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Annunciata la XVI edizione di Festival Aperto con tanta danza

Dal 17 settembre al 24 novembre 2024 torna il “Festival Aperto”: concerti, performance, coreografie, workshop, incontri, spettacoli, proposti da “Fondazione I Teatri con Reggio Parma Festival”. 33 tra spettacoli e workshop, 55 repliche, 8 tra produzioni e coproduzioni, 11 tra prime assolute e prime italiane. Il festival si svolgerà a Reggio Emilia tra Teatro Municipale Valli, Teatro Ariosto, Teatro Cavallerizza, Sala Verdi, Chiostri di San Pietro, Collezione Maramotti accogliendo musicisti, danzatori, circensi, performer, coreografi, artisti italiani e internazionali: si attiveranno nuove reti e collaborazioni, altre si rinnoveranno.

Tradizionalmente attento ai sommovimenti del contemporaneo e posizionato rispetto a essi, il Festival Aperto ritiene che parole proprie, adatte a questo 2024 di guerre, non ve ne siano. Ma non tace e s’affida a quelle altissime e lungimiranti dell’Articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”). Da parte di un festival così bello e importante secondo il metro della normalità, così piccolo e poco influente secondo il metro della tragedia contemporanea, ci si continuerà a interrogare sulla contemporaneità. Il programma 2024 del Festival Aperto percorre il mondo intero in nome dell’affratellamento dei popoli. Ci saranno, paesi, storie, città e culture da tutto il pianeta. 

In particolare la Danza porta al “Festival Aperto” temi, progetti e compagnie di provenienza planetaria: l’audace collettivo (LA)HORDE, alla direzione del “Ballet National de Marseille”, ci racconta con uno spettacolo travolgente le passioni, la forza e le fragilità della generazione “Z; Folkå”, in prima nazionale, segna il ritorno dell’acclamato “NDT2”, assieme al visionario coreografo Marcos Morau; dalla Grecia, “Euripides Laskaridis” con Lapis Lazuli si ispira all’affascinante pietra semi-preziosa blu rinomata per il suo comportamento imprevedibile sotto pressione; dalla Cina ecco la “Tao Dance Theater”, Leone d’Argento alla Biennale della Danza 2023, considerata uno dei fenomeni più interessanti della scena contemporanea internazionale; Trajal Harrell, tra i maggiori danzatori e coreografi americani, mette sul palco sette danzatori trasportati da The Köln Concert” di Keith Jarrett, la registrazione jazz per pianoforte più famosa di tutti i tempi; da Bologna, Alessandro Sciarroni in “Save the last dance for me”, parte alla riscoperta della ‘polka chinata’, ballo dei primi del Novecento e pressoché estinto, mentre Annamaria Ajmone ne “I pianti e i lamenti dei pesci fossili” intraprende una ricerca sulla superficie del corpo. “CCN Aterballetto” presenterà la versione ‘site specific’ de “Il combattimento di Tancredi e Clorinda”, di Monteverdi, con regia e visual di Fabio Cherstich e coreografia di Philippe Kratz.

Il libero lavoro artistico, così come danza e musica nei loro intrecci e ramificazioni è costruzione quotidiana di cultura, generazione di senso, sinonimo di dialogo, forza di comunità. Come l’invito alla riscoperta del senso di comunità ne “In Comune” di Centre Chorégraphique National de Nantes / Ambra Senatore o come The Pretty Things” della “Compagnie Catherine Gaudet”, un lavoro sulla comunità e allo stesso tempo un posizionamento critico e scrutatore degli ideali di coesistenza sociale.

Il Festival Aperto anche quest’anno rinnova e arricchisce il ventaglio di collaborazioni. Con Collezione Maramotti e Max Mara, per il site specific di Anna Teresa de Keersmaeker/ Rosas, figura di culto della danza contemporanea mondiale, impegnata con i suoi danzatori a “leggere” gli spazi della Collezione d’arte contemporanea.

Con la Fondazione Palazzo Magnani, con le visite coreografiche di Camilla Monga e MM Contemporary Dance Company alla mostra di David Tremlett, che sarà inaugurata con la presenza della chitarra di Giacomo Baldelli. Poi con il Festival Dinamico, con un ‘site specific’ ai Chiostri di San Pietro della Compagnia Quattrox4, ispirata alle città invisibili di Calvino; con la Fondazione per lo Sport nel progetto Athletes di Simona Bertozzi / Nexus, tra danza, sport e vocalità.

Collaborazioni in nome di una progettualità comune che il Festival cerca di incrementare anche con le collaborazioni artistiche con realtà italiane e internazionali, testimoniate dalle numerose coproduzioni di cui è partner. Continua, inoltre la partnership con il Teatro Sociale di Gualtieri, che proporrà lo spettacolo vincitore del “Premio della Critica” del Progetto Direction Under 30.

 

INFO: www.iteatri.re.it

Michele Olivieri

Foto: rwav_aude_arago

www.giornaledelladanza.com

 

 

 

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