Sono trascorsi ben cinquanta anni dalla scomparsa del grande danzatore marchigiano Alberto Spadolini, in arte Spadò, ma il suo ricordo è più vivo che mai. L’Atelier di Riccione, che ne conserva la memoria, dedica, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, un libro al grande artista. Marco Travaglini, insieme ad Angelo Chiaretti, ispettore onorario dei Beni culturali e ad Andrée Lotey, docente di Letteratura Francese a Montréal, con la prefazione della giornalista Erminia Pellecchia, ha riacceso i riflettori sulla figura di questo danzatore leggendario, che ha ricevuto il giusto riconoscimento solo dal 2005, anno in cui è venuto alla luce il suo archivio, dalla polvere di una soffitta, con il volume: “Arte & Spionaggio: Alberto Spadolini” (anche l’Italia ha il suo James Bond)”, Ed. Atelier Spadolini.
“Arte & Spionaggio: Alberto Spadolini”, il libro che celebra il ballerino, coreografo, scenografo, giornalista, pittore e playboy
Una figura camaleontica quella di Alberto Spadolini, in grado sicuramente di non lasciarci indifferenti. Il James Bond celebrato nel volume “Arte & Spionaggio: Alberto Spadolini” è intrepido e sexy come la leggendaria icona americana. Il ballerino nato ad Ancona è circondato perennemente da donne bellissime e sexy, personaggi del jet set internazionale. Si muove con leggiadria tra il mondo dello spettacolo, da cui è chiaramente affascinato, ma anche in quello della politica. Sullo sfondo della vita di Spadolini imperversa la Germania di Hitler. L’intrepido erede di Mata Hari sembra però non preoccuparsene e si mette così a disposizione dei servizi segreti francesi, introdotto dalle sue partner, Josephine Baker e Mistinguett, che lancia nel music-hall. Negli anni Trenta Spadolini è da poco arrivato ne La Ville Lumiere. Il celebre danzatore fugge dall’Italia, dopo che Mussolini chiude il Teatro degli Indipendenti, luogo prediletto dalle avanguardie artistiche italiane dell’epoca. Qui Alberto Spadolini è aiuto scenografo e pittore, accanto a geni assoluti dal calibro di De Chirico e Marinetti.
A Parigi l’avventuroso decoratore di Gabriele D’Annunzio arriva forte del nome d’arte di novello Nijinsky, datogli da un impresario che lo vede muoversi come un Dio della danza mentre dipinge le pareti di una sala da ballo della Costa Azzurra
Il suo arrivo nella Capitale francese è una vertigine. Nel libro “Arte & Spionaggio: Alberto Spadolini” si ripercorrono i primi successi del ballerino come premiere danseur de l’Opera De Monte Carlo, ma anche la sua avventura con la moglie di Jean Renoir, gli spettacoli di beneficienza, le lodi dei poeti come Paul Valery che lo definisce mitologico, mistico, faunesco. Ma anche di critici come Fernand Divoire che parla di Spadolini come di un vero e proprio fenomeno dei tempi.
A fare di Spadò una stella internazionale è la Baker con cui il danzatore fa coppia al Casinò de Paris, fino alla burrascosa tournè a Londra
Proprio il periodo dell’esibizione londinese decreta la fine della loro appassionata e travagliata storia d’amore. Ma poco importa. L’incontro con la Baker fa introdurre Spadolini al cinema con l’esordiente Jean Marais e il primo film L’Epervier con la Principessa Natalie Paley, cugina dello zar Nicola II e legata sentimentalmente a Jean Cocteau.
In “Arte & Spionaggio: Alberto Spadolini” si evince il volto segreto del danzatore, l’impegno alla Resistenza
La “sua guerra generosa, pericolosa e incosciente”, scriverà Jean- Francois Crance. Nel 1940 Alberto Spadolini si reca in missione a Berlino. L’occasione è uno spettacolo per il settantesimo compleanno di Franz Lehar, dove Alberto danza davanti al Fuhrer e ai suoi gerarchi. L’anno dopo Spadolini va a Stoccolma insieme al misterioso Yves Gylden, capo del gruppo dei crittoanalisti francesi. In Svezia Spadò fa compagnia con Betty Bjurstrom, moglie del doppiogiochista Renato Senise, nipote del capo dell’Ovra, la polizia politica di Mussolini. A fine guerra il ritorno trionfale a Parigi segna anche il ritorno alla mai dimenticata passione di Alberto Spadolini per la pittura.
Infine nel volume “Arte & Spionaggio: Alberto Spadolini” si ripercorre l’amore vero ed intenso quello per la contessa Yvette De Marguerie
La ballerina ed attrice è membro attivo del Mouvement National Des Croix De Lorraine, l’associazione antinazista di De Gaulle. Il ballerino e la contessa si rifugiano nel Castello di Brignac sulla Loira, che diventa il cuore dell’aristocrazia, degli intellettuali, della politica internazionale. Tra gli ospiti della dimora figurano il Principe Felix Yussopov, il Duca e la Duchessa di Windsor, Giovanni Spadolini, lontano parente di Alberto, e Andrè Malraux. Forse sono tramontati gli anni dello spionaggio, tuttavia restano sospette le apparizioni di Alberto Spadolini in Algeria, poi in Vietnam nei giorni della battaglia di Dien-Bien-Fu. Il mistero non sarà mai rivelato.
Elena Parmegiani
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