorata della città lagunare, amava particolarmente gli edifici storici, di cui ben appunto ne fece collezione, tutti prestigiosi, tutti lussuosi e tutti di assoluto valore architettonico.

Ma il padre, che fu l’artefice della sua fortuna artistica, fu anche il responsabile della sua rovina economica, mandandola in bancarotta a causa di speculazioni avventate ed errate.

La Taglioni dovette così riprendere a guadagnare soldi per vivere, e lo fece dando lezioni di danza e portamento, a Parigi e a Londra. Fu anche ispettrice generale dell’Imperiale Scuola di ballo di Parigi. Venne a mancare in totale miseria a Marseille dove venne sepolta. In seguito il figlio Georges Gilbert Des Voisins la fece traslare nella tomba di famiglia al Cimitero di Père-Lachaise nella capitale francese.

Da ricordare che la Taglioni fu anche coreografa di qualche balletto, tra cui L’allieva d’amore e Le Papillon su musica di Jacques Offenbach che vide protagonista la sua allieva prediletta, Emma Livry.

La Sylphide fu sicuramente il cavallo di battaglia dell’artista svedese che la consacrò alla fama eterna. Il suo stile era unico, sprigionava una eterea impalpabilità e una profonda spiritualità con la tipica immaterialità del periodo romantico. Il suo virtuosismo tecnico non aveva eguali.

Théophile Gautier scrisse su “La Presse” nel 1844: “M.lle Taglioni, non era una ballerina, era la danza stessa; non correva il rischio dell’oblio, ma del traboccare della memoria”.

Altresì Michel Fokine nel suo libro “Memorie di un maestro di balletto” spiegava che “(…) nell’era di Maria Taglioni la danza classica era stata veramente, a suo avviso, espressione di un intento artistico, di un moto dell’anima, e non mero sfoggio atletico e di virtuosismo tecnico fine a sé stesso come accaduto in precedenza (…)”.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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