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Doppio appuntamento con la danza a Il Maggiore di Verbania

Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre un doppio appuntamento con la danza a Il Maggiore di Verbania all’interno della Stagione 2025/2026 del MAGGIORE_DANZA a cura della Fondazione Egri – Centro di Rilevante Interesse per la Danza, in collaborazione con Il Maggiore all’interno de IPUNTIDANZA network diffuso di programmazione e produzione. Primo appuntamento il 27 novembre alle ore 21, con una replica per le scuole alle ore 10.30, con la compagnia blucinQue in COPPELIA – un ballet mécanique. Bambola meccanica e illusione, corpo fuori asse, appeso e inerme, una marionetta che cerca il modo di immedesimarsi e allo stesso tempo di liberarsi: Coppelia, un ballet mécanique riporta, con questo lavoro della coreografa Caterina Mochi Sismondi, l’attenzione al tema dell’identità, della maschera che ciascuno di noi indossa, e di una donna vista nella sua fragilità, ma anche nella sua forza e ironia, grazie ai differenti ruoli che è in grado di rivestire. Ispirata al balletto Coppelia – La ragazza dagli occhi di smalto, questa nuova creazione di compagnia unisce e armonizza tecniche della danza classica e contemporanea, della contorsione e sospensione capillare, e commistione tra oggetto, suono e immagine, per mettere l’accento sempre sul corpo e la sua frammentazione. ...

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“La Regina delle Nevi” danza a teatro per il Natale 2025

Quando l’inverno si avvicina e le città si vestono di luci scintillanti, i teatri europei aprono le porte a uno spettacolo che trasporta il pubblico in un mondo di magia e poesia: “The Snow Queen”, il balletto ispirato alla celebre fiaba di Hans Christian Andersen. Per dicembre 2025, questa produzione si annuncia come una delle esperienze danzanti più affascinanti della stagione natalizia. Lo spettacolo racconta il viaggio della giovane protagonista attraverso paesaggi innevati e regni incantati, accompagnata da coreografie eleganti e musiche coinvolgenti. Ogni passo di danza, ogni gesto scenico, contribuisce a creare un’atmosfera fiabesca, dove la tecnica classica si fonde con momenti di pura emozione teatrale. Diverse città europee ospitano questo balletto durante le festività: Copenaghen, Danimarca – Al Tivoli Concert Hall, la produzione combina oltre 35 danzatori dell’Accademia Tivoli con l’orchestra Tivoli Copenhagen Phil, offrendo una messa in scena raffinata e spettacolare, dal 27 novembre al 21 dicembre 2025. Dresda, Germania – Il Semperoper propone una versione elegante e suggestiva, con un cast internazionale e scenografie che catturano lo spirito invernale, tra il 18 dicembre e l’8 gennaio 2026. Poznań, Polonia – Al Teatr Wielki, la coreografia di Robert Bondara accompagna il pubblico in un racconto di luci, ...

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Analisi del “Valzer dei Fiori” – Lo Schiaccianoci

Il Valzer dei Fiori è uno dei momenti più celebri e riconoscibili dello Schiaccianoci, a conclusione del secondo atto. Rappresenta la piena realizzazione del mondo fiabesco che Čajkovskij costruisce attraverso musica e danza, e costituisce una sintesi perfetta tra eleganza, ricchezza orchestrale e immaginazione narrativa. In scena, il valzer celebra Clara e il Principe schiaccianoci nel Regno dei Dolci, come un grande omaggio festoso. Non possiede una funzione narrativa nel senso stretto, ma ha un forte ruolo simbolico: è la manifestazione della bellezza e dell’armonia del mondo fantastico in cui i protagonisti sono accolti. La musica crea un clima di grandiosità leggera, sospeso tra sogno e festa, e prepara l’ingresso al culmine del balletto, il Pas de deux finale. Il valzer segue la tipica forma tripartita del valzer ottocentesco, con introduzione, sezione principale e coda. L’introduzione è dolce e quasi sussurrata: un arpeggio dell’arpa apre la scena come un sipario che si solleva lentamente, evocando un giardino incantato che si risveglia. Il tema principale, affidato agli archi e poi ai legni, è sinuoso, ampio, e costruito su frasi che sembrano disegnare movimenti circolari: la musica stessa “gira”, richiamando le volute dei fiori mosse dal vento. La strumentazione è particolarmente ricca: ...

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Maria Bonfanti: la danzatrice che aprì il sipario sull’America

Nell’Ottocento, quando la danza classica era ancora avvolta nei veli romantici dei teatri europei, una giovane donna italiana attraversò l’oceano per portare l’eleganza del balletto in un mondo che stava appena imparando a guardarlo. Maria Bonfanti non fu solo una ballerina: fu pioniera, ambasciatrice culturale, e per certi versi una rivoluzionaria. La sua storia è quella di un ponte tra vecchio e nuovo mondo, tra disciplina e libertà, tra tradizione e futuro. Nata nel 1847 a Milano, Maria Bonfanti si formò alla prestigiosa scuola di ballo del Teatro alla Scala, sotto l’egida del metodo Blasis. Si trattava di una scuola dura, rigorosa, dove l’eleganza era una questione di geometrie corporee, di equilibrio perfetto tra grazia e forza. La giovane Maria imparò a dominare il corpo e la scena, costruendo giorno dopo giorno quella che sarebbe diventata una carriera luminosa, ma tutt’altro che scontata. Negli anni Sessanta dell’Ottocento, Maria salpò per gli Stati Uniti, portando con sé il bagaglio della danza classica europea e la determinazione di chi sa di poter cambiare qualcosa. Fece il suo debutto a New York nel 1866 nello spettacolo The Black Crook, considerato da molti il primo musical americano. Il pubblico, che non era abituato a ...

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Gran Ballo ottocentesco in ricordo di Sissi a Budapest

C’è una sera, a Budapest, in cui il tempo sembra fermarsi. Una sera in cui le luci si ammorbidiscono, il respiro si fa più lento, e l’eco della storia scivola tra gli stucchi dorati per posarsi sulle spalle degli invitati. Sabato 28 marzo dalle ore 19, lo splendido salone del Corinthia Hotel torna a trasformarsi in un piccolo universo dal sapore viennese, sospeso tra memoria e sogno, grazie alla magia del Gran Ballo di Sissi, organizzato con raffinata cura dalla Compagnia Italiana di Teatro e Danza diretta da Livia Ghizzoni. Sin dal primo ingresso, sembrerà di udire il fruscio delle sete imperiali, di scorgere l’ombra elegante dell’Imperatrice Sissi percorrere le sale, con il suo passo lieve e inquieto. Il salone, illuminato da lampadari che scintillano come costellazioni domestiche, accoglierà gli ospiti in un abbraccio caldo e solenne: un teatro di emozioni che invita a lasciarsi andare all’incanto. Valzer: il battito del cuore dell’Impero È con un valzer che si apre la serata, naturalmente. Le note avvolgenti sembrano prendere per mano i danzatori, guidandoli in una spirale di grazia e leggerezza. Le coppie volteggiano come petali mossi da una brezza gentile; i loro cerchi perfetti disegnano geometrie effimere, poetiche, che si ...

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Nureyev e i Muppet: uno strano ma memorabile incontro

C’era un momento nella storia della televisione in cui l’eleganza del balletto classico incontrò la follia dei pupazzi: era l’episodio dello The Muppet Show con Rudolf Nureyev. Immaginate il grande ballerino, con la sua grazia leggendaria, in un teatro improvvisato tra Muppet irriverenti e pupazzi colorati. L’incontro era già di per sé surreale: il divo del palcoscenico mondiale e le creature più strampalate della cultura pop, tutti nello stesso spazio, pronti a creare magia. Nureyev, con la sua solita perfezione, si trovò a danzare in uno scenario che nessuno dei suoi colleghi avrebbe osato. In una delle scenette più memorabili, si esibisce in un pas de deux con una maialina-ballerina in tutù, nella parodia scherzosa del suo celebre Swan Lake, ribattezzata Swine Lake. La leggerezza dei suoi movimenti, la precisione di ogni arabesque e port de bras, rimanevano intatti, mentre il pupazzo si muoveva goffo e buffo, creando un contrasto irresistibile tra virtuosismo e comicità. Non si limitò a questo. Nureyev si cimentò in un duetto con Miss Piggy, cantando e interagendo come se fosse parte integrante del mondo dei Muppet. Per permettere la danza, fu costruito un pupazzo a corpo intero che replicava le movenze della celebre maialina, e ...

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Divertissement: le danze di carattere nello Schiaccianoci

Quando nel 1892 Čajkovskij compose Lo Schiaccianoci e Marius Petipa con Lev Ivanov ne ideò la coreografia originale, l’Europa attraversava un periodo di fervente interesse per l’esotismo, il folklore e il colore delle culture “altre”. Questo spirito permea il celebre Divertissement del secondo atto, dove una sequenza di danze popolari stilizzate trasforma il Regno dei Dolci in un vero palcoscenico globale. Sebbene nulla sia davvero “autentico”, ogni numero rivela un dialogo vivo tra fantasia teatrale e tradizioni popolari, filtrate attraverso l’estetica imperiale russa di fine Ottocento. La Danza Spagnola: tra flamenco immaginato e teatralità La Danza Spagnola – spesso identificata come cioccolata – non riproduce alcuna forma reale del flamenco, ma ne evoca il temperamento. I movimenti scattanti, il port de bras marcato e l’uso dei polsi richiamano un’idea romantica di Spagna fatta di passione e contrasti. È un folklore reinventato, in cui l’impatto scenico prevale sulla fedeltà etnografica. Nell’economia del balletto, rappresenta un primo assaggio di mondi lontani, animati da ritmo e sensualità. La Danza Araba: languore orientale e suggestioni ottomane Il numero dedicato al caffè, spesso chiamato Danza Araba, mescola elementi dell’immaginario mediorientale ottocentesco. Linee sinuose, morbidi ondeggiamenti e una musica ipnotica costruiscono un’atmosfera sospesa, quasi rituale. Più ...

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Danzaterapia: il potere curativo del movimento

La danzaterapia è una disciplina che unisce corpo, mente ed emozioni, trasformando il movimento in uno strumento di guarigione e crescita personale. A differenza della danza tradizionale, il suo obiettivo non è la performance o l’estetica, ma la possibilità di esprimere ciò che le parole spesso non riescono a raccontare. Nata negli Stati Uniti negli anni Quaranta e Cinquanta grazie a figure come Marian Chace e Trudi Schoop, la danzaterapia si è sviluppata osservando come il corpo potesse rivelare emozioni nascoste e facilitare processi psicologici complessi. La premessa centrale è semplice ma potente: mente e corpo sono un’unica entità, e il movimento è un ponte tra le sensazioni interiori e l’espressione esterna. Una tipica sessione di danzaterapia può assumere forme diverse, a seconda delle esigenze dei partecipanti e dell’approccio del terapeuta. Tra le pratiche più comuni troviamo: Movimento spontaneo: liberare il corpo dai vincoli e lasciare che le emozioni guidino i gesti. Espressione simbolica: utilizzare gesti e posture per rappresentare emozioni, ricordi o conflitti interiori. Interazione di gruppo: il corpo come mezzo di comunicazione e connessione con gli altri. Sequenze guidate: movimenti strutturati pensati per stimolare consapevolezza corporea, rilassamento o energia. Ogni gesto diventa un mezzo per ascoltare se stessi, ...

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L’Équilibriste. Il leggings con le stelle… adatti anche per le lezioni di danza

L’Équilibriste. Il leggings con le stelle…e non solo! Adatti per il tempo libero, le serate, il fitness e anche per le lezioni danza. Come nasce L’équilibriste? “Ero in vacanza…volevo essere bella e farmi notare! Dovevo raggiungere delle amiche per un aperitivo e per far questo dovevo camminare molto tra gente cool e locali alla moda nell’orario di punta dello “struscio”. Panico!!! Nell’armadio solo tacchi dodici o scarpe da ginnastica. Io volevo un pantalone che fosse divertente e particolare, qualcosa che non mi facesse passare inosservata. Allora mi sono detta: “non esiste un pantalone cool che sia comodo ma che non sia una tuta, colorato ma non banale.” Volevo un leggings ma non un fuseaux che le grandi marche ci propinano in tutte le salse. Francesca Pecchia è la fondatrice de L’Équilibriste, un concept più che un brand. L’imprenditrice romana, infatti, propone una linea di abbigliamento in grado di coniugare comfort ed eleganza, per offrire alla donna di oggi un outfit versatile, seducente e femminile, ma al tempo stesso pratico e confortevole, adatto per ogni situazione della vita quotidiana. L’Èquilibriste lancia la linea sportiva, puntando su leggings per la danza, il pilates e lo yoga.  “L’Équilibriste” parte da un’idea di Francesca Pecchia  che ha creato una linea di leggings fuori dagli schemi per essere perfette in ogni occasione. ...

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La memorabile scena della pazzia in “Giselle”

Nel vasto panorama del balletto romantico, pochi momenti hanno avuto la forza di scolpire nell’immaginario collettivo un’emozione tanto pura e devastante quanto la scena della pazzia in Giselle. È l’istante in cui la protagonista, fragile e luminosa come un raggio di luna, vede infrangersi la sua illusione d’amore e, con essa, la sua stessa identità. Non è soltanto un passaggio narrativo: è un rito iniziatico, un abisso psicologico e un vertice di arte interpretativa. Inserita alla fine del primo atto, la scena si apre dopo la rivelazione del tradimento di Albrecht. Il villaggio, prima luogo di festa, diventa una cornice muta che osserva la lenta dissoluzione della giovane. La coreografia — ereditata dalla tradizione ma continuamente reinventata dalle grandi interpreti — abbandona la linearità dei passi accademici per farsi discorso frantumato: salti privati di slancio, gesti ripetuti come interrotti a metà, una postura che scivola dal controllo allo smarrimento. Giselle non impazzisce semplicemente: disimpara ad essere corpo. Ogni movimento diventa l’eco della vita che le sfugge, come se la danza stessa si spezzasse insieme al suo cuore. Ciò che rende unica questa scena è il suo linguaggio sottile. Nel teatro romantico l’amore tradito è tema frequente, ma in Giselle non ...

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