Balletto classico preferito?
Onegin.
Balletto contemporaneo preferito?
Di recente ho avuto modo di ballare Gods and Dogs di Jiří Kylián, che è stato incredibile.
Il teatro del cuore?
Il Muziektheater di Amsterdam. Non è un teatro classico europeo, ma è lì che ho trascorso una parte importante della mia carriera.
Un romanzo da trasformare in un balletto?
Mi piacerebbe vedere un libro di Haruki Murakami trasformarsi in un balletto, come Killing Commendatore.
Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto?
Sarebbe terribile, ma penso che il balletto tratto da Star Wars possa essere davvero divertente.
Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito?
Yugen di Wayne McGregor. Costumi semplici che si abbinavano magnificamente alla coreografia.
Quale colore associ alla danza?
Blu scuro.
Che odore ha la danza?
Sudore.
La musica più bella scritta per il balletto?
Romeo e Giulietta. Si capisce ogni scena semplicemente ascoltando la partitura musicale.
Il film di danza imperdibile?
Non so se conta, ma Cantando sotto la pioggia è sempre fantastico.
Due miti della danza del passato, uno maschile e uno femminile?
Erik Bruhn è stato straordinario, così come Evelyn Hart.
Il tuo “passo di danza” preferito?
Non direi di avere un passo preferito in particolare. Mi piace la sfida di un Adagio difficile, come la Sarabanda nel primo atto del Lago dei cigni.
Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico?
Nessuno.
Chi era il genio per eccellenza dell’arte coreografica?
Direi Neumeier, Kylián o Forsythe. Tutti maestri nel loro stile.
Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Probabilmente direi solo grazie!
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Totalizzante, gratificante, gioiosa.
Come ti vedi oggi allo specchio?
Maturando…
Michele Olivieri
Foto di Staatsballett Berlin
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