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Tag Archives: Jiri Kylian

Kor’sia presenta IGRA ispirato al balletto “Jeux” di Nijinsky

Una pièce coreutica ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato. Le origini di Igra risalgono a Jeux, opera breve incentrata sul processo creativo dell’omonimo balletto di Nijinsky, creata nel 2018 dal collettivo vincitore dell’ultimo Fedora Prize – oggi tra i protagonisti riconosciuti della scena internazionale. Igra suppone questa esplorazione, di cui non c’è quasi più nessuna traccia: qui, come sempre, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell’epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente.  Lontano dallo scopo di riprodurre o ricreare, ma con l’idea di fare convivere epoche distanti sulla stessa linea del tempo, Kor’sia prende da Nijinsky ed elabora alla luce della contemporaneità, utilizzando beat elettronici che si avvicinano ai ritmi delle danze russe e unendo balletto classico e danza contemporanea, con la capacità di identificare in un lavoro passato un potenziale non ancora esaurito. Mattia Russo e Antonio de Rosa, registi e coreografi, insieme al ricercatore e cofondatore di arti viventi Giuseppe Dagostino e ad Agnès López-Río, docente di arti performative e consulente artistico, sono i principali artefici del collettivo Kor’sia. Antonio ...

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Quattro coreografi al Teatro alla Scala di Milano

Dal 3 al 9 febbraio (con anteprima il 2 febbraio riservata a Rotary Club Milano che celebra il centenario della sua fondazione) saranno gli interpreti di Dawson/Duato/Kratz/Kylián, serata articolata in quattro titoli che sono delle vere novità per la attuale Compagnia, con una prima assoluta, due debutti per gli artisti scaligeri e il ritorno di un grande titolo assente da tempo dal repertorio. Un “mixed bill” imperdibile che riunisce diverse generazioni e universi creativi: la creazione di Philippe Kratz Solitude Sometimes, Anima Animus di David Dawson in debutto nazionale, il ritorno in scena dopo 14 anni di Bella Figura, gioiello di Jiří Kylián e Remanso, trio maschile di Nacho Duato, mai visto alla Scala, e che vedrà protagonista per tutte le recite l’étoile Roberto Bolle.   Solitude Sometimes  La prima assoluta è affidata a Philippe Kratz, talento in evidenza fra i nuovi coreografi per l’originalità del suo lavoro, dallo stile molto personale, che il balletto scaligero ha avuto l’occasione di interpretare nel trio da Sentieri. Catarsi, rinascita, ciclo della vita e resilienza dell’individuo in Solitude Sometimes: tra le sonorità elettroniche di Thom Yorke e dei Radiohead, Philippe Kratz si immerge nella mitologia egiziana per una risalita verso la luce, prendendo spunto dal racconto dell’Amduat e la ...

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Teatro alla Scala a febbraio quattro firme: Dawson, Duato, Kratz e Kylián

A partire dal 15 dicembre, con l’Anteprima giovani andata esaurita in pochi minuti, la serata inaugurale del 17 dicembre e fino all’11 gennaio, torna il balletto che più si identifica con il periodo di festività, e uno dei titoli che più si lega alla storia del balletto alla Scala: Lo schiaccianoci di Rudolf Nureyev, in sala ballo si alternano in questo periodo anche le prove dei quattro titoli, altrettanto nuovi per la attuale Compagnia,  che compongono il programma atteso per sette rappresentazioni dal 3 al 9 febbraio, Dawson/Duato/Kratz/Kylián,  un “mixed bill” imperdibile, una ricca serata che riunisce con quattro firme di grande originalità diverse generazioni e universi creativi: in prima assoluta la creazione di Philippe Kratz Solitude Sometimes, in debutto nazionale Anima Animus di David Dawson¸ creato nel 2018 per il San Francisco Ballet su musica di Ezio Bosso; Bella Figura, gioiello del 1995, che ritorna in scena in omaggio a Jiří Kylián e , mai visto alla Scala  Remanso, trio maschile che vedrà protagonista Roberto Bolle,  creato da Nacho Duato nel 1997 per l’American Ballet Theatre. Redazione

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Jiří Kylián: vita e carriera del celebre coreografo della danza internazionale

  Jiří Kylián è tra i più celebri ed influenti coreografi del dopoguerra. Nasce a Praga il  21 marzo del 1947. Kylian studia danza nella sua città d’origine, frequentando lezioni di danza classica, danza moderna, folk e jazz, e studiando parallelamente al conservatorio. A vent’anni, vince una borsa di studio alla Royal Ballett di Londra. Questo getta le basi a Jiri Kylian di costruirsi sin da subito un promettente futuro creativo. Debutta quindi al Nederlands Dans Theater e diventa prima co-direttore artistico e poi unico della compagine maggiore d’Olanda. Appena trentenne Jiří Kylián scrive il proprio nome tra i grandi della danza e del balletto del Novecento, coreografando in giro per il mondo Nel 2008 la Regina Beatrice dei Paesi Bassi gli conferisce la prestigiosa medaglia d’onore per l’arte e la scienza, coronando un rapporto senza tempo tra il coreografo di Praga ed i diciassette milioni di abitanti dei Paesi Bassi. Per ben due volte Jiří Kylián consegue il prestigioso “Prix Benois de la Danse” nel 1993 e nel 1999 in qualità di coreografo. Sublime è il suo omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart del “Petite Mort“, composta per il Salzburg Festival del 1991 per il bicentenario dalla morte del compositore ...

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Jiri Kylián: abbiamo bisogno che gli artisti diano le ali alla nostra fantasia

Cari amici, improvvisamente ci troviamo di fronte a un fenomeno di una portata che l’umanità non aveva mai affrontato prima – “Corona”. Questo nome deriva dall’eclissi totale del Sole quando stiamo vivendo una sensazione intensa. Tutto è ingoiato dall’oscurità e nel cielo vediamo un anello di fuoco.Il “Corona virus” è silenzioso, non ha fretta ed è invisibile. Ogni singola persona di questo pianeta ne è influenzata in un modo o nell’altro. Ci costringe a separarci, ma allo stesso tempo ci porta ad unirci. È enigmatico e profondo. Ci fa sentire diversi e ci comportiamo diversamente. La nostra insicurezza, il nervosismo e la confusione sono presenti e tangibili ovunque.Guardiamo increduli quanto rapidamente stia cambiando il “mondo che conosciamo”. Ma in realtà non dovremmo essere sorpresi, perché noi stessi abbiamo creato questo caos col nostro egoismo, l’ignoranza, l’ingiustizia sociale e l’uso spietato delle risorse naturali. Tutti noi, volontariamente o semplicemente per ignoranza, abbiamo contribuito a questa crisi. Dovremmo capire che ogni azione che intraprendiamo ha conseguenze per il resto del mondo. Viviamo nel tempo della globalizzazione. Abbiamo creato una complessa rete che richiede disciplina e collaborazione. Ma pare che non sia del tutto chiaro e compreso. Conosciamo l’effetto farfalla (un battito di ala a migliaia ...

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Prosegue il tour di “Bach Project” dell’ensemble Aterballetto

La Stagione Danza del Teatro Municipale di Piacenza prosegue domenica 24 marzo alle ore 16con Bach Projectdi Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, nuova creazione con musica eseguita dal vivo dall’ensemble Sentieri Selvaggi, prodotta con Torinodanza Festival/ Teatro Stabile di Torino–Teatro Nazionale, MITO SettembreMusica, Les Halles de Schaerbeek – Bruxelles, Fondazione per la Cultura Torino, Fondazione I Pomeriggi Musicali e MILANoLTRE festival.Per la prima volta, la produzione di Bach Projectha coinvolto anche i sei teatri di tradizione dell’Emilia-Romagna: Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Fondazione Ravenna Manifestazioni, con il patrocinio del Comune di Carpi. Lo spettacolo è un dittico, composto dalle coreografie Sarabande e Domus Aurea, che ruota intorno alla musica di Bach. Dopo il progetto di Aterballetto dedicato al rapporto con arte e fotografia (In/Finito), e dopo la Tempesta che segna un avvicinamento al mondo del teatro, il Bach Project propone una tappa importante nell’esplorazione della relazione tra danza e musica, tra composizione classica e sua ricreazione contemporanea. Bach Project nasce dalla volontà di dare spazio sia ai maestri riconosciuti che ai giovani talenti, ma anche di tornare a presentare un pezzo con musica dal vivo. Una nuova creazione, Domus Aurea, ispirata alle musiche di Johann Sebastian Bach, è stata affidata a Diego Tortelli: il giovane ...

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Imperdibile omaggio a tre grandi coreografi del ‘900  in un trittico di emozioni e passione

Il 15 febbraio 2019, il Teatro Fraschini di Pavia ospita il Ballet de l’Opéra National de Bordeaux con uno straordinario trittico: Petite Mort, coreografia di Jirí Kylián su musica di Wolfgang Amadeus Mozart, Le chant du compagnon errant, coreografia di Maurice Béjart su musica di Gustave Mahler, e Minus 16, coreografia di Ohad Naharin su musiche di autori vari, Perez Prado, Antonio Vivaldi, D.J. Marusha/Arlen/Harburg, Dean Martin/Ruiz/Gimbel, Fryderyk Chopin. Nata negli anni ’90 e diretta da Éric Quilleré, la prestigiosa compagnia di balletto è a oggi composta di quaranta eccezionali interpreti, e annovera nel suo repertorio sia balletti della tradizione classica che opere di coreografi neo-classici o contemporanei. Lo spettacolo proposto a Pavia è un omaggio proprio ai grandi Maestri del ‘900, il genio inimitabile di Kylián con l’intensa musicalità del gesto e la voluttuosa alchimia di corpi e linee che ne caratterizzano le opere, la danza intensa, profonda e seducente del grande Béjart, l’energia e la forza di Naharin, coreografo israeliano considerato tra i più rappresentativi della danza contemporanea, già direttore artistico di Batsheva Dance Company. Un imperdibile viaggio nel mondo più intimo, istintuale e travolgente della danza, in cui tecnica, emozioni e slancio vitale si fondono in un unico ...

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“Bach Project”: l’esplorazione tra danza e musica, tra il classico e il contemporaneo

Dopo un progetto dedicato al rapporto con arte e fotografia (In/Finito), dopo la Tempesta che segna un avvicinamento al mondo del teatro, il Bach Project propone una tappa importante nell’esplorazione della relazione tra danza e musica, tra composizione classica e sua ricreazione contemporanea. Bach Project permette alla Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto di centrare obiettivi ben precisi: dare spazio sia ai maestri riconosciuti che ai giovani talenti, ma anche tornare a presentare un pezzo con musica dal vivo. Una nuova creazione, ispirata alle musiche di Johann Sebastian Bach, è stata affidata a Diego Tortelli: il giovane coreografo che si avvale nel 2018 di un accompagnamento produttivo della Fondazione Nazionale della Danza anche su altri suoi progetti, ha coinvolto nella creazione l’artista visivo Massimo Uberti. La serata si completa con un pezzo di Jirí Kylian del 1990, Sarabande, anch’esso ispirato dalla musica di Bach. Una creazione dall’affascinante struttura circolare, con una capacità di muoversi tra livelli musicali ed espressivi diversi che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità.Bach Project permette di affermare – intorno ad una dimensione musicale – una visione intergenerazionale, aperta e curiosa della creazione coreografica. ORARI & INFO 19 ottobre ore 20.30 Teatro Municipale Valli Piazza Martiri del 7 luglio,1 Reggio nell’Emilia   www.giornaledelladanza.com

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Una questione di sensibilità: intervista a Massimo Leanti

  Massimo Leanti nasce a Torino dove comincia a studiare danza con Don Marasigan per la tecnica Jazz, con Ileana Iliescu, Joan Bosiok e Giulio Cantello per la tecnica classica, arricchendo poi la propria formazione presso il “Joe Tremaine Dance Center” e presso l’“EDGE Studio di Hollywood CA”. Partecipa a numerosi workshop con insegnanti di fama internazionale tra cui Luigi, Cloude Thompson, Alex Magno, Wes Veldink. Intraprende la carriera di insegnante di Modern Jazz a partire dal 1988 presso la scuola del Teatro di Torino sotto la direzione artistica di Loredana Furno, dove rimane per tre anni. Nel 1991 si trasferisce a Ravenna dove apre la scuola “Progetto Danza” cominciando parallelamente a sviluppare l’interesse per la coreografia che lo porta a partecipare e vincere innumerevoli concorsi. Vittoria Ottolenghi lo chiama ospite nel 1997 all’Estate Fiesolana e a “Ballo è bello” presso il Teatro di Comacchio. Nel 2000 presso il “Todi Festival”. Nel frattempo, nel 1998, crea una coreografia per i Percussionisti della Scala, nell’ambito della manifestazione “Ravenna Festival”. Per il M.A.S di Milano, Accademia all’epoca diretta da Susanna Beltrami per la quale lavora dal 1998 al 2000, crea il suo primo spettacolo coreografato dal titolo “Wo-man” presentato a Roma al ...

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“Continua a sorridere”: intervista a Marek Różycki

 Marek Różycki, originario della Polonia si forma alla “Poznan State Ballet School” dove studia con il metodo Vaganova. Il suo primo impegno professionale è con il “Polish Dance Theatre”, sotto la guida del Maestro Conrad Drzewiecki, in quel momento il coreografo più innovativo della scena tersicorea polacca. Entra poi a far parte del “Bremer Dance Theatre” diretto da Reinhild Hoffman. Nel 1982 arriva a Berlino alla “Deutsche Oper Berlin” e nel 1990 diviene primo ballerino. In questo periodo inizia anche la sua carriera di coreografo. Approda poi alla “Staatsoper Berlin” sotto la direzione di Michael Denard, dove ricopre i ruoli di primo solista, maestro del corpo di Ballo, maestro di ballo e coreografo, ampliando così la sua esperienza nel mondo della danza. È stato poi invitato in Danimarca come primo maestro di ballo e assistente coreografo di Peter Schaufuss e della sua Compagnia. Per un anno crea coreografie ed insegna in tutta Europa. All’“Institut de Recherche et de Pédagogie Chorographiques” di Parigi del “Centre National de Danse” riceve, con Diplôme d’Ètat, il titolo di professore per la danza classica. Bertrand D’At, direttore del “Ballet du Rhin”, lo vuole insegnante ospite residente per la compagnia e professore di danza classica al ...

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