Cordoglio nel mondo della danza e del balletto internazionale. Si è spento il più celebre coreografo russo che ha saputo attraversare epoche e stili molto differenti, dall’Unione Sovietica alla Russia dei giorni nostri (Leningrado, 2 gennaio 1927 – 19 maggio 2025).
Jurij Nikolaevič Grigorovič, era nato a Leningrado in una famiglia legata al mondo del balletto: suo zio, George Rozai, aveva danzato nei Ballets Russes di Sergej Diaghilev e sua madre aveva frequentato gli stessi corsi di danza della grande prima ballerina russa Marina Semionova.
Grigorovič studiò all’Accademia di danza Vaganova. Dopo essersi diplomato nel 1946, danzò come solista per il Balletto Kirov fino al 1962.
Scalò la gerarchia fino al rango di ballerino di punta dove eccelse nei ruoli di carattere: il suo preferito era quello del virtuoso condottiero nell’ultimo atto de La Fontana di Bachchisarai.
Iniziò ad interessarsi alla coreografia nel 1956, quando creò un balletto dal titolo Valse-Fantasie su musiche di Michail Glinka per la Scuola del Kirov. Ma la consacrazione arrivò l’anno successivo, con Il fiore di pietra su musiche di Sergej Prokofiev.
Grigorovich fu nominato maestro di ballo al Kirov nel 1962 e in seguito fu Direttore del Balletto del Teatro Bolshoi dal 1964 al 1994 (detenendo un record di longevità in carica), assicurò l’influenza della compagnia all’estero e presentò al grande pubblico artisti del calibro di Natalia Bessmertnova, che sarebbe diventata sua moglie e la celebre coppia formata da Ekaterina Maximova e Vladimir Vassiliev.
Durante il mandato di Grigorovič al Bolshoi, mise in scena Spartaco di Khachaturian (1968), Ivan il Terribile di Prokof’ev (Mosca, 1975; Parigi, 1977), Angara di Eshpai (1976), Romeo e Giulietta di Prokof’ev (Parigi, 1978; Mosca, 1979), L’età dell’oro di Šostakovič (1982).
Jurij Grigorovič ha inoltre rivisto i capolavori classici per il Balletto del Bolshoi: La bella addormentata (1963) di Čajkovskij, Lo Schiaccianoci (1966) di Čajkovskij, Il lago dei cigni (1969) di Čajkovskij; Raymonda di Glazunov (1984), La Bayadère (1991) di Minkus, La fille mal gardée (1993) di Hertel, Don Chisciotte (1995) di Minkus.
Le sue versioni di balletto sono state eseguite nei teatri prestigiosi: Stoccolma, Sofia, Parigi, Vienna, Copenaghen, Milano, Varsavia, Istanbul, Seul, tra gli altri.
Nel 1995 Grigorovič si dimise e abbandonò il Bolshoi, in seguito alle accuse di stagnazione all’interno della Compagnia.
Nel 1996 creò a Krasnodar la propria compagnia, alla quale invitò numerosi ballerini del Bolshoi e del Mariinsky. Nel febbraio 2001 il coreografo riprese la collaborazione con il Teatro Bolshoi.
Dopo la morte della moglie nel 2008 assunse la carica di direttore del Balletto del Bolshoi precedentemente ricoperta da Sergei Filin, divenuto direttore artistico nel 2011.
Nel 1993, dopo la scomparsa di Rudolf Nureyev, creò in Russia il concorso che porta il nome del famoso ballerino. Ha presieduto inoltre in via permanente la giuria del Prix Benois de la danse, del Moscow International Dance Competition e del Varna International Ballet Competition.
Nel 2022 in occasione del suo 95° compleanno fu festeggiato sul palcoscenico del Bolshoi.
Un documentario uscito nel 2017 da Bel Air Classiques ha ripercorso l’incredibile viaggio artistico di Grigorovič nel mondo tersicoreo, con il titolo preso a prestito dalla sua iconica creazione L’età dell’oro, esaminando il prezioso sostegno dato alla coreutica russa, la complessa personalità e l’era del balletto sovietico che ha contribuito a plasmare e a trasformare nel tempo quale apporto imperituro alla Storia della Danza e all’evoluzione artistica.
Michele Olivieri
Foto di Jack Devant
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