Lunedì 22 dicembre alle ore 17, nella Sala Mascagni del Teatro Goldoni, nel corso di una cerimonia aperta al pubblico, sarà scoperta una targa dedicata al grande artista Lindsay Kemp. Il rapporto con Livorno e con il Goldoni inizia già dagli anni ’70. Dopo che il miracolo di Flowers, la sua prima e più famosa creazione, gli ha aperto le strade del mondo, influenzando la cultura e il modo di fare teatro di innumerevoli Paesi, Lindsay porterà a Livorno ogni sua produzione. Sicuramente il rapporto con la città diventa molto più stretto a partire dagli anni ’90 quando gli vengono affidate regie di opere liriche, produzioni del Teatro Goldoni, fino all’ultima, più recente ripresa de Il Flauto Magico nel 2016. Diventa quindi sempre più stretto il legame con il Teatro in tutti i suoi reparti. Nel 2009 questo amore si concretizza nella scelta di trasferirsi definitivamente a Livorno, di farne la sua hometown, come amava chiamarla, di trascorrervi da vero livornese l’ultimo decennio della sua vita e di fare del Teatro Goldoni la “casa” della sua creatività. Sono gli anni in cui dedica attenzione anche all’insegnamento. Livorno diventa inoltre la sede delle prove delle nuove creazioni della Compagnia che da ...
Read More »Redattori
Un capitolo poco noto: Petipa in Spagna (1844‑1847)
Prima di diventare il celebre coreografo della corte imperiale russa, Marius Petipa visse un periodo di formazione spesso trascurato: il suo soggiorno in Spagna, tra il 1844 e il 1847. Tre anni che, pur brevi, segnarono profondamente la sua visione artistica e il suo approccio alla danza, introducendolo a ritmi, gesti e virtuosismi che avrebbero influenzato l’intero repertorio classico. Petipa arrivò a Madrid proveniente dalla Francia, dopo le prime esperienze formative a Bruxelles e Bordeaux. In Spagna si affermò come primo ballerino al Teatro del Circo, collaborando con importanti interpreti del tempo, tra cui la celebre Marie Guy-Stéphan. Qui non si limitò a ripetere i passi del repertorio europeo: fu osservatore e sperimentatore, assimilando le danze locali e studiando i ritmi popolari della bolera, della cachucha e della seguidilla. La Spagna gli offrì un laboratorio unico: palcoscenici affollati, tournée in Andalusia e un pubblico amante del gesto teatrale e della musicalità accentuata. Ogni città — da Siviglia a Granada — diventava un osservatorio privilegiato delle sfumature del movimento spagnolo, che Petipa avrebbe sapientemente reinventato in chiave classica. Durante il soggiorno spagnolo, Petipa sviluppò quello che diventerà un tratto distintivo della sua arte: la capacità di combinare rigore tecnico e virtuosismo ...
Read More »La maestra accademica Paola Vismara “allo specchio”
Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? Petite Mortdi Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? Teatro alla Scala (prima della ristrutturazione). Un romanzo da trasformare in balletto? Novecento di Alessandro Baricco oppure La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Novecento di Bernardo Bertolucci. Il costume di scena indossato che hai preferito? Sono tanti i costumi… Tra i tutù sicuramente Kitri in Don Chisciotte e Cigno nero del Lago, poi Giulietta, Carmen e Valencienne in Vedova Allegra, etc. etc. Quale colore associ alla danza? Cipria. Che profumo ha la danza? Ombre Rose (rosa cipriata). La musica più bella scritta per balletto? Scritta espressivamente per balletto il Lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Due vite, una svolta di Herbert Ross. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Michail Baryšnikov e Natalija Makarova. Il tuo “passo di danza” preferito? Développé à la seconde e Grand Pas de Chat. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i grandi personaggi del balletto? Tatiana (Onegin). Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? George Balanchine e Jiří Kylián. Tornando indietro, se ...
Read More »Lo Schiaccianoci al cinema: dal palcoscenico al grande schermo
Lo Schiaccianoci è uno dei simboli più iconici del Natale, un balletto che ha ispirato generazioni di spettatori con la sua magia, i personaggi incantati e le musiche indimenticabili di Čajkovskij. Nel corso degli anni, il celebre racconto di E.T.A. Hoffmann è stato adattato numerose volte sul grande schermo, dando vita a film e versioni animate che portano la magia del Natale nelle case di grandi e piccini. Nel corso di oltre un secolo sono esistite anche riprese televisive, mediometraggi e versioni locali; noi ci concentriamo sulle trasposizioni cinematografiche più rilevanti e riconosciute, che hanno contribuito a costruire l’immaginario collettivo legato allo Schiaccianoci. Pochi balletti hanno esercitato un fascino duraturo e trasversale come Lo Schiaccianoci. Nato nel 1892 dalla collaborazione tra Pëtr Il’ič Čajkovskij e il coreografo Marius Petipa (con il decisivo contributo decisivo di Lev Ivanov). Nel tempo, questa storia sospesa tra sogno, infanzia e magia natalizia è diventata un terreno fertile per il cinema, che ne ha reinterpretato personaggi, atmosfere e musiche secondo sensibilità diverse, spesso allontanandosi dalla forma puramente coreutica. Le prime trasposizioni e l’animazione classica Già nei primi decenni del Novecento, Lo Schiaccianoci cominciò a interessare il mondo del cinema, soprattutto in ambito animato. Uno dei ...
Read More »La Bella di Nureyev tra classicismo, rigore e identità [RECENSIONE]
Aprire la stagione di Balletto 2025/2026 del Teatro alla Scala con La Bella Addormentata nel bosco nella versione di Rudolf Nureyev significa ribadire una concezione alta e non ornamentale del repertorio classico. La Bella nureyeviana, creata nel 1989 per l’Opéra di Parigi, resta una delle versioni più complesse e intellettualmente strutturate del capolavoro di Petipa e Čajkovskij: un balletto che chiede non solo brillantezza tecnica, ma una profonda consapevolezza stilistica e drammaturgica. Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, diretto da Frédéric Olivieri, dimostra di possedere tutti gli strumenti necessari per affrontare questa sfida, restituendo una lettura solida, coerente e complessivamente convincente. La versione di Nureyev si fonda su una fedeltà rigorosa alla struttura petipaiana, ma ne riorganizza i pesi interni. Il principe Désiré diventa centro narrativo e simbolico del balletto; la Fata dei Lillà assume il ruolo di figura regolatrice del tempo e del destino; il Corpo di Ballo si trasforma in una vera forza drammaturgica. La scrittura coreografica si fa più densa, le transizioni più elaborate, la richiesta tecnica più stringente. La ripresa scaligera, curata da Laurent Novis con attenzione meticolosa e profonda conoscenza dello stile, contribuisce in modo decisivo alla fedeltà e alla solidità della ripresa ...
Read More »GD AWARDS: decretata l’Eccellenza della Danza 2025 dal Giornale della Danza
DECRETATI I GD AWARD 2025 – L’eccellenza della Danza Anche quest’anno come da tradizione dal 2010, ogni fine anno, il Giornaledelladanza.com, i lettori, tutta la redazione, il direttore Sara Zuccari, il vicedirettore Lorena Coppola, il caporedattore e coordinatore del Premio Michele Olivieri, hanno proclamato l’eccellenza dell’Anno della Danza GD AWARDS 2025. Di seguito tutte le categorie e i vincitori. CATEGORIA STELLA INTERNAZIONALE: MAIA MAKHATELI (prima ballerina del Dutch National Ballet) JULIAN MACKAY (primo ballerino del Bavarian State Ballet) GUILLAUME DIOP (danseur étoile Ballet de l’Opéra de Paris) CHLOE MISSELDINE (prima ballerina dell’American Ballet Theatre) GIORGI POTSKHISHVILI (primo ballerino al Dutch National Ballet) MATTHEW BALL (primo ballerino al The Royal Ballet) CATEGORIA GIOVANE STELLA INTERNAZIONALE: VSEVOLOD MAIEVSKYI (Dutch National Ballet) VICTOR CAGNIN (Wiener Staatsballett) THOMAS DILLEY (Cincinnati Ballet) JORGE GARCIA ALONSO (Philadelphia Ballet) JOAKIM VISNES (Norwegian National Ballet) CATEGORIA STELLA ITALIANA: MARTINA ARDUINO (prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano) ANNACHIARA AMIRANTE (étoile del Teatro San Carlo di Napoli) DOMENICO DI CRISTO (solista del Teatro alla Scala di Milano) SIMONE AGRO’ (primo ballerino al Teatro dell’Opera di Roma) LINDA GIUBELLI (solista del Teatro alla Scala di Milano) ALESSANDRA AMATO (étoile del Teatro dell’Opera di Roma) CATEGORIA ...
Read More »Ultimo dell’anno con il Royal National Ballet of Georgia
La Colchide, terra del mito di Medea e Giasone, oggi conosciuta come Georgia, rivive attraverso la straordinaria performance della compagnia artistica del Royal National Ballet of Georgia, diretta da Gela Potskhishvili e Maia Kiknadze. Uomini forti e fieri, donne eleganti e leggiadre: Fire of Georgia accosta alla spettacolarità degli strepitosi virtuosismi maschili, fatti di salti acrobatici, giri incredibili e combattimenti con le spade, la grazia dei movimenti femminili. Il talento atletico, la tecnica virtuosa e le prodezze maschili “sulle punte”, con stivali sottili e senza imbottitura, si intrecciano con i passi leggeri e la bellezza eterea delle ragazze che, in raffinati abiti di seta, sembrano fluttuare lievi sul ghiaccio. Alcune danze hanno ispirazione nell’VIII secolo a.C. e, nonostante l’origine così remota, mantengono un dinamismo ed una modernità tale da ispirare le più note pop-star dei nostri giorni. Particolarmente intensa e drammatica la danza dove protagoniste della coreografia sono le spade che si incrociano in un turbinio di scintille. Così i georgiani esprimono oggi la loro sete di libertà. Il Royal National Ballet of Georgia rappresenta una delle espressioni più alte della tradizione coreutica georgiana. La compagnia affonda le sue radici nel prestigioso Balletto Nazionale “Metekhi”, creato nel 1978 dal leggendario ...
Read More »La direttrice artistica e coreografa Susanna Beltrami “allo specchio”
Il balletto classico preferito? Lago dei cigni. Il balletto contemporaneo prediletto? Sacre di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Teatro Franco Parenti di Milano. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Danno di Josephine Hart. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Il Danno diretto da Louis Malle. Il costume di scena indossato che hai preferito? Calzamaglia. Quale colore associ alla danza? Nero. Che profumo ha la danza? Incenso. La musica più bella scritta per balletto? La sagra della primavera di Igor Stravinsky. Il film di danza irrinunciabile? Pina diretto da Wim Wenders. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Merce Cunningham e Pina Baush. Il tuo “passo di danza” preferito? Adagio. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i grandi personaggi del balletto? Nessuno. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Merce Cunningham. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa Le diresti? Ma sei Tersicore o Cupido? Tre parole per descrivere la disciplina della danza? “Una disciplina indisciplinata”. Come ti vedi oggi allo specchio? Vedo dentro. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata
Read More »La Biennale di Venezia / I nuovi bandi di Biennale College Danza
Sono online da martedì 16 dicembre, sul sito della Biennale di Venezia – www.labiennale.org – i nuovi bandi internazionali destinati a giovani danzatori/trici e coreografi/e per l’edizione di Biennale College Danza 2026. I bandi resteranno on line fino a lunedì 26 gennaio 2026. Saranno 16 i danzatori e le danzatrici, di età compresa fra i 18 e i 28 anni, e 2 i coreografi e le coreografe under 30 che Wayne McGregor, al suo sesto anno di direzione, selezionerà per Biennale College Danza 2026: una residenza intensiva e immersiva di tre mesi a Venezia (13 maggio > 1 agosto) con un programma unico, svolto sotto la guida di grandi maestri internazionali e professionisti del settore per sviluppare abilità artistiche e acquisire nuove conoscenze e competenze nel percorso di carriera da loro scelto. I GIOVANI ARTISTI SELEZIONATI PARTECIPERANNO A: una residenza introduttiva con McGregor e il suo team, focalizzata sull’esplorazione del Physical Thinking attraverso pratiche coreografiche, performative e di intelligenza artificiale. Questo programma intensivo offrirà al gruppo selezionato la possibilità di migliorare le proprie capacità collaborative in vista dell’ideazione di un lavoro comune, condividendo inoltre le tecniche di produzione e composizione coreografica; due nuove creazioni, commissionate dalla Biennale in esclusiva per ...
Read More »Tra algoritmi tecnologici e condizionamenti social, la danza è uno spazio di autenticità e libertà
In un’epoca in cui la tecnologia scandisce ogni momento e l’algoritmo social sembra conoscere meglio di noi le nostre preferenze, diventa urgente il bisogno di uno spazio autentico in cui ritrovarsi ed esprimersi. In questo scenario si afferma la danza, non come fuga dal quotidiano, ma come risorsa. Essa insegna che la libertà si conquista attraverso la disciplina e il rispetto delle regole, strumenti per riconoscersi e liberarsi senza scorciatoie. Ogni passo nasce dalla cura per i dettagli, dall’ascolto profondo del corpo. Nella ripetizione dei gesti e nella fatica si apre quel varco che permette all’individuo di emergere nella sua completezza. A differenza degli schermi di smartphone computer che stimolano reattività e impongono ritmi e pensieri, la danza richiede tempo, calma, pazienza e dedizione. Offre un privilegio raro: vivere uno spazio di autenticità in cui mente e corpo non obbediscono ciecamente a stimoli esterni, ma li vivono e li interpretano. Non si tratta soltanto di percepire il ritmo o l’indicazione dell’insegnante, ma di allenare la capacità di cogliere le proprie sfumature e di essere presente a se stessi senza filtri o maschere. Lontano dalla frenesia digitale, il corpo che danza recupera la possibilità di comunicare, riscopre il senso di una ...
Read More »
Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore